ùI TRE SEGRETI JUVE-SPRINT

Mentre il Cagliari licenzia Perez, Lippi torna a godersi il primato Mentre il Cagliari licenzia Perez, Lippi torna a godersi il primato I TRE SEGRETI JUVE-SPRINT TORINO. Lippi avvertiva sotto pelle che si stava avvicinando la serata giusta. «Con questa squadra - aveva dichiarato venerdì - posso riproporre il gioco di due anni fa quando vincemmo lo scudetto. Datemi soltanto un po' di tempo». Non ci si è sprecati a concederglielo. Dopo appena due giorni c'è stata la partita con l'Inter, uno scampolo di calcio tremendo che la tv ha diffuso in tutta Italia. E' stato come tornare indietro di un paio di stagioni, senza Vialli e Ravanelli, senza Baggio e Paolo Sousa eppure con lo stesso timbro. La rivoluzione è stata metabolizzata. «E' la risposta a chi diceva che avevamo sbagliato tutto - sostiene Lippi -. In estate quei giudizi mi avevano ferito: come se qui fosse all'opera una banda di incompetenti che tiravano soltanto a fare soldi alla faccia della Juve e dei suoi tifosi». L'impressione è stata forte ma quanto vi ha contribuito il nulla totale espresso dall'Inter? Inutile chiederlo a Lippi. Come non c'è risposta al dubbio di avere assistito a una serata di magia che sarà difficile riproporre. Vedremo. Intanto annotiamo alcuni fatti che a questo punto mettono la Juve in pole position per lo scudetto benché l'attendano impegni dispendiosi sia in Champions League che a Tokyo nell'Intercontinentale. 1) La preparazione atletica è la migliore nel gruppo delle candidate al titolo: soltanto la Juve esprime un ritmo tanto elevato per un'ora di gioco. Lippi e Ventrone approfittano dell'esperienza degli anni scorsi, compresa quella maturata al Napoli: c'è un programma di lavoro collaudato, uno studio attento al computer, il turnover è stato dosato in modo che dopo un mese e mezzo già si concedesse il riposo ad alcuni giocatori per averli freschi al momento opportuno. Rispetto a un anno fa è diminuito anche il numero degli infortuni. «Per me la rotazione è una necessità alla quale tutti devono assoggettarsi», ripete Lippi. E ha citato il caso di Zidane, protagonista contro l'Inter dopo che si era riposato saltando la partita di Coppa a Vienna (ma ha influito pure l'assenza di Del Piero che consente al francese più libertà d'azione). L'Inter è stata spazzata via sul ritmo, nel pressing, nella capacità di riproporre azioni rapide e a ondate. Tra le rivali, la Roma di Bianchi ha passo lento e argentino, gioca di rimessa senza imporre mai la forza del proprio gioco; il Parma oltre a Scala ha perso il preparatore Carminati e ha giocatori logori in ruoli chiave; il Milan è meno veloce e resistente e si racconta di una scarsa sintonia tra Pincolini, il collaboratore di fiducia sia di Sacchi che di Capello, e Tabarez con il suo staff. Il Vicenza e il Perugia (per certi aspetti pure il Bologna) sono le squadre che si avvicinano di più al rendimento della Juve. Con altra qualità. 2) La scelta di rinnovare ad ogni stagione è coraggiosa (e per certi aspetti discutibile perché non crea più uomini-simbolo) ma finora ha pagato due volte perché la Juve ha incassato bene dalle cessioni e ha uomini sempre motivati a dare il meglio. Il Milan all'opposto subisce l'usura di campioni che non sono vecchi per l'anagrafe ma sembrano appagati o in crisi dopo molte stagioni ad altissimo livello, logoranti: manca il ricambio, anche se giovani come Locatelli, Ambrosini e Coco sono il futuro. 3) L'esplosione di Boksic, impiegato meglio rispetto alle stagioni della Lazio, deve fare riflettere anche sull'attenzione che Lippi ripone nel miglioramento tecnico dei giocatori affidato a un allenatore esperto e paziente com'è Pezzotti. Il croato si allena di più nel tiro in porta, nel dribbling, nel tocco. E in questi tre anni sono cresciuti enormemente Conte, Di Livio, Torricelli, Pessotto, più Ravanelli prima che se ne andasse. Deschamps era un buon operaio nel centrocampo del Marsiglia mentre oggi è un uomo indispensabile. La Juve insomma ha fatto lievitare i propri talenti, magari spremendoli per poi disfarsene come ha fatto con Sousa. Ma questo appartiene al calcio di oggi. Marco Ansaldo 1. LA CONDIZIONE E' l'unica delle big candidate al titolo a sapersi esprimere per oltre un'ora a ritmi tanto elevati E dosa il turn over 2. IL CORAGGIO Ad ogni stagione la società rinnova i suoi campioni, aggiusta il bilancio e crea un gruppo che parte motivato 3. LA SCUOLA Il rilancio di Boksic dimostra che Lippi è un bravo maestro Ha fatto crescere Conte e Torricelli, Di Livio e Pessotto DUE MODI DI FARE GOL MILAN, TRE BOMBER SCATENATI La squadra di Tabarez, in campionato, è andata a segno 13 volte, ma con soli 3 giocatori: Weah (7 reti), Simone e Baggio (3). Considerando anche la Coppa Italia e la Champions League, il duo Weah-Simone (19 gol su 24) ha segnato addirittura il 79% dell'intero bottino rossonero. JUVE, SEGNANO IN TANTI La squadra di Lippi, come la Roma, in campionato ha realizzato 9 gol, utilizzando però 7 diversi giocatori: Ferrara e Padovano (2 reti), Boksic, Del Piero, Jugovic, Vieri e Zidane (1). Considerando anche la Coppa Italia e la Champions League, i bianconeri hanno all'attivo complessivamente 14 gol, per realizzare i quali hanno utilizzato 8 diversi giocatori: il bomber in più è lo sfortunato Conte. «Il successo sull'Inter è anche mio: ho giocato nella posizione ideale» LA STAMPA SPORT Martedì 22 Ottobre 1996 29 godersi il primato Finalmente un sorriso sul volto di Zidane, qui festeggiato da Di Livio dopo lo splendido gol realizzato contro l'Inter: «Nella Juve ho imparato che un giocatore da solo non trascina la squadra; è il gruppo a risultare determinante in ogni partita»

Luoghi citati: Italia, Lazio, Tokyo, Torino, Vienna