Penitenza e assoluzione dal confessore elettronico di F. Gal.

Penitenza e assoluzione dal confessore elettronico GRAN BRETAGNA La Chiesa contro il programma per computer Penitenza e assoluzione dal confessore elettronico LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Tre Pater, Ave, Gloria. Ma la voce non è quella del prete, dietro una grata nella penombra. E' quella - un po' da automa, scandita con una fredda sicurezza senz'anima - che emerge da un chip di silicone nel cuore di un computer. E' nata la confessione elettronica: l'ordinatore che monda dei peccati, con la sicurezza del calcolo binario ma senza compassione. Il peccatore non si confronta con l'uomo che rappresenta Dio, ma con uno schermo che rappresenta se stesso, specchio - al più - di chi lo usa. E' la confessione del 2000, per chi è troppo indaffarato per andare in chiesa: una confessione fatta non di parole ma di clic, in poltroncina e non in ginocchio, definitiva dimostrazione che il computer è davvero penetrato in profondità nella nostra vita, tanto in profondità da soddisfare anche i bisogni dell'anima. Ecco il «confessionale elettronico», su dischetto alta densità; o, per gli utenti più esigenti, su Cd-Rom. Poco conta che la Chiesa cattolica non lo riconosca. «Il computer non serve se si vuole davvero il perdono e l'assoluzione ammonisce monsignor Keiron Conry, portavoce del cattolicesimo britannico -. Il Vaticano ha precisato che l'unica vera confessione è quella fatta di persona, con un prete. Non si può neppure fare per telefono». Ma questo non basta per scoraggiare chi crede di cavarsela con mouse e tastiera. Bugie? Tradimenti? Truffe? Che, clic, che. Ed ecco, immediata, la penitenza. Adulterio? Tre Pater e tre Ave. Fino all'omicidio: 50 Pater, Ave e Gloria, ma con il consiglio di vedere subito un prete vero e di costituirsi. E' il limite del silicone. [f. gal.]

Persone citate: Keiron Conry, Pater

Luoghi citati: Gran Bretagna, Londra