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Indianapolis, scoperta una casa degli orrori USA Sepolti in giardino sette cadaveri di giovani gay Indianapolis, scoperta una casa degli orrori NEW YORK. Un nuovo Jeffrey Dahmer, il ben noto «mostro di Milwaukee», ma non solo, disperato e povero come lui. Questo possedeva una famiglia, una villa, un conto in banca generoso e una solida reputazione di «marito e padre esemplare» di tre figli. Lo ha scoperto la polizia di Indianapolis a Westfield, un lussuoso sobborgo della città, trovando nel giardino di Herbert Bawermeister, 49 anni, proprietario di una catena di negozi, i resti sepolti di sette persone. Ne sono state identificate solo quattro e tutte portano a un'unica pista: il commercio omosessuale. A distanza di mesi (tanto c'è voluto perché la vicenda trovasse eco nella stampa nazionale americana) la polizia non è ancora riuscita a capire cosa esattamente sia accaduto e come le vittime siano state soppresse, e le speranze di venire a capo del mistero si fanno sempre più sottili. Il protagonista, infatti, è morto. Si è suicidato poco dopo che l'altra metà della sua vita era stata scoperta. Per anni, quando la moglie Juliana e i figli non c'erano, lui portava a casa i ragazzi che «rimorchiava» nei bar per gay, aveva con loro, si suppone, dei rapporti sessuali e poi li uccideva. La scoperta dei loro scheletri sepolti viene fatta per caso da un suo figlio quindicenne che un giorno del giugno scorso sta zappettando in giardino. Avverte subito il padre, naturalmente, ma lui non si scompone. Ricorda che il padre, morto da anni, era un anestesista e usava sezionare i cadaveri. Chissà da quanto quelle ossa sono lì, sostiene, meglio lasciarcele senza dire nulla a nessuno. Ma la spiegazione non regge. La moglie si insospettisce, ne parla con un amico della polizia che decide di vederci chiaro. Herbert, convocato, fugge in Canada dove si uccide. [f. p.]