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In fuga dalla giustizia In fuga dalla giustizia L'odissea di 2 fratellini polacchi adottati MATERA. Amelia e Silvio, i due fratelli polacchi di 9 e 11 amii adottati in Polonia dai coniugi Giuseppe Mossuto, di 52 anni, e Concetta Santarcangelo, di 47, di Montescaglioso, sono di nuovo «in fuga». I genitori adottivi vogliono così evitare che sia data esecuzione ad un prowedirnento del Tribunale di Potenza di ricovero in istituto dei due bambini. Giovedì assistenti sociali e forze dell'ordine si sono recati a Montescaglioso sia in casa dei Mossuto, sia nella scuola frequentata dai due fratelli per condurli in istituto, ma senza esito, perché Concetta Santarcangelo si era allontanata dal paese con i bambini. Già nel marzo 1995 i coniugi Mossuto si erano resi irreperibili per qualche giorno, nel timore che fossero loro tolti i due bambini, i quali, per la legge italiana, non possono essere loro figli adottivi. La nuova «fuga» è l'ennesimo capitolo di una vicenda fatta di ordinaria e straordinaria burocrazia: il 16 settembre 1994 il tribunale regionale di Iaworzno (Polonia) ha dichiarato l'adozione dei piccoli Silvio e Aurelia da parte dei Mossuto. Due mesi dopo, il 14 novembre, i coniugi hanno chiesto al Tribunale per i minorenni di Potenza che fosse dichiarata l'efficacia in Italia della sentenza straniera. Ma la richiesta è stata respinta. E ora si aspetta un secondo pronunciamento della Cassazione. Concetta Santarcangelo dice: «Mio marito ed io condividiamo l'affetto per Aurelia e Silvio e ci stiamo battendo insieme per evitare che essi finiscano in istituto. I bambini hanno capito tutto e continuano a ripetere che vogliono restare con noi. "Che vogliono da noi i giudici e i carabinieri?", mi ha chiesto Silvio. Del resto, è chiaro che, dopo la sentenza della Corte Costituzionale, che non vincola più l'adozione all'età dei genitori, nessuno potrà mai toglierci i due nostri figli». [e. s.]