«la moda? Non è tutto nella vita» di Alain Elkann

Lite col ministero, chiude una chiesa Dal kibbutz alla passerella: Israele era troppo piccolo per i miei sogni «la moda? Non è tutto nella vita» «Prima di sfondare ho fatto il soldato e il barman» DOMENICA CON DEGAN AZ Degan, lei è nato in Israele, e ha vissuto in un kibbutz. Come mai ha poi scelto il mondo della moda? «Nella nuova generazione la moda è la cosa più importante. Negli Anni '90 tutti volevano fare i modelli o lavorare nella moda. Era come il cinema negli Anni 60: un modo facile per uscire alla ribalta». Cosa faceva nel kibbutz? «Lavoravo. Poi entrai nell'esercito. Ci restai fino ai 21 anni». Era una vita difficile? «Sì, per quanto riguarda la disciplina. Ma io non volevo combattere, perché non sono un eroe. Ero un semplice soldato. Era il periodo dell'Intifada, ma io mi occupavo soprattutto di catastrofi civili». Voleva andare via da Israele? «No. Israele mi piace molto, ma è piccolo. E io invece ho una visione mondiale della vita. E poi sono amico del mondo musulmano, cristiano, indiano, mi piace molto la differenza. Sono stato educato così dai miei viaggi». E i suoi genitori? «Mia madre è americana, mio padre israeliano. Io volevo soprattutto viaggiare. Certo, ero anche attirato dalla moda e dal cinema». E dove ha cominciato? «Giovanissimo, in Israele. Vivendo nel kibbutz però era difficile, non era possibile avere un agente. Poi andai a New York. Facevo il barman, poi mi ha scoperto uno dell'agenzia Elite». Come si sente ad essere un simbolo di bellezza maschile? «Non mi alzo ogni mattina guardandomi allo specchio e dicendomi "Come sei bello". Spesso mi sveglio e mi sento bruttissimo. E poi oggi c'è una gran differenza tra i modelli. Ci vuole carisma, personalità, identità». Lei che persona è? «Sono uno che si sente sulla strada giusta. E che si sente libero. La libertà è la cosa più importante nel mondo». Qual è il suo messaggio? «Cercare la propria ispirazione. Seguire i propri sogni e perseguirli fino in fondo. Non bisogna lasciarsi condizionare. Bisogna cercare di liberare la propria anima». Ma lei è religioso? «No, spirituale. La religione è una scelta, la spiritualità combina tut- to, anche la religione». Lei si batte perché ci sia la pace in Israele? «Sì, ma non solo in Israele. Per me è uno scopo da raggiungere. La pace è la mia priorità». Ma ci sarà la pace in Medio Oriente? «E' stato un problema per duemila anni, ma penso che ci sarà, se no non c'è più speranza. Io ho viaggiato per tutti i continenti e so che molti problemi vengono dalle minoranze». Che progetti di lavoro ha? «Ho appena girato un film con Vanzina, "Squillo". E' stata un'esperienza interessante, ma non mi considero ancora un attore. Ho imparato alcune cose tecniche. Sono passi su una lunga scala che è quella della vita. Credo che il prossùno scalino sarà più grande». Ha nuove proposte? «Molte. Ma il problema è scegliere quelle giuste». E cosa farà? «Voglio trovare la mia isola e avere la mia barca da pirata...» Adesso dove vive? «Oggi sono a Milano in albergo. Passo tutta la vita negli alberghi. Solo ogni tanto vado a casa mia, che è a Sydney, in Australia». Quanti anni ha? «Ventotto». Ha guadagnato molti soldi? «Non mi piace parlare di soldi». Ha molte donne? «Non ne voglio parlare. Lasciamo agli altri immaginare. Io mi proteggo, lascio illusioni. L'illusione è molto più forte della realtà. E' come il bikini, che lascia immaginare...». Ma lei è contento di fare il fotomodello? «Sì, ma non per sempre. Mi creda, non è un mestiere facile. E poi faccio molte altre cose: vado in barca, leggo. Soprattutto i libri che ispirano la mia immaginazione e sollevano il mio spirito: Paolo Coelho, Hermann Hesse, Castaneda...». E la Bibbia? «No, non la leggo ancora. Forse la leggerò un giorno. Devo essere pronto per leggerla». Le piace l'Italia? «Sì, l'adoro. Mi piacciono le opportunità di lavoro, il cibo, il caos, la cultura, l'arte e la differenza tra Nord e Sud». Lei si sente apprezzato in Israele? «Israele ha troppi problemi forti e contingenti. Ma forse con il tempo avrò successo anche laggiù». Alain Elkann «Dell'Italia adoro il caos e il cibo Vivo negli alberghi ma ho casa a Sydney Leggo Hesse e Castaneda e vado in barca» A sinistra Raz Degan Sopra: lo scrittore Herman Hesse

Persone citate: Castaneda, Degan, Herman Hesse, Hermann Hesse, Hesse, Paolo Coelho, Raz Degan, Spesso, Vanzina