Roulette russa in autostop

Roulette russa in autostop LA STORIA Roulette russa in autostop QWASHINGTON UANDO i poliziotti spiegarono a Francine Sample come era morta sua figlia Nicheshia lei nemmeno capì cosa volessero dirle. Fu la stessa reazione di Charleen Lazenby quando la informarono che il cadavere di sua figlia Charmeka era stato trovato in una discarica nel Sud-Est della città, la casbah della capitale americana. Per una coincidenza i corpi delle due ragazzine vennero scoperti nello stesso giorno, anche se Nicheshia e Charmeka erano scomparse a più di un mese di distanza. E per un'altra coincidenza i due cadaveri - quello di Charmeka ormai talmente decomposto da essere irriconoscibile - vennero trovati a poche decine di metri di distanza, su un pezzo di terra spelacchiata in fondo a Xenia Street. Le due ragazzine, 15 e 16 anni, frequentavano la stessa scuola e si conoscevano solo superficialmente. Ma entrambe le loro vite erano legate a quell'incomprensibile parola, «carhopping», il nome del gioco che le ha uccise. «Carhopping» significa letteralmente «saltar dentro le macchine» ed è l'ultima passione delle adolescenti di colore della Washington povera. A scuola si vedono subito quelle che vogliono una «vita veloce», che non vogliono aspettare per avere soldi, vestiti, e per divertirsi, per uscire dallo squallore di una vita miserabile, spesso con una madre abbandonata dal marito e con fratelli piccoli da accudire. Nicheshia era una di loro e quella sera, prima di dire «ciao, mamma, esco un po'», aveva lavato i piatti e badato ai fratellini. Anche Charmeka lasciò la matrigna con parole simili, dopo aver fatto la «baby sitter» ai due fratellastri. Quando il suo cadavere venne trovato, Nicheshia aveva solo le scarpe da tennis e i calzini. Charmeka era vestita a metà. Entrambe erano state strangolate, una con le mani, l'altra con un pezzo di stoffa. Entrambe, prima di morire, avevano avuto rapporti sessuali. La scientifica non è stata in grado di stabilire se le due ragazzine siano state violentate. Tutte e due praticavano «carhopping» da parecchio tempo, secondo l'ispettore di polizia Winston Robinson. Il «carhopping» non è esattamente prostituzione e non viene considerato tale dalle adolescenti che lo praticano. Ma è qualcosa che le si avvicina molto. L'idea di base è «have fun», divertirsi. Tutti quegli uomini là fuori con belle macchine sono pronti a scarrozzarti e a offrirti qualcosa. Magari un cinema, una cena. Più spesso alcol, o una canna di erba, o un po' di crack. Talvolta direttamente i soldi per comprare vestiti, scarpe o quant'altro. In cambio, sulla base di un tacito accordo quasi sempre invocato, la ragazzina deve essere pronta a darsi. L'aspetto più grave di questo fenomeno di per sé già piuttosto grave è che, naturalmente, non tutti coloro che offrono passaggi sono tipi da accontentarsi di questo. E' così, come racconta il sergente Catherine Taggart-Wilson, che moki «passaggi» si risolvono in stupri di gruppo, in assassinio, o in tutti e due. La poliziotta sta compilando un elenco di tutte le ragazzine del Sud-Est che fanno «carhopping». Ma poi informare i genitori quasi sempre non serve a niente. Paolo Passarmi

Persone citate: Catherine Taggart-wilson, Francine Sample, Lazenby, Winston Robinson

Luoghi citati: Washington