Eliade la lunga trama tra tutte le fedi

Eliade, la lunga trama tra tutte le fedi Eliade, la lunga trama tra tutte le fedi s\ IUESTO convegno doI I vrebbe impostare o alI I lestire un confronto con 1 I Eliade, stabilire a che Y I punto in lui s'incontri v no gli archetipi e le identità storiche. Di certo un nobile fine e da tempo si sarebbe dovuto attuare. Forse fin dal primo dopoguerra, quando la lettura delle opere sullo yoga, sullo sciamanesimo, sulla storia delle religioni osservata dal punto di vista degli archetipi, sconvolse. Purtroppo ambasciate romene e partiti comunisti repressero il moto d'entusiasmo, l'ideologia comunista ravvisò in lui un pericolo mortale e nella memoria di molti era rimasto il ricordo della sua adesione piena, fanatica alla Legione, sussulto temporaneo, triste, biasimevole, sul quale era superfluo indugiare, poiché egli ci recava doni smisurati e la storia delle religioni si disponeva sotto il suo sguardo ad una lettura nuova ed esaltante, mentre il suo soggiorno in India gli forniva un patrimonio vastissimo, un tesoro di esperienza che comprendeva lo yoga ed il tantra. Nell'Himalaya egli aveva potuto sperimentare quello stato raro, di completo capovolgimento, di radicale sovversione, che portava al contatto diretto con il nulla e la vacuità universale. I suoi studi avevano abbracciato tutte le religioni, dalla preistoria fino ai tentativi moderni di ricomprenderle e lascia ammirati la ricchezza dei suoi riferimenti. Non che fossero tali da reggere sempre ad un esame accurato. Molti testi non li aveva letti e meditati, ne prendeva atto da varie fonti, ma gli difettava il contatto. Credo di individuare il peggiore fra questi casi: dalle opere di padre Schmidt egli ricavava la sua nozione della scuola di Lipsia, ma non credo avesse mai letto Hugo Winkler e i suoi seguaci. Erano stati loro all'inizio del secolo a comprendere i fatti religiosi, le letterature orali primitive e le mitologie suddi¬ videndoli in motivi di tipo musicale e scoprendo così i miti archetipici, ovvero le serie di motivi che si presentavano a frammenti nelle singole mitologie e religioni. Così soltanto nella mitologia giapponese si presentano tutti gli undici motivi del mito argonautico. Era stata la scuola di Lipsia inoltre a comprendere la base astronomica della civiltà babilonese. Uno dei suoi membri aveva esposto le vicende originarie di Ulisse come sciamano. Eliade li liquida tutti con le stesse parole con le quali volle proscriverli padre Schmidt: ignorava che essi lo avevano preceduto e avrebbero potuto offrirgli aiuti preziosi. D'altra parte nella sua stupenda opera sullo sciamanesimo universale Eliade ignora quasi completamente gli sciamanesimi di Corea, della Birmania, del Nepal e del Tibet, che pure qualcuno aveva già sondato. Dove non commette omissioni è nella trattazione di argomenti indiani. Ancora oggi, con tutte le rivelazioni che si sono succedute, la lettura delle sue opere offre spunti sufficienti, prospettive adeguate in abbondanza. Senza esporre una filosofia dell'unità fra le fedi, egli le coinvolge in una trama unitaria. Inoltre fu un sommo narratore: riuscì a inserire nei suoi racconti le esperienze di «rottura dei limiti», di «uscita dal mondo». Elémire Zolla

Persone citate: Eliade, Hugo Winkler, Schmidt

Luoghi citati: Birmania, Corea, India, Nepal, Tibet