L'autostoppista era un rapinatore

Uccise lamica per la tv Ill VIOLENZA SULLE STRADE Aiutato da un complice ha fìnto di essere in panne ed ha aggredito il soccorritore L'autostoppista era un rapinatore La vittima ha 27 anni: prima lo hanno ferito con la siringa, poi è stato picchiato a sangue PENSAVA al solito automobilista in panne, sotto la pioggia. Generoso, si è fermato per aiutarlo: «Era poco più che un ragazzo, non mi sembrava giusto tirare dritto e ignorare il segno di fermarmi che mi aveva fatto». Ha inchiodato il furgone ed è sceso. Il finto automobilista, aiutato da un complice, lo ha aggredito e minacciato con una siringa: «Dacci i soldi o è peggio per te». Poi, quando hanno visto che faceva resistenza gli sono saltati addosso e lo hanno colpito e ferito con l'ago: «Così impari per la prossima volta». Quindi lo hanno picchiato e stordito, forse con un bastone. Sono scappati portandosi via i soldi che la loro vittima aveva nel portafoglio: neanche 200 mila lire. «Una rapina cosi violenta e disperata, non l'avevo mai sentita raccontare da nessuno» dice adesso Roberto, 27 anni, di Colleretto Giacosa ma operaio in una azienda di Castellamonte. E intanto mostra i segni dell'aggressione subita l'altra mattina nei pressi dello svincolo della Pedemontana, a Torre Canavese: tre o quattro graffi, rossi e gonfi, sull'avambraccio destro. Spiega: «Mi hanno colpito anche alle spalle, finché non sono caduto a terra. Forse erano in tre, ma non li ho visti bene. Ho provato a difendermi, tirando pugni e calci, ma è stato inutile». Nell'azienda, dove lavora da un paio di anni, titolari e col¬ leghi fanno quadrato attorno a lui. Raccontano: «Stava tornando da una consegna quando lo han rapinato. E' rientrato in fabbrica che era stravolto, bagnato fino al midollo. Lo abbiamo subito portato in ospedale per farlo medicare e per le analisi del sangue. Ma ci hanno detto che il virus dell'Hiv si può manifestare anche dopo diversi anni. E adesso lui è disperato, non sa più che fare». La rapina dell'altro giorno lo ha stordito di tensione. «Se davvero quella siringa era infetta - mormora - che ne sarà di me? Ho una figlia di due anni. E tra dieci giorni sarò padre per la seconda volta. Questo è un incubo, una maledizione. Se mi hanno infettato che futuro potrò dare a mia moglie e ai miei due bambini»? Il primario del Dea di Ivrea, Biagio Spaziante, è cauto: «Il rischio di infezione ci può essere. Ma prima di rilasciare diagnosi bisogna essere in possesso di prove. E queste si possono avere solo dopo una lunga serie di analisi». Dei banditi, invece, per ora, non c'è traccia. Roberto, quando lo hanno aggradito, non ha avuto la forza e il tempo di notare almeno i numeri di targa. Rintracciarli, dunque, sarà un'impresa quasi disperata. Lodovico Poletto Roberto, 27 anni: «L'aggressione è stata di una brutalità inaudita. E dire che volevo aiutare quei due»

Persone citate: Biagio Spaziante, Dacci, Lodovico Poletto Roberto

Luoghi citati: Castellamonte, Colleretto Giacosa, Ivrea, Torre Canavese