Il meo culpa di re Alberto

Il sovrano in tv con i parenti delle vittime, mentre la protesta diventa guerriglia urbana Il sovrano in tv con i parenti delle vittime, mentre la protesta diventa guerriglia urbana Il meo culpa di re Alberto «Siamo responsabili per i bimbi uccisi» BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Qualcuno sperava che l'ondata di indignazione popolare per la rimozione di Jean-Marc Connerotte, il giudice «acchiappa-mostri», si sarebbe sgonfiata da sola. Che le manifestazioni e gli scioperi spontanei sarebbero durati lo spazio d'un mattino. E' accaduto invece il contrario. In tutto il Paese studenti, operai, impiegati e pensionati scendono in piazza, assediano i tribunab, bloccano strade e ferrovie. E mentre crescono i timori per la grande «marcia bianca» che si terrà domani a Bruxelles, nelle Fiandre la protesta già degenera in guerriglia urbana. La classe politica si è rivelata incapace di far fronte a quella che appare ormai come una crisi grave. E allora ieri, rompendo ogni tradizione protocollare e costituzionale, Alberto II ha preso l'iniziativa, rivolgendosi con parole semplici a tutto il popolo. La regina Paola seduta alla sua destra, il ministro della Giustizia Stefaan De Clerck a sinistra, il re ha pronunciato in diretta tv il discorso di apertura della «tavola rotonda» convocata nella sala del trono, alla presenza dei familiari delle vittime dei mostri: «Quella che abbiamo vissuto in Belgio, con la sparizione e la morte di bambini in circostanze or- Migliaia di alunni con i loro insegnanti ed altri manifestanti hanno protestato ieri nelle strade di Florennes contro la ricusazione del giudice che indagava sul «mostro» pedofilo di Marcinelle [FOTO ANSA] ribili, costituisce una vera tragedia nazionale», ha esordito. I numeri del fenomeno fanno impressione: 340 minori assassinati dal 1990 al '94, 278 dei quali sotto i 14 anni. Molti altri sono quelli scomparsi senza lasciar traccia. «Deve essere fatta chiarezza totale su questa tragedia, sulle sue origini e le sue ramificazioni. E in tempi ragionevoli. Questa tragedia deve essere ora l'occasione per un risveglio morale e un cambiamento profondo del nostro Paese. Ciò richiede a tutte le autorità un'attitudine di umiltà». E lui stesso, Alberto, ha dato l'esempio, dicendo che «il dovere di un capo di Stato è in primo luogo garantire la sicurezza di tutti i cittadini, soprattutto i più vulnerabili: i bambini. In questo caso c'è stato un fallimento. Molti errori sono stati commessi, e le famiglie delle vittime sono state trattate senza umanità». Infine \w appello a «quelli di voi che organizzano la "marcia bianca" domenica a Bruxelles. Volete attirare l'attenzione affinché la sicurezza dei bambini sia rispettata ovunque. Vi incoraggio a farlo con spirito costruttivo e nel rispetto delle istituzioni democratiche. La regina ed io siamo con voi». In spirito, perché fisicamente la coppia reale partirà proprio domenica per il Giappone in visita di Stato. E tuttavia U re ha saputo toccare nella popolazione quelle corde che i politici sembrano aver dimenticato. Ieri il governo ha finalmente tenuto una riunione straordinaria, lanciando un appello alla calma in vista della «marcia bianca». Ma la tardiva iniziativa è stata accolta con derisione, perché nelle stesse ore, in Parlamento, i deputati litigavano per aggiudicarsi la presidenza della Commissione d'inchiesta sulla pedofilia. La protesta così, monta. Il centro dell'antica città di Gand è stato percorso in corteo da 15 mila studenti, che hanno poi tentato di dare l'assalto al Palazzo di giustizia, già assediato cu decine di camion della nettezza urbana. Gli squadroni della gendarmeria sono stati bersagliati con pietre e bottiglie. E sono partite le cariche. Ad Anversa cinquemila studenti hanno ancora una volta attaccato il tribunale, gridando «ci vergogniamo di essere belgi», «vogliamo la verità». La polizia ha caricato ripetutamente, arrestando 60 persone. Gravi disordini anche a Ostenda, dove migliaia di studenti hanno attaccato il palazzo di giustizia, e gli operai dell'industria hanno bloccato l'autostrada del mare. In Vallonia non ci sono stati incidenti, ma studenti e operai hanno manifestato a Namur, Huy, Mons e Liegi. Ed a Bruxelles pompieri, spazzini e tranvieri, assieme agli studenti, hanno bloccato per ore il centro, circondando il tribunale con camion e autogrù, e bloccando con i tram tutta la strada che dal palazzo di Giustizia arriva a palazzo reale. Sono stati venduti 50.000 biglietti per i 27 treni speciali che domani porteranno i manifestanti nella capitale. E in tutto il Paese «non si trova più nemmeno un camion a nolo». Fabio Squillante

Persone citate: Alberto, Alberto Ii, Fabio Squillante, Stefaan De Clerck

Luoghi citati: Anversa, Belgio, Bruxelles, Giappone, Liegi, Mons, Ostenda