Sandro Curzi «Se offende blocco tutto» di S. Man.

Sandro Curai Sandro Curai «Se offende blocco tutto» ROMA. «Rispetto della verità dei fatti, delle persone, dei parenti, del loro dolore: questi sono i principi su cui si basa la trasmissione». Sandro Curzi, conduttore del dibattito dei «Grandi processi» (da stasera, tutti i venerdì sera su Raiuno), si dice sorpreso dalle accuse mosse dalla famiglia Sutter. Vuole dire che non manderà in onda il film che ricostruisce il rapimento e l'uccisione della piccola Milena? «I familiari hanno presentato ricorso alla magistratura. Noi rispetteremo la decisione dei giudici». Tra le critiche, c'è anche quella di avere ricostruito la vicenda in maniera distorta. «Non ho ancora visto il film, in quanto la puntata sul processo a Bozano è prevista per la fine di novembre. Ma se scoprissi che è così, sarei io il primo a bloccare la messa in onda e a cancellare il dibattito. Non voghamo neanche che la fiction sia offensiva: non sono un guardone, non ho mai spiato dal buco della serratura, neanche, da bambino, e non comincerò adesso». Non sarebbe stato meglio lavorare d'intesa con la famiglia Sutter? «Spero che sia stato fatto. Le ricostruzioni dei processi sono molto meticolose: gli avvocati e i giudici nel film ripetono le stesse parole pronunciate in aula riprese dai verbali e tutte le "verità" vengono presentate, nel rispetto comunque della sentenza. Il dibattito, viceversa, è libero perché rientriamo nel diritto di cronaca: ci chiederemo come sono state condotte le indagini, se la verità emersa in aula convince, che cosa c'è dietro a certi delitti. La prima puntata sarà dedicata al caso Fenaroli, ma è ovvio che parleremo anche dello scandalo Itale asse». E il diritto all'oblio? «Noi lavoriamo con l'idea che questi sono momenti più della storia, che della cronaca. E cerchiamo di leggerli con gli occhi di oggi, senza offendere nessuno», [s. man.]

Persone citate: Bozano, Fenaroli, Sandro Curzi, Sutter

Luoghi citati: Roma