Ciampi insedia il comitato-Euro di Stefano Lepri

Ciampi insedia il comitato-Euro Ciampi insedia il comitato-Euro ROMA. «Condivido le preoccupazioni di Hans Tietmeyer»: e due. Il ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi si ripete per convincere che sulla moneta unica fa sul serio. Altro che inveire contro la Bundesbank cattiva che ci vuole lasciare fuori. L'Italia, secondo il ministro del Tesoro, deve arrivare ai parametri di Maastricht senza trucchi, ed essere capace di restarci. E' un nuovo avvertimento alla maggioranza che sostiene il governo: il deficit '97 deve essere fermato ad ogni costo al 3%, versione «conto delle amministrazioni pubbliche» valida per il giudizio europeo. Ciampi non lo dice a chiare lettere, ma questo comporta che i 12.500 miliardi che mancano alla manovra non si potranno trovare con trucchi contabili e che forse se ne dovranno trovare anche più di 12.500. All'indomani dell'incontro tra Romano Prodi e Helmut Kohl, la parola d'ordine del governo è: convincere i mercati che l'Italia può entrare nella moneta unica dall'inizio, il 1° gennaio '99. Per la prima volta, anche un importante istituto tedesco come la Deutsche Bank, in un rapporto presentato ieri, ipotizza che questo possa avvenire (pur se continua a ritenere più probabile che Italia, Spagna e Portogallo debbano attendere). Secondo alcune voci, raccolte dal Times di Londra, nell'incontro di Bonn si sarebbe discusso in realtà di come assicurare all'Italia un ingresso facile in un secondo momento, dopo un'anticamera di uno o due anni. Le fonti ufficiali e ufficiose, italiane e tedesche, smentiscono. La fase di anticamera appare pericolosa per i sommovimenti valutari che potrebbe provocare, con pressioni al ribasso sulla lira. Le nostre banche non la vogliono perché temono di restar tagliate fuori dal mercato dell'Euro che si svilupperà. Sono i «falchi» dentro la Bundesbank ad agitare invece l'ipotesi di un rinvio per tutti, sgradito sia a Kohl sia a Chirac perché in entrambi i Paesi ci Il ministro Ciam i sono elezioni nel '98. Ciampi sembra convinto che la partita è ancora tutta da giocare; concorda con la Bundesbank e con il collega tedesco Theo Waigel che «se per timore di un Euro debole i tassi di interesse salgono, è un guaio per tutti». In ogni caso, guai ad ammettere in anticipo che l'Italia attenderà il secondo turno. Più apparirà credibile l'ingresso nel '99, più i tassi di interesse scenderanno rendendolo realistico. I tassi attuali sono coerenti con la previsione di 2-3 anni di anticamera. Per questo ieri Prodi e Ciam- pi hanno voluto dare la massima solennità alla inaugurazione del «comitato per l'Euro». Presieduto dal sottosegretario al Tesoro Roberto Pinza, con membri importanti come il vicedirettore generale della Banca d'Italia Tomaso PadoaSchioppa e il ragioniere generale dello Stato Andrea Monorchio, dovrà occuparsi di tutti i problemi pratici che deriveranno dal cambio della moneta. «Non è mai successo - ha detto il presidente del Consiglio - che un gruppo di Stati sovrani abbia cercato volontariamente di mettere in comune un aspetto tanto importante del potere statale come è la moneta». A tutto occorrerà pensare, dai telefoni che funzionano con la moneta alla contabilità delle imprese e dello Stato. Sorgeranno una infinità di problemi legali. C'erano in sala gli ambasciatori dei Paesi dell'Unione europea ed anche il rappresentante a Roma della temuta Bundesbank. Ciampi ha insistito soprattutto sulla «stabilità» ossia sulla necessità di sconfiggere l'inflazione (il 3% a fine anno «resta a portata di mano» nonostante il rincaro del petrolio) e di risanare in modo durevole la finanza pubblica. Per questo l'Italia è d'accordo sul «patto di stabilità» che la Germania vuole aggiungere al trattato di Maastricht, pur se dissente su alcuni dettagli. Stefano Lepri Il ministro Ciampi