Il settimanale snob dell'Unità di Enrico DeaglioMaria Grazia Bruzzone
Il settimanale snob dell'Unità Pubblicazione controcorrente per lettori che un volta si dicevano impegnati Il settimanale snob dell'Unità Nasce «il diario» diretto da Enrico Deaglio ROMA. Un titolo volutamente sottotono, scritto tutto in minuscolo, in caratteri poco appariscenti: diario della settimana. Un formato e ima grafica dai colori smorti che ricordano il sofisticato New Yorker, con poche selezionate immagini, vignette e riquadrati incastonati in un testo volutamente dominante. Il nuovo settimanale culturale del mercoledì abbinato all'Unità (ma dal giorno dopo lo si potrà comprare anche da solo a 1500 lire) si presenta come un anti-settimanale. All'insegna della diversità, della novità e con una pretesa di autorevolezza che il direttore responsabile Enrico Deaglio non esita a sottolineare. «Sarà un giornale autorevole e anche un cicinin chic», scherza (mica tanto) con un'espressione torinese che colpisce, nella cornice del Caffè Greco a via Condotti. Chic, ma forse anche un po' snob. Con quell'aria apparentemente dimessa e quelle mire alte, dichiarate dallo stesso Deaglio e dal direttore editoriale Renzo Foa: «Il piacere di fornire ai lettori buone letture e buone immagini; il piacere, per noi giornalisti, di proporre dei buoni articoli». E ancora, «curiosità», «voglia di saperne di più, di leggere temi seri e originali, di non seguire per forza l'agenda delle notizie fornite dalla televisione», sono le molle del lettore che il nuovo settimanale intende stuzzicare. Ben consapevole che si tratta di «una scommessa», accettata tuttavia da hen tre editori: Luca For- menton del II Saggiatore, Amato Mattia, già editore dell'Unità e oggi di Rosabella, e l'Arca attuale publisher della stessa Unità. E al lettore stanco della solita minestra di politica in salsa forte, al lettore che Deaglio e Foa non negano di mdividuare prima di tutto, ma non solo, in quella fascia di trentacinque-cinquantenni che un tempo si dicevano «impegnati», il diario offre un nuovo mix di pezzi che in comune sembrano avere la voglia di guardare le cose con uno sguardo minimalista. Ecco allora i commenti brevi (sul kitsch politico italiano, la Rai da privatizzare, il potere dei magistrati), un'inchiesta sul dee Jay Alberto Di Molfetta, un reportage sui cantieri fra Roma e Napoli tra attentati camorristici e espropri mai rimborsati, un ritratto non di Lorenzo Necci, ma del suo «guardiano», il direttore del carcere di La Spezia. Maria Grazia Bruzzone Enrico Deaglio dirige il «diario della settimana»
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