Servizi segreti cambiati i vertici di Gad Lerner

UNA TREGUA TRA GIUDICI E POLITICI Bianco: riserve sul metodo. Il Polo all'attacco. Scalfaro: scelta del governo Servili segreti, cambiati i vertici D'Alema: subito la Bicamerale o il Paese sprofonda UNA TREGUA TRA GIUDICI E POLITICI ORMAI non possiamo più pretendere che il lettore si orizzonti dentro l'oscuro labirinto dei conflitti che vedono opposte Luna contro l'altra le diverse articolazioni dello Stato, procure della Repubblica, corpi militari, servizi segreti di cui proprio ieri il governo ha sostituito i vertici. Diciamo in sintesi che l'assai poco edificante vicenda del confidente Pacini Battaglia, nonché lo scontro non più sommerso tra i vertici della Guardia di Finanza e il pool milanese di Mani pulite, confermano una previsione condivisa peraltro dagli stessi magistrati in prima linea nelle inchieste sulla corruzione diffusa: così com'è impensabile che un fenomeno sociale di amplissimo raggio quale Tangentopoli trovi soluzione solo per via giudiziaria; allo stesso modo il peso eccessivo acquisito necessariamente dalla magistratura dentro il vuoto prolungato degli altri poteri ha finito per riprodurre al suo interno lacerazioni e guerre per bande. Risultato, sempre più di frequente il lettore è portato ad estendere ai magistrati il giudizio ingeneroso che da tempo riserva ai politici: sono tutti uguali. Il che non era vero per i politici, così come non è vero per i magistrati. Essendo questo il quadro d'insieme, allora è giusto chiedersi se ci possa essere una via d'uscita ragionevole e praticabile, al di là dei richiami generici al primato della politica e alla palingenesi costituente, per porre freno - ora e subito - alla guerra non dichiarata tra le diverse articolazioni dello Stato. Una guerra che potrebbe alla lunga mettere a repentaglio lo stesso sistema democratico. Gian Carlo Caselli, un magi- Gad Lerner CONTINUA A PAG. 12 PRIMA COLONNA ROMA. Rivoluzione ai vertici dei servizi segreti: l'ammiraglio Gianfranco Battelli va a dirigere il Sismi; al prefetto Vittorio Stelo viene affidato il Sisde e il prefetto Francesco Berardino va ad assumere le funzioni di segretario generale del Cesis. L'avvicendamento, sottolinea una nota di Palazzo Chigi, era «da tempo all'attenzione del governo» e il vicepresidente Walter Veltroni spiega che non va messo in relazione con la vicenda della microspia trovata nello studio di Berlusconi, leader di Forza Italia. Ma il Polo è partito subito all'attacco («Hanno sbagliato i tempi», ha commentato Fini) e, anche nella maggioranza c'è chi dissente: Bianco (ppi) pone riserve sul metodo, Ripa di Meana (Verdi) parla di «epurazioni di massa». E il Capo dello Stato si chiama fuori: è una scelta che sta nei poteri del governo. Intanto, il leader pds schiaccia il piede sull'acceleratore: questo Paese senza le riforme crolla. Grignetti, Meli Minzolini e Rizzo ALLE PAG. 2 E 3 INTERVISTA «Un ribaltone ordinario» m «E' un ribaltone ordinario»: Francesco Cossiga (nella foto) commenta il cambio ai vertici dei servizi segreti. «La cimice di Berlusconi non c'entra. E' cambiato il governo, ed è cambiata la linea politica» Tiberga A PAG, cam ^cam ad e ca». I 'AG. 2 I

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