«Giro il mondo e grido; basta!» di Osvaldo Guerrieri

«Giro il mondo e grido; basta!» INTERVISTA L'ATTRICE DI ORANO «Giro il mondo e grido; basta!» Fadela Assous, il teatro come bandiera F TORINO ADELA Assous, algerina di Orano, attrice fra le più rinomate e impegnate, accoglie con un lungo silenzio la notizia dell'uccisione di Ali Boucetta. Alla fine, con voce più rassegnata che indignata, dice: «E' un altro algerino che muore. Prima che sindaco, Boucetta era un uomo come tutti noi. Si fermerà mai questa follia? Da quando sono all'estero, non mi arrivano che cattive notizie. Per me è un fatto dolorosissimo, che condanno con tutte le mie forze». Fadela Assous ha trasformato il teatro nella propria bandiera politica. Anzi il teatro ha per lei la voce acre dell'esilio. Non che lei sia mai stata esiliata, dice di godere di un'assoluta libertà di movimento, le ambasciate l'accolgono con simpatia, ma in patria ha scelto di non lavorare più: le occorrerebbe un coraggio che in realtà non ha. Spiega che in Algeria «un'attrice è il male, è il diavo- lo». Come fanno molti, potrebbe pagarsi un po' di protezione, ma non vuole. Non accetta che in nome del fondamentalismo religioso vengano calpestate le più elementari forme di libertà: «Ogni religione deve consistere nel rapporto tra l'uomo e la divinità. Quando la religione diventa politica, comincia a mentire e a uccidere. Non voglio che il mio Paese diventi islamico perché voglio continuare a recitare. Per questo motivo, vado gridando in giro "basta!". In nome della religione si tagliano le teste, si fanno massacri». Emigrante del teatro, ha recita¬ to nel Nord Africa e in Europa, raccogliendo consensi larghissimi. In Belgio l'hanno paragonata ad Anna Magnani, in Inghilterra a Vanessa Redgrave. Non per l'aspetto fisico, si capisce, ma per la forza dell'espressione. Quando cominciò, nel '70, si figurava un tranquillo futuro d'arte. Lavorava al Teatro di Orano, dove era regista lo scrittore Abdelkader Alloula, ucciso due anni fa. Nell'83 si aggregò all'Art (Action culturelle des travailleurs), una compagnia che creò il teatro politico algerino e andava recitando nelle officine, nelle università. Ricorda: «Fu un'esperienza dura, ma feconda. Quel teatro raggiungeva molta gente, era veramente popolare e naturalmente non passava alla tv». In quegli anni c'era al potere il partito unico, ma con diverse tendenze al proprio interno. Succedeva che l'Art non ricevesse alcun finanziamento dal ministero della Cultura, ma fosse sovvenzionato dal ministero del Lavoro. Una contraddizione? «No, per quel fluttuare di tendenze all'interno del partito-governo. Il ministero del Lavoro aveva coloriture di sinistra, era operaista». Oggi non si danno più sovvenzioni. Fadela Assous spiega che esistono le compagnie indipendenti, ma nessuna di queste è sovvenzionata. Il che rende superflua la censura. «Ufficialmente in Algeria la censura non esiste. Se decido di fare uno spettacolo non devo sottoporre il mio copione a nessuno. Ma non ricevere sovvenzioni significherà pure qualcosa». Aggiunge: «L'aite è apparentemente libera. Il nostro problema è il mostro che uccide, cioè l'insicurezza, la paura. La paura è intelligente come la fame e io, per paura, ho smesso di lavorare». Eccola perciò farsi emigrante. E' la quarta volta che viene a recitare in Italia. Giovedì sera inter¬ preterà al teatro Adua di Torino «Il sorriso ferito», ospite della rassegna «Identità e differenza». Poi se ne andrà a casa, in attesa della prossima chiamata. Dice che, ogni volta, torna in Algeria «col cuore pieno dell'amore degli altri». Lei, attraverso il teatro, porta l'amore e il dolore che nutre per il proprio Paese. Anche l'orgoglio. Confessa: «Resto in piedi per il mio Paese, faccio teatro per il mio Paese, difendo la sua anima, difendo le donne che combattono una battaglia così dura. Sento che, nonostante lo spettacolo della morte e delle atrocità quotidiane, la situazione cambierà e partorirà la democrazia». Ma, una volta a casa, dovrà vivere nascosta. «Cosa faccio? Sposto i quadri, i mobili, le pareti. Per non morire di noia faccio torte. Odio gli ambienti statici; e allora cambio in continuazione il mio paesaggio domestico». Osvaldo Guerrieri «Ho scelto di lavorare soltanto all'estero» Agenti dell'antiterrorismo in azione ad Algeri, e l'attrice Fadela Assous

Persone citate: Abdelkader, Adela Assous, Anna Magnani, Fadela, Vanessa Redgrave