Servili segreti la rivoluzione dell'Ulivo

Vìnce il «partito dei prefetti», fuori i carabinieri. Stelo al Sisde, Battelli al Sismi, Berardino al Cesis Vìnce il «partito dei prefetti», fuori i carabinieri. Stelo al Sisde, Battelli al Sismi, Berardino al Cesis Servili segreti, la rivoluzione dell'Ulivo Scalfaro freddo: decisione che toccava al governo ROMA. Alla fine la «rivoluzione» annunciata c'è stata, rapida e repentina. Il governo ha rimosso i capi dei Servizi segreti e li ha sostituti con tre nomi nuovi: alla guida del Sisde va il prefetto di Torino Vittorio Stelo, e sostituisce il generale dei carabinieri Marino; al Sismi va l'ammiragho Gianfranco Battelli, un uomo della Marina al posto di uno dell'Esercito, il generale Siracusa; il Cesis, organismo di coordinamento dipendente dal capo del governo, sarà guidato dal prefetto di Firenze Francesco Berardino, che rimpiazza il prefetto Pierantoni. Un cambio della guardia totale e signficativo che - spiega il vicepresidente del Consiglio Walter Veltroni - non ha alcun rapporto col ritrovamento della microspia nello studio di Berlusconi, e anticipa la più generale riforma dei Servizi di informazione e sicurezza. Una «rivoluzione» non solo nei nomi ma anche nei ruoli che le varie amministrazioni dello Stato avranno alla guida degli 007. Sono rimasti fuori i carabinieri, che fino a ieri avevano un loro uomo alla direzione del Sisde, il Servizio «civile», ed esce rafforzato il «partito dei prefetti», gli uomini del ministero dell'Interno che adesso hanno due posti su tre. Inoltre, è rimasto intatto l'assenso nel dipartimento della Pubblica sicurezza, la guida della pohzia: il capo Fernando Masone e il suo vice Gianni De Gennaro, i cui nomi erano circolati nelle ultime ore precedenti le nomine, restano al loro posto, continuando il lavoro cominciato due anni fa. Proprio sui carabinieri rimasti «a bocca asciutta» si appunta qualche polemica politica, soprattutto all'indomani dello scontro su tutt'altre questioni - tra il capogruppo del pds Mussi e il comandante generale dell'Arma Federici. E se le critiche riguardano il metodo della nomine fatte a tamburo battente, a due anni dall'avvicendamento voluto dal go¬ verno Berlusconi, sui nomi dei prescelti non ci sono mugugni. Francesco Beradino, che dirigerà il Cesis, ha 61 anni, e prima di approdare a Firenze ha lavorato a Roma, come capo segreteria dell'ex capo della polizia Parisi, e in precedenza a Bologna, dove è stato dirigente della Digos e capogabinetto della Questura. «E' un incarico che fa tremare il sangue ha detto ieri, subito dopo la nomina - anche per quanto scritto negli ultimi tempi sulla stampa, per i veleni, per le diffidenze sui Servizi. Il primo obiettivo non è quello di far rinascere i Servizi, ma di far crescere la fiducia dei cittadini e dei magistrati nei Servizi stessi». L'ormai ex prefetto di Firenze sostiene che la gran parte del corpo degli 007 è comunque sana: «I Servizi sono fatti di uomini, e sono sicuro nelTaffermare che la maggioranza di loro non sono fuori dalla legalità, e sentono fortemente, come me, 0 senso dello Stato». Alla guida del Sisde è stato chiamato il prefetto Stelo, 56 anni, che prima di diventare prefetto di Torino, un anno fa, ha lavo- rato a Roma, al ministero dell'Interno e a palazzo Chigi, come vicesegretario generale. Il nuovo capo del Sismi, invece, Gianfranco Battelli, 59 anni, ha esperienza di Servizi segreti perché negli anni Ottanta ha lavorato nel Sios della Marina; nel '92 è approdato al ministero della Difesa dove ha fatto il vicecapo di gabinetto e poi, dal gennaio del '94, il capo di gabinetto. La riforma annunciata da Veltroni è «un'esigenza - spiega lo stesso vicepremier - da cui bisogna partire perché, oltre all'avvi- cendamento ai vertici si deve mettere mano ad un intervento complessivo». Punto di partenza sarà il lavoro parlamentare degli anni passati, ma nel comunicato con cui palazzo Chigi ha annunciato le nomine c'è un esplicito riferimento al Cesis, quando si parla di «efficace coordinamento unitario, sotto la responsabilità politica del presidente del Consiglio». Il comunicato parla anche di «chiara definizione e distribuzione dei compiti tra i Servizi», che evidentemente adesso non c'è, e di un «intenso controllo e forte impulso da parte del comitato parlamentare di controllo sui servizi di informazione e sicurezza». Come dire che il Parlamento dovrà controllare meglio e con più poteri, come era stato auspicato dal Cis nella scorsa legislatura. Sul rafforzamento del Cesis, il nuovo segretario generale Berardino dice: «La legge la farà il Parlamento, se sarà chiesto darò il frutto della mia esperieza. Il Cesis potrebbe ricoprire un ruolo di crocevia come anche potrebbe essere cancellato dall'attuale panorama», [gio. bia.] CHI COMANDA GLI 007