Università in 30 mila sognano una cattedra di Giovanni Trovati
CONCORSI DA ASSOCIATO CONCORSI DA ASSOCIATO Università, in 30 mila sognano una cattedra SONO 3491 i posti di professore associato messi a concorso dalle università, le prove si svolgeranno secondo le vecchie norme. Berlinguer avrebbe voluto modificarle dopo i clamorosi e ripetuti scandali, e gli interventi della magistratura, ma ha dovuto arrendersi di fronte alla lentezza del Parlamento. Il ministro, così ricco di baldanzose speranze all'inizio del suo operato, constata che non si può mai sapere quando entrano in vigore i provvedimenti che richiedono il voto delle Camere. Aveva presentato le nuove norme per i concorsi universitari (di prima e di seconda fascia) al Senato, il 17 luglio erano state assegnate alla settima commissione in sede referente. Qui giacciono. Nella tenace speranza che passassero in tempo aveva ritardato il concorso degli associati, poi ha ceduto alle insistenze delle università che temono il blocco della didattica. La discussione sulle nuove norme si prevede lunga e vivace, soprattutto sull'art. 4, che obbliga i vincitori a andare fuori sede almeno tre anni. La mobilità imposta vorrebbe evitare le intese non sempre limpide tra i baroni, invece non le evita, per contro sradica i vincitori dai laboratori dove hanno condotto le ricerche, dove si sono scientificamente formati. Per apprendere il nuovo si va, semmai, all'estero in quelle università che possono dare qualcosa. Non si sa quanti sono i candidati ai 3491 posti di associato: il termine per presentare la domanda scadeva il 15 luglio, ma il ministero non ha concluso lo spoglio. Dovrebbero essere più di trentamila. Ci domandiamo come possono le commissioni ancora da nominare - leggere le I decine o centinaia di pubblica1 zioni che ogni candidato ha pre¬ sentato. Se le valutazioni fossero fatte con serietà tra quanti anni avremmo i risultati? Ancora una volta si deve sospettare che i vincitori siano targati in anticipo? Il Parlamento diventa un «buco nero» che ingoia e non restituisce. Sui concorsi universitari al Senato con la proposta di legge Berlinguer ci sono altre dieci proposte di iniziativa parlamentare, e tre alla Camera. Tutte ferme. Per l'università ce ne sono poi una cinquantina che toccano altri problemi. Sono tutte utili? Siamo il Paese con la maggior produzione legislativa. Le leggi in vigore sono 150 mila (escludendo quelle regionali, i regolamenti governativi e ministeriali). In Germania sono 6 mila, e 7 mila in Francia. La media europea è di 10 mila. Il troppo provoca incertezza e danno. In un'intervista, pubblicata dal quotidiano della Cisl Conquiste del lavoro, il prof. Giorgio Della Casa dell'università di Genova ha dichiarato che per orientarsi nella giungla delle disposizioni fiscali le imprese spendono 40 mila mihardi l'anno, perché costrette a rivolgersi a consulenti o a assumere persone capaci. La somma potrebbe essere meglio utilizzata per accrescere la competività. Le troppe leggi incidono negativamente in tutti i settori. Per tornare alla scuola è unanime la convinzione che bisogna innovare e in fretta, e si continua a star fermi. Berlinguer si era impegnato a riformare l'esame di maturità, ora dichiara che per quest'anno non se ne fa niente. L'altra sera la tv lo ha intervistato. «Ministro, quando avremo le riforme?» Risposta: «Io posso soltanto dire che le voglio. Quando non so». Giovanni Trovati «iti
Persone citate: Berlinguer, Giorgio Della Casa
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