Prodi a Biliè «Non tollererò illegalità»

I sindacati si dissociano dalla protesta fiscale. Fini critica il premier: ha i piedi d'argilla I sindacati si dissociano dalla protesta fiscale. Fini critica il premier: ha i piedi d'argilla Prodi a Bilie: «Non tollererò illegalità» E i commercianti: «Faremo soltanto ostruzionismo» ROMA. Bilie è avvertito. Per il presidente del Consiglio, Romano Prodi, il «numero uno» della Confcommercio si pone oltre i limiti della legalità incitando la sua categoria all'ostruzionismo fiscale. E in una nota diffusa ieri ha espresso tutta la sua disapprovazione. «Leggo - ha scritto il presidente Prodi - minacciose dichiarazioni da parte di taluni rappresentanti della categoria dei commercianti che dividono la categoria stessa e che, con inusitata leggerezza, ventilano ipotesi di disobbedienza civile, mascherate dietro formule vaghe, tipo ostruzionismo fiscale. A costoro rispondo che tutto ciò è sbagliato e pericoloso». Prodi ha rilevato come «la protesta è legittima finché resta nei confini del consentito, ma - ha aggiunto - voglio avvertire chiunque abbia in mente operazioni oltre i limiti della legalità che tali operazioni non saranno tollerate e che ne verranno considerati responsabili tanto gli esecutori quanto gli istigatori. Lo sforzo che il governo sta chiedendo al Paese non è assolutamente contro l'una o l'altra categoria, ma prevede un comune impegno di tutti, per consentire all'Italia l'indispensabile risanamento di cui ha bisogno». Dura anche la condanna del ministro delle Finanze Visco. «La protesta dei commercianti - ha commentato - non mi sembra pericolosa, ma ai limiti della legalità, sì. E se certi limiti vengono superati...». Immediata la replica del presidente della Confcommercio. «Mi sembra che il presidente del Consiglio usi nei miei riguardi un tono alquanto minaccioso che non credo di meritare. Io, infatti non ho affatto parlato di disobbedienza civile ma di forme di protesta, anche di ostruzionismo entro i confini della legalità, che sono considerate più che legittime in qualsiasi Stato democratico e lo diventano ancora di più in presenza di una legge Finanziaria che oggi appare tutto meno che un provvedimento limpido, chiaro, trasparente oltre che giusto». «La verità è - ha concluso Bilie - che questa Finanziaria, per il suo impianto, preoccupa fortemente i ceti produttivi e tutti coloro che hanno a cuore non solo l'Europa ma anche lo sviluppo del mercato, dell'economia italiana». La lunga nota del presidente del Consiglio, oltre a provocare la precisazione della Confcommercio, ha avuto l'effetto di far assumere alle polemiche un tono decisamente politico. «Un presidente del Consiglio che minaccia è un presidente del Consiglio dai piedi d'argilla ha replicato il leader di An, Gianfranco Fini, ai microfoni del Tg2 -. Il presidente del Consiglio, se ne è capace, governa. Quando minaccia, vuol dire che lui per primo si rende conto di non essere gradito alla maggioranza degli italiani». A rendere più incandescente l'atmosfera sono stati i dati sui 740 dei commercianti diffusi ieri, da cui risulta che il 35% dichiara un reddito al di sotto dei 35 milioni e il 3% un reddito superiore ai 70 milioni. Ed è stato l'allargarsi del fronte della protesta. Con toni più cauti di quelli utilizzati due giorni fa dai commercianti, la Confesercenti ha annunciato di aspettare di conoscere la versione definitiva della Finanziaria, così come uscirà dalla Camera, ma se il governo non manterrà le promesse, allora deciderà di «suonare la carica alla categoria». Meno chiara è la reazione dei coltivatori diretti. Il presidente dell'associazione Paolo Micolini ha avvertito che nelle campagne c'è «molto fermento» e che, se non ci saranno risposte dall'esecutivo ma anche dal Parlamento, la gente dei campi ne trarrà le conclusioni fino a realizzare forti proteste attraverso forme di disobbedienza civile. In serata, però, ha precisato di essere «per la legalità, e se sarà costretta ad adottare iniziative sindacali lo farà attraverso una prote¬ sta civile e non con forme di disobbedienza civile». Decisamente contrari, invece, i sindacati. «Trovo assolutamente sconclusionato e sbagliato questo tipo di reazione, perché non porta da nessuna parte», ha commentato Sergio D'Antoni, leader della Cisl. E molto duri sono stati anche i rappresentanti dei lavoratori del commercio, che hanno accusato Bilie di fare «demagogia». Amoretti, Baratta e Vanni, segretari generali di Filcams, Fisascat, Uiltucs hanno contestato i dati esposti due giorni fa dal presidente della Confcommercio. «Bilie sa bene che gli studi indicano in 80.000 i negozi che chiuderanno tra '96 e '97. Ma con questo la Finanziaria non c'entra niente. Le chiusure sono provocate dall'ammodernamento della vetusta rete commerciale italiana». Flavia Amabile ancora di più in presenza di una legge Finanziaria che oggi appare tutto meno che un provvedimento limpido, chiaro, trasparente oltre che giusto». «La verità è - ha concluso Bilie - che questa Finanziaria, per il suo impianto, A rendere più incandescente l'atmosfera sono stati i dati sui 740 dei commercianti diffusi ieri, da cui risulta che il 35% dichiara un manterrà le promesse, allorderà di «suonare la carica allgoria». Meno chiara è la redei coltivatori diretti. Il presdell'associazione Paolo Micoavvertito che nelle campag«molto fermento» e che, se saranno risposte dall'esecutanche dal Parlamento, la gecampi ne trarrà le conclusioa realizzare forti proteste attso forme di disobbedienza In serata, però, ha precisatosere «per la legalità, e se sastretta ad adottare iniziativdacali lo farà attraverso una

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