Droghe leggere riparte la guerra

Ma le comunità di recupero bocciano la proposta: «Sono quisquilie radical-chic» Ma le comunità di recupero bocciano la proposta: «Sono quisquilie radical-chic» Droghe leggere, riparte la guerra Cento parlamentari per la liberalizzazione ROMA. Oltre cento firme di parlamentari di maggioranza e opposizione alla Camera e al Senato, per la liberalizzazione dei derivati dalla «cannabis indica». Le proposte sono state illustrate alla Camera dal sottosegretario alla Giustizia Franco Corleone che a Montecitorio, insieme al senatore Luigi Manconi per Palazzo Madama, è il primo firmatario della proposta. Il testo è lo stesso presentato nella scorsa legislatura (mai discusso in aula per l'ostruzionismo della destra). Ora «l'armata dei cento», «al di là dei recinti di schieramento» (è firmata da Marco Taradash, Forza Italia) per dirla con Corleone, riprende la marcia. Il primo esame congiunto avverrà da parte della commissione Giustizia e Affari sociali della Camera. Corleone, nel precisare che «il governo è fuori da questa iniziativa, condividendo l'obiettivo generale di riduzione del danno ma rimettendosi su questa materia alla sovrana volontà del Parlamento», si dice convinto che questa volta la proposta possa giungere in aula e avere anche successo. «Da un lato c'è una prospettiva di stabilità che rende impossibile al Parlamento, nel corso di questi 5 anni di legislatura, evitare ancora di affrontare la questione. Dall'altro il preannuncio di migliaia di emendamenti fatto dai nostri oppositori fa ben sperare: vuol dire che si ha paura che la legge stavolta passi davvero». Corleone ricorda che «molte città si stanno muovendo e molti sindaci chiedono una risposta al Parlamento». La proposta, elaborata insieme al «Forum droghe» e al comitato degli studenti (che sarà in piazza a Torino il 16 novembre), si fonda sul principio di «stabilire con legge in Italia quanto già esiste in Olanda per tollerenza sociale». Cioè esercizi di vendita e consumo limitato di droghe leggere soggetti ad un rigoroso regime di autorizza- zioni e controlli. Carlo Giovanardi (capogruppo ccd-cdu) però non ci sta. E dice: «Corleone ci vuole trascinare nella "guerra dell'oppio" in questa legislatura e noi non ci tireremo indietro. Il "referendumtruffa" promosso nel '94 dagli antiproibizionsiti ha causato un forte aumento del numero dei morti per overdose e di quello dei drogati in carcere. Contro la liberalizzazione annunciamo il ricorso ad ogni strumento regolamentare, compreso il far venir meno il numero legale. Se il centro-sinistra vuole imporre la legalizzazione lo deve fare contando soltanto sulle sue forze». «Quisquilie radical-chic». Così il presidente del Cnca, il coordinamento delle comunità terapeutiche, monsignor Vinicio Albanesi, bolla la proposta di legge. «Dai parlamentari, ma soprattutto dai rappresentanti del governo, che hanno firmato la proposta di legge, ci saremmo aspettati un impegno profuso per risolvere la grave que¬ stione del decreto sulle tossicodipendenze, piuttosto che per quisquilie marginali e che lasciano il tempo che trovano, come la legalizzazione». Il decreto sulle tossicodipendenze, reiterato già 22 volte, non potrà essere riproposto dopo una sentenza della Corte Costituzionale. Questo comporterà la decadenza del Fondo nazionale per la lotta alla droga, e di risorse economiche fondamentali per sostenere centinaia di progetti di recupero di tossicodipendenti. Commenta monsignor Albanesi: «Tutto ciò appare alle comunità di accoglienza una grave dimostrazione di immaturità». Carmelo Palma, responsabile del coordinamento radicale antiproibizionista (Cora), ha criticato il «mancato accenno» «alle proposte di legge di iniziativa popolare e al referendum, cioè al fatto che oltre 500 mila cittadini hanno chiesto un voto referendario su un quesito che ha bisogno proprio in queste ore di essere difeso». [r. cri.) Sopra: Remo Gasparri, in alto una manifestazione per la legalizzazione delle droghe

Persone citate: Albanesi, Carlo Giovanardi, Carmelo Palma, Cora, Franco Corleone, Gasparri, Luigi Manconi, Marco Taradash, Vinicio Albanesi

Luoghi citati: Corleone, Italia, Olanda, Roma, Torino