Voto a Managua Ortega ci riprova
I sondaggi danno in lieve vantaggio Arnoldo Aleman, candidato del centro-destra NICARAGUA I sondaggi danno in lieve vantaggio Arnoldo Aleman, candidato del centro-destra Voto q Managua, Ortega ci riprova Ma ora anche i sandinisti esaltano il mercato CARACAS NOSTRO SERVIZIO Il comandante sandinista Daniel Ortega, che arrivò alla presidenza del Nicaragua nel 1979 dopo una lunga lotta guerrigliera contro il regime del dittatore Anastasio Somoza, cerca un'altra volta di essere eletto presidente, dopo che nel 1990 fu battuto da Violeta Chamorro, vedova di un noto oppositore di Somoza e del sandinismo. Ortega, che non veste più l'uniforme guerrigliera, ma una semplice camicia bianca «simbolo della pace», dovrà affrontare nelle elezioni di domenica Arnoldo Aleman, un proprietario terriero dell'antisandinista Alleanza Nazionale, che fu sindaco di Managua fra il 1990 e il 1995. Anche se Ortega è cresciuto negli ultimi mesi da un 20 per cento nelle preferenze degli elettori, fino a un 42 per cento, Aleman, che in ogni occasione ricorda la dura guerra contro i ribelli «contras» durante il governo sandinista, che lasciò quarantamila morti in questo Paese di quattro milioni di abitanti, potrebbe ricevere fino al 45 per cento dei voti, secondo i sondaggi più favorevoli. Aleman, ex membro della Gioventù liberale somozista e incarcerato per un breve periodo dopo la caduta di Somoza, è oggi un imprenditore privato, lanciato alla politica attiva come sindaco di Managua e che dichiara di non avere rancori verso il sandinismo. Cinquantenne come Ortega, Aleman, amante della bella vita, («Noi grassi siamo felici», dichiara) definisce se stesso «un democratico convinto» e cerca di allontanare le voci che lo legano al somozismo. Ortega, sviluppa un discorso di riconciliazione e promette in continuazione che «il sangue non scorrerà più» in Nicaragua, mentre dichiara di non essere mai riuscito a diventare ateo, malgrado i difficili rapporti con la Chiesa cattolica durante i suoi undici anni di governo. Magro, abituato ad alzarsi prestissimo la mattina, Ortega, dall'apparenza vitale malgrado alcuni recenti problemi cardiaci, riconosce oggi che durante il suo governo ci sono stati gravi sbagli, «ma solo chi non agisce, non sba¬ glia», dice. Infatti, per queste elezioni, Ortega ha negoziato con i «contras», con la promessa di dar loro tre ministeri e porta come candidato alla vicepresidenza Juan Manuel Caldera, un allevatore di bestiame che fu espropriato dal governo sandinista. Durante il governo sandinista ci sono stati circa 15 mila espropri, l'economia è stata statalizzata ed è stata imposta la censura alla stampa. Ora, sia Ortega, sia Aleman si propongono innanzitutto di rilan¬ ciare l'economia attravèrso l'apertura agli investimenti stranieri ed eventuali accordi con il Fondo monetario internazionale e la Banca Mondiale. Aleman ha promesso la creazione di centomila posti di lavoro nel primo anno di governo. Ortega, intanto, assicura che il suo governo riconoscerà l'iniziativa privata «come il principale motore dell'economia» ed ammette che dovrà fare accordi con gli organismi multilaterali, anche se ancora oggi si sente un «rivoluzionario» e pensa che «il mondo non è dei più giusti». Per le elezioni di domenica, sorvegliate dall'Unione europea e dall'Organizzazione delle Nazioni Unite, sono iscritti 2,4 milioni di elettori di età superiore ai 16 anni. Ma tutti prefigurano un secondo turno elettorale, verso i primi di dicembre, poiché la legge elettorale nicaraguense richiede almeno il 45 per cento dei voti per le elezioni presidenziali, che, secondo le previsioni, non riusciranno ad avere né Aleman, né Ortega. Nina Negron ll leader sandinista Daniel Ortega
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