indagine sulla qualità della vita

L L W ORGANIZZAZIONE mondiale della sanità (Oms) definisce la qualità della vita (Quality of life: in sigla «Ql») come «la percezione che gli individui hanno della loro posizione nella vita nel contesto della cultura e del sistema di valori nel quale vivono, in relazione a obiettivi, aspettative, abitudini, preoccupazioni». E' una concezione ampia, che riconosce sia la soggettività sia la multidimensionalità e cui fa riferimento una complessa rete di variabili personali: la salute fisica, lo stato psicologico, il livello di autonomia, le relazioni sociali, il tipo di lavoro, le credenze personali, l'ambiente. Silvio D. Bianchi Guglielmo Ramieri Università di Torino Per questa ragione non si può stabilire una semplice equivalenza semantica o concettuale tra «qualità della vita» e termini quali «stato di salute» fisico o mentale, «soddisfazione per la propria vita», o «benessere/malessere». Infatti gran parte degli strumenti di misura biomedici (come i tassi di morbilità e di mortalità), nonostante forniscano misurazioni dell'impatto che le malattie hanno sull'individuo che ne è affetto, non valutano di per sé la «qualità della vita». E' pure per questi motivi che in un recente congresso internazionale svoltosi a Torino si sono discusse le metodologie, le finalità, le aree di applicazione di questo «indicatore mancante» in campo sanitario. La natura multidimensionale della nozione di «qualità della vita», rispecchiata dalla complessa struttura, è suddivisa in molti filoni di ricerca, denominati rispettivamente: a) area fisica, b) area psicologica, c) livello di indipendenza, d) rapporti sociali, e) ambiente, f) spiritualità/religione, g) credenze personali, h) aspettative, i) prospettive esistenziali. Ciascun territorio è suddiviso a sua volta in una serie di sotto-aree o sezioni, che approfondiscono ih maniera specifica ciascuna delle aree indagate: ad esempio, l'area fisica include le sezioni «dolore e disagio», «energia e stanchezza»., «sonno e riposo» eccetera. Le misurazioni sulla «qualità della vita» sono sviluppate in studi multicentrici con una metodologia di comparazione transculturale. Lo strumento ha strutture diverse per impieghi diversi. La parte centrale dei questionari consente di valutare la Ql in gruppi di varie popolazioni. Le versioni differenziate invece permettono una valutazione specifica della Ql di gruppi o popolazioni selezionate, in relazione a problematiche specifiche (ad esempio nei pazienti oncologici, geriatrici, nefropatici, anoressici e bulimici, psichiatrici). E' anche disponibile una versione più breve del questionario sulla Ql, finalizzata all'impiego clinico nell'ambito di studi controllati, nei quali sono necessarie valutazioni ripetute e protratte. Gli strumenti di valutazione sulla qualità della vita hanno quindi una molteplicità di impieghi: nell'ambito della pratica medica essi forniscono un ausilio prezioso per i clinici ed il personale sanitario, al fine di individuare e scegliere il trattamento adeguato tra quelli disponibili; sono fruibili per il miglioramento del rapporto tra gruppo curantepaziente-familiari e per la qualità dell'assistenza; concorrono a valutare l'efficacia di differenti interventi; aumentano l'attenzione circa gli aspetti etici e deontologici correlati alle prestazioni mediche; nel campo della ricerca possono essere indicatori in farmacoeconomia; nella elaborazione della politica sociosanitaria introducono il monitoraggio di nuove strategie e modelli terapeutici. Per questi motivi lo studio della Ql, attraverso valutazioni riproducibili e confrontabili tra malattie differenti ed anche nel campo della prevenzione, costituisce una delle linee guida a livello assistenziale, di ricerca medica e nel rapporto col paziente, consentendo di integrare i dati «forti», ottenuti con gli strumenti di valutazione tradizionali, con dati più «flessibili» ed individualizzati. Gian Giacomo Rovera Università di Torino

Persone citate: Gian Giacomo Rovera

Luoghi citati: Torino