A Nizza calvario del clochard

A Nizza, calvario del clochard A Nizza, calvario del clochard Nel laboratorio della destra «per bene» tiene perpetuamente in tasca. E si cali un velo pietoso sulla xenofobia alla «l'ùrimigrazione avvelena i cittadini ma è come la polvere: riesce impossibile spostarla. Ma io ci proverò». E' che Peyrat Jacques - con il suo blazer impeccabile, il viso alla Rossano Brazzi, la suasiva voce baritonale acchiappa-giurati seduce i non giovanissimi. E Nizza, si sa, attira gli over-Fifties. I torpedoni scaricano, come ogni giorno, francesi attempati e italiani increduli. «Sarà colpa del franco» dice Ines Grosso, cuneese, inebetita davanti a melanzane da 11 .500 lire il chilo sui banchi del mercato. Manno: per una volta la lira è innocente. Se a Nizza è virtualmente impossibile affittare un alloggio sotto i due milioni, pagarsi l'autobus con l'equivalente del metrò parigino e rientrare dalla spesa non spolpati, bisogna prendersela, semmai, con gli insondabili misteri di una città cronicario per ricchi che non rinuncia tuttavia alla freschezza popolana, ma dove l'inciucio trionfa sovrano. Tra i numerosi record nazionali - '93, le liquidazioni giudiziarie; '94, le multe - Nizza vanta quello, più significativo, della «famiglia regnante». Per sessantanni - caso unico in Francia - i Médecin (Jean dal '28, il figlio Jacques tra il '66 e il '90 prima di fuggire in Sudamerica per malversazioni) hanno messo a punto un impero consociativo di cui Peyrat raccoglierebbe - dicono i maligni - i frutti tardivi. Alle tradizionali «battaglie dei fiori», preferivano quelle per rintuzzare, nei per altro rari appalti, le imprese «non amiche». E' un vero e proprio regime, il medecinismo, dalle connivenze tentacolari e un'inconfessabile propensione per la Destra revanscista. Ascoltiamo il grande elettore di Peyrat, Gilbert Stellardo, italofrancese come lo sono un po' tutti nel Golfo complici una frontie- ra vicina e le nostalgie sabaude, nonché presidente della Camera di Commercio. «Sarebbe stato catastrofico per la nostra immagine veder eleggere un primo cittadino con l'etichetta Front National. Le maggiori agenzie turistiche internazionali sono.tenute da ebrei, particolarmente sensibui all'avanzata dell'Estrema Destra. La Costa Azzurra rischiava il boicottaggio. Sono fiero d'aver fatto uscire Peyrat dal fn. Ora è politicamente vergine». Demi-vierge, bisognerebbe forse dire. «Ne ho abbastanza di fare il Poulidor, l'eterno secondo davanti a qualche Anquetil di passaggio» dichiarava solo tre anni fa. «Spero che Jean-Marie Le Pen comprenda che se accantono il suo marchio è solo per tracciare una strada nuova, percorrendo la quale non saremo più demonizzati». Benvenuti, dunque, nella capitale criptolepenista di Francia. Peyrat vuole farne una vetrina. Per ridare fulgore alla sonnacchiosa Opera locale, ha chiamato Del Monaco junior. E il negletto Palais de la Mediterranée dovrebbe rinascere dalle sue ceneri. «Lanciamoci: ne faremo un casinò», si accalora il Sindaco, che ha l'esortazione facile e l'ironia graffiante. «Cari colleglli delle Sinistre, non dubito ospiterete personalmente in casa i clochard le cui miserie sembrano commuovervi tanto» fustigava solo una settimana fa gli oppositori del referendum. Roulette, dunque, e baccarat per chi ne ha i mezzi. E ai poveri, ci penseranno i flic. Il quartiere di Ariane - una banlieue d'ordinaria delinquenza - avrà in regalo due caserme e un commissariato. Perché il manager Peyrat vuole durare. La bonifica urbana delinquenti, clandestini, barboni - è solo il primo passo per lanciare Nizza all'inseguimento di Cannes. Il reduce della giungla indocinese sogna la rivincita sull'eterna rivale del modello nizzardo. Cannes ha la moda, il cinema, i ragazzi, le americane in formato pre-dentiera, i vip(s). Di che far ingelosire Nizza con i suoi polverosi tesori barocchi, i diciotto tra musei e gallerie, l'università in cui 2Q mila ventenni provano disperatamente ad abbassare l'età media cittadina. La nuova Amministrazione vorrebbe scuotere il sonnacchioso business locale, ed entrare nel terzo millennio con il Musée Matisse, vabbe', ma anche le slot machines. E per modernizzare la Baia degli Angeli ci vogliono i giovani. Mentre le «Florida Plage» o «Blue Beach» che le piantine segnalano volenterose hanno la freschezza delle gemelle Kessler. Il tutto, beninteso, mettendo alla porta i questuanti. Parola d'ordine, emarginare gli emarginati, escludere gli esclusi. Jacques Chirac predica con veemenza l'esatto contrario dal maggio '95. Tranquilli: nessuno denuncerà ai probiviri rpr il Sindaco francese che vorrebbe rifilare ad altri sindaci come lui i non meno francesi Patrick e Sylviane. Ma commercianti ed operatori turistici - il nerbo dell'elettorato preferiscono non cogliere le implicazioni surreali dell'iniziativa. Jacques Peyrat chiede, in sostanza, carta bianca per estendere agli altri rioni le misure repressive applicabili sinora solo nel centro storico, e rinnovarle periodicamente. Sogna un'investitura plebiscitaria. E forse l'avrà. La Nizza '96 non è la cenciosa Londra descritta nell'Opera da Tre Soldi. Che i pezzenti escano dalle loro tane, si organizzino per marciare sul Quai des Etats Unis, Notre Dame o l'Avenue Jean Médecin sommergendo l'«altra Nizza», quella danarosa e benpensante, entusiasmerebbe Brecht. Ma non se ne parla nemmeno. i Enrico Benedetto Ironizza Peyrat: spero che i colleghi delle sinistre ospitino a casa loro i vagabondi