Zerit ecco perché dico no di Stefano Mancini

Zerit ecco perché dico no iiiiiiii» UFI \ l /TvTT ìTUs #. 53 LA BOCCIATURA DEL CRITICO Zerit ecco perché dico no «Rifacciamo la città, ma per i romani» ROMA O. Assolutamente no». E' contrario senza possibilità di appello il giudizio di Federico Zeri sulla candidatura olimpica di Roma. Il critico d'arte non vuole nemmeno sentire parlare di nuovi «assalti di folla» nella capitale, almeno fino a quando non sarà risolta una lunga serie di problemi. Professore, su una cosa tutti concordano: Roma ha tante urgenze, tante difficoltà da superare, ereditate dal passato. Non crede che l'organizzazione di un grande evento possa essere l'occasione per sistemare la città in vista del nuovo millennio? «Questa è una mentalità da Paese coloniale che attende un colonizzatore. I lavori si fanno per chi abita in città, per chi ci lavora e paga le tasse, e non per le masse di pellegrini del Giubileo o per quelle di sportivi dei Giochi olimpici». Potendo cominciare domani, manifestazioni a parte, a quali emergenze darebbe la precedenza? «I trasporti sono insufficienti, le vie sono sporche, i monumenti da restaurare, la pavimentazione delle strade così dissestata che chi gira in motorino o in bicicletta rischia di ammazzarsi. Quando tutto sarà a posto potremo pensare a spendere soldi per le Olimpiadi». Ma Roma vive anche di turismo, quindi di eventi di richiamo internazionale... «Sì, però è una città disorganizzata che non riesce a sopportare nuove "invasioni". Fi¬ niamola di puntare sull'industria del forestiero, finiamola con la mentalità della colonia». Teme che si ripeta quello che è accaduto a «Italia 90»? «Sì, i Mondiali di calcio ci hanno insegnato molte cose, per esempio che c'è un ammasso di banditi da cui dobbiamo difenderci: hanno costruito stadi faraonici e in buona parte inutili, realizzato stazioni della metropolitana che sono durate una settimana, distrutto opere importanti. Ma non scherziamo: spero che i Giochi li organizzi San Pietroburgo o qualche altra città che non li ha mai avuti». Già, Roma ha provato questa esperienza nel lontano 1960. Professore, lei che cosa ricorda dei lavori di allora? «Hanno fatto la via Olimpia. Ancora oggi, con il traffico caotico che abbiamo, è a due corsie. Un capolavoro». La classe politica è cambiata negli ultimi anni: crede che oggi si potrebbe fare meglio che in passato? «Se si può, facciamolo subito, a beneficio dei romani. Senza le Olimpiadi». Stefano Mancini

Persone citate: Federico Zeri

Luoghi citati: Italia, Roma, San Pietroburgo