Sos a Napolitano: fermi i «giustizieri» dei gay
Sos a Napolitano: fermi i «giustizieri» dei gay Allarme di Grillini dopo l'assassinio del critico Sos a Napolitano: fermi i «giustizieri» dei gay A Roma 16 delitti negli ultimi sei anni Un biglietto è la pista per l'ultimo omicidio ROMA. Un biglietto del teatro romano Valle: è su questo indizio che la polizia sta lavorando per dare la svolta alle indagini sulla morte di Dante Cappelletti, 50 anni, il critico teatrale trovato ucciso giovedì mattina nel suo appartamento romano. A Cappelletti la direzione del Valle aveva dato tre biglietti per lo spettacolo di mercoledì, e ora le indagini dovranno stabilire se il terzo tagliando, che non si trova, sia stato usato da qualcuno, un qualcuno che potrebbe essere il killer. L'autopsia dovrà accertare con precisione l'ora del delitto. Il critico sarebbe stato strangolato all'alba dopo una discussione, i vicini hanno sentito voci concitate. Ma non ci sarebbe stata tuia colluttazione perché l'appartamento non era in disordine. Il giudice Marini ha ordinato un esame tossicologico per accertare se la vittima aveva assunto sostanze stupefacenti. La morte di Cappelletti, il sedicesimo omosessuale ucciso a Roma dal 1990, ha provocato le reazioni della comunità omosessuale. Nelle stesse ore in cui Veltroni ne ricordava l'illustre figura professionale, il presidente nazionale dell'Arci Gay-Lesbica, il bolognese Franco Grillini, chiedeva «un immediato incontro» col ministro dell'Interno, Giorgio Napolitano. Grillini si era incontrato con un predecessore di Napolitano, Roberto Maroni, 0 22 agosto '94, per lo stesso motivo: è convinto che ci siano uno, o più, serial killer di omosessuali, a Roma come in altre città italiane, e chiede che siano svolte indagini più incisive. Anzi, propone un libro bianco sugli omicidi degli omosessuali, con tre consigli fondamentali per evitare incontri che potrebbero rivelarsi fatali: non rivolgersi al mondo della prostituzione, non portare sconosciuti in casa e se succede informarne sempre qualcuno. La firma del libro dovrebbe essere congiunta: ministero dell'Interno e Arci-Gay. Sarebbe un'iniziativa che segnerebbe una rottura col passato. «Napolitano è del mio stesso partito, lo conosco bene, ho più possibilità di essere ascoltato», dice il presidente dell'Arci-Gay. Ma quale sarebbe, Grillini, il fattore che fa scattare questa serie di omicidi fotocopia, vittime sempre omosessuali benestanti, ultra quarantenni, uccisi in casa loro durante, o dopo, un incontro sessuale? «E' l'omicidio Pasolini che si ripete all'infinito. Lo scrittore aveva una gran vergogna della sua omosessualità. Ecco, io sono convinto che ci sia un gruppetto di ragazzi di vita, eterosessuali e disperati, pronti a tutto, che profittano dello stato di vergogna in cui versano questi omosessuali figli di una cultura in cui veniva negata l'omosessualità. Hanno ormai il rifiuto dentro la loro psiche, e questo li porta ad accettare situazioni di rischio, come i rapporti occasionali in casa. La situazione romana è solo la punta dell'iceberg: ogni anno vengono uccisi in Italia 250 omosessuali, fra i tre e i cinque a stttimana». E perché questi delitti si ripetono con tanta frequenza? «Perché sono facili, sempre insoluti, chi li commette sa che difficilmente sarà identificato. Come in "Cruising", se lo ricorda il film con Al Pacino, 15 anni fa? E poi sono delitti favoriti dal pregiudizio, che voi giornalisti alimentate». In che modo, Grillini? «Facendo titoli sempre inevitabilmente uguali: delitto gay, omicidio nel mondo degli omosessuali. Nulla di più falso: nei nostri locali, nei nostri ritrovi, la violenza è sempre assente. Siamo noi le vittime degli eterosessuali, ma questo i giornali non lo scrivono mai». Paolo Potetti
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