Omnitel va all'attacco di «Fido»

Omnitel va all'attacco di «Fido» La Tim: per noi non è un problema ma è meglio che si pronunci Stet Omnitel va all'attacco di «Fido» «Telecom vuole entrare nella telefonia mobile» ROMA. Fa infuriare il concorrente Omnitel, e lascia sconcertati anche i «cugini» della Tim il progetto della Telecom Italia di lanciare entro fine anno il suo «Fido», un telefono senza fili basato sulla tecnologia Dect, che consente di comunicare in aree ristrette, ad esempio in città, mantenendo il numero del proprio telefono di casa. Omnitel ha preso posizione ieri contro «il rischio dì trovarsi di fronte a fatti compiuti per il Dect», sostenendo che questo sistema «è telefonia mobile. Può infatti coprire intere aree metropolitane e consentire di spostarsi da una città all'altra». Per il secondo gestore del Gsm, controllato dal gruppo Olivetti, servono quindi regole certe per il Dect: in particolare condizioni di accesso alla rete fissa analoghe a quelle delle altre reti mobili. Ancora, Omnitel solleva un problema «su quale società del gruppo Stet debba gestire questa tecnologia di telefonia mobile» e chiede un «urgente intervento delle autorità go¬ vernative, che facciano chiarezza e che stabiliscano le regole in modo che il mercato sia caratterizzato da una corretta competizione». Parole che riecheggiano le critiche espresse già qualche giorno fa da Mediaset, candidata a diventare il terzo gestore del Gsm e anch'essa critica sul progetto «Fido» della Telecom. Sullo stesso argomento si è espressa anche la Tim, che proprio ieri ha firmato un accordo con le piccole e medie imprese aderenti a Confapi: per il direttore generale di Tim, Massimo Sarni, il Dect «non è un grande problema». Ma nonostante Sarni evidenzi le differenze tra i due servizi («il Dect è un servizio complementare al nostro, non lo può sostituire, ha prestazioni diverse da quelle del Gsm, offre una mobilità «lenta e circoscritta») rimanda sostanzialmente la palla alla Stet, che dovrà «analizzare le varie previsioni dei due business pian, il nostro e quello di Telecom, per fare le sue valutazioni che, come sempre accade dal punto di vi¬ sta di Stet, devono essere integrate», all'interno di Tim ci sono voci che si oppongono in modo più deciso a quella che considerano un'indebita ingerenza di campo da parte della Telecom. Il nodo del problema è proprio nella definizione del Dect come vero e proprio servizio di telefonia mobile o come sviluppo della telefonia di base. Nel primo caso l'iniziativa della Telecom entrerebbe in diretta concorrenza con Tim, Omnitel e con il terzo gestore di telefonia cellulare. Nella seconda ipotesi Telecom otterrebbe comunque un vantaggio competitivo su eventuali concorrenti nei servizi telefonici di base che potrebbero comparire sul mercato dopo il 1° gennaio del 1998. Ma per chiarire la natura del Dect è importante anche sapere in modo chiaro quale sarà il suo raggio di azione: tanto esso sarà maggiore, tanto più potrà essere considerato un concorrente da chi oggi gestisce servizi cellulari, [r. e. s.]

Persone citate: Massimo Sarni, Sarni

Luoghi citati: Mediaset, Roma