«Politici-giudici, intervenga il Csm»

«Politici-giudici, intervenga il Csm» Il procuratore di Palermo a Bruxelles: il dibattito in una sede istituzionale «Politici-giudici, intervenga il Csm» Caselli propone: può coordinare il confronto BRUXELLES. Giancarlo Caselli rilancia dal Parlamento europeo la sua proposta di un confronto tra giudici e politici per superare quella che definisce una «sofferenza». E la precisa, chiedendo non una tavola rotonda, ma «una sede istituzionale», coordinata dal Parlamento o dal Csm. E' una proposta conciliatoria, che però contiene di fatto il germe di un rafforzamento del ruolo politico dei magistrati. Il gruppo liberal-democratico dell'Europarlamento l'ha invitato a parlare di mafia. E il procuratore di Palermo parla della criminalità organizzata come della «prima industria del pianeta», con «un patrimonio occulto stimato tra i 700 ed i mille miliardi di dollari». Si dice favorevole a «sanzioni economiche contro quegli Stati che ostacolano» i controlli patrimoniali, e propone di esportare in Europa la legislazione italiana sui pentiti. Poi, finito il dibattito, il discorso si sposta sull'Italia. A chi parla di Stato di polizia, Ca- selli risponde che è «una forzatura polemica. Ci sono ancora notevolissimi sforzi da fare per ripristinare un minimo di legalità, soprattutto in alcune regioni devastate dalla mafia». Eppure le vicende degli ultimi giorni hanno reso ancora più drammatico lo scontro tra la magistratura ed il mondo politico, che denuncia le invasioni di campo dei giudici. «Se si riesce a trovare una sede istituzionale nella quale magistrati e politici discutano apertamente, ciascuno portando Ù suo contributo, si potrà raggiungere un accordo che superi le contrapposizioni - dice Caselli - e credo possa essere fatto un passo avanti verso l'uscita da questo tunnel, da questa sofferenza in cui ci troviamo». Che non sia l'ennesima tavola rotonda, però: «Una sede istituzionale, che potrà essere prevista dal Parlamento, o coordinata dal Csm. Naturalmente lasciando poi al Parlamento il compito di dettare le regole, di elaborare le norme. Un contributo soltanto consultivo e di riflessione sulla base delle esperienze dei vari settori». Ma questo non significa esorbitare dal ruolo e dalle funzioni che la Costituzione assegna alla magistratura? «Non c'è niente che possa significare esorbitare dalle competenze - risponde Caselli - se è vero che poi le regole spettano, ovviamente, a Parlamento e governo. Soltanto un contributo di riflessione, ma in una sede istituzionale, perché non ci sia solo una contrapposizione attraverso interviste e conferenze stampa», [f. sq.] procuratore della Repubblica di Palermo Giancarlo Caselli

Persone citate: Caselli, Giancarlo Caselli

Luoghi citati: Bruxelles, Europa, Italia, Palermo