«Governissimo? Non esiste » di Maurizio Costanzo

«La Rai è un servizio pubblico da Baruffe chiozzotte» «Governissimo? Non esiste » Veltroni: il Polo non faccia ricatti VICEPREMIER IN TV AROMA quattro mesi e mezzo dall'esperienza di governo, Walter Veltroni ha scelto la platea del Maurizio Costanzo Show per fare il punto. Il vicepresidente del Consiglio la considera una tappa importante nella strategia di comunicazione del Governo. Una, anzitutto, la preoccupazione: «Il Polo ci ha fatto sapere che cesserà il duro ostruzionismo in Parlamento se accetteremo che la maggioranza cambi, se rispunterà l'ipotesi del governissimo. E' un curioso modo di fare opposizione. La sinistra, quel ruolo l'ha avuto per anni, ma non ha mai fatto ricatti alla maggioranza. Devono sapere che il loro progetto è un elefante che vola. Nessuno nell'Ulivo ha intenzione di tornare indietro». Davanti agli spettatori del teatro Parioli, tra i quali molti giovani e giovanissimi, Veltroni racconta l'Italia che l'Ulivo vorrebbe e non riesce ad attuare «perché i provvedimenti in Parlamento non passano»: il decreto sugli sfratti, la leva a 10 mesi, due anni in più per la scuola dell'obbligo. «Cose destinate a cambiare veramente la vita dei cittadini». Applausi moderati in sala. E' tranquillo Veltroni perché, «anche se appena arrivati a Palazzo Chigi abbiamo subito dovuto trovare 16 mila 500 miliardi», anche se «abbiamo varato uria manovra da 80 mila miliardi», anche se «ci siamo trovati in una congiuntura economica internazionale sfavorevole», l'Italia entrerà certamente in Europa. «Questo ha un costo, e gli italiani lo accettano». Su questo punto i battimani si fanno fievoli. «Ma c'è l'intima saggezza che sempre gli italiani dimostrano durante gli snodi cruciali della loro storia», ci spiega Veltroni nel dietro-le-quinte. In palcoscenico, esibisce ben tre grafici: bassa inflazione, «certamente sotto il 3 per cento entro la fine dell'anno», e lira nello Sme per la stessa data. «I tassi, se la Banca d'Italia ci aiuta, seguiranno». La platea, moderatamente approva. E' invece preoccupato per la criminalità organizzata: «Che la guardia non si abbassi: io ho la sensazione che sia così. Non si possono, non si devono attaccare i giudici che la combattono, come Caselli. Se li avessimo aiutati prima, Falcone e Borsellino oggi sarebbero ancora vivi». Boato di approvazione. E poi la giustizia: i magistrati abusano della carcerazione preventiva, ma assolvono l'indispensabile funzione di combattere la pubblica corruzione. «C'è tanta gen-. te che viene sbattuta ih galera, e poi dopo mesi si scopre che magari è innocente. Prima di mettere in cella qualcuno, meglio pensarci cento e cento volte»! E il vi¬ cepresidente del Consiglio rilancia un suo vecchio cavallo di battaglia: l'abolizione dell'ergastolo. «Vedo con piacere che oggi questa proposta è stata rilanciata da Caselli». Un «bravo Walter» tra gli applausi scroscianti si è sentito quando Veltroni ha esclamato con voce forte «Facciamo una legge sulle lobby, sugli appalti, diamoci regole etiche per non ricadere in Tangentopoli». A sorpresa, stessa reazione al commento sulla Rai «un servizio pubblico da "baruffe chiozzotte"». Nulla, a confronto della ovazione scatenata dall'annuncio «biglietti del cinema a 7mila lire, a partire da gennaio, tutti i pomeriggi». Infine, come sarà il 1997 degli italiani? «Bello, utile è importante. Ma non buonista, per favore». Antonella Rampino «La Rai è un servizio pubblico da Baruffe chiozzotte» Walter Veltroni

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