Fiorini: i miei segreti di Ugo Bertone
Fiorini: i miei segreti Fiorini: i miei segreti Torna in Italia, e mette paura L'EX DIRETTORE FINANZIARIO DELL'ENI VMILANO I dò una primizia: si farà un film sulla scalata alla Mgm. Giancarlo Parretti sarà interpretato da Danny De Vito ed io, Florio Fiorini, da Joe Pesci...». Il titolo? «Target Mgm - continua Fiorini - come il mio libro, in corso di pubblicazione in America...». Questi quattro anni di detenzione a Champ Dollon, il carcere ginevrino reso famoso, per noi italiani, dalla fuga di Licio Gelli, l'ex direttore finanziario dell'Eni li ha passati, tra l'altro, scrivendo libri grazie a una memoria che il suo avvocato ginevrino definisce «prodigiosa». In queste ore, però, Fiorini si prepara a traslocare dalla Svizzera all'Italia. E prima di partire ha accettato di rispondere ad alcune domande dal carcere elvetico. Oggi il finanziere, pagato il sue debito con la giustizia svizzera per il crack Sasea (il più grave scandalo finanziario nella storia elvetica), arriverà a Milano dove è in corso il processo per il fallimento delle società italiane del gruppo. Lo attende il sostituto procuratore Luigi Orsi che ha già recuperato capitali per 300 miliardi indagando su banche e «clienti» del gruppo Sasea. Un filone dell'inchiesta è quello dei rapporti tra Fiorini e il gruppo De Benedetti, culminato nella perquisizione del 2 ottobre: a Cofide. Bancarottiere, Fiorini, ma anche protagonista di alcuni dei capitoli più misteriosi della finanza italiana (e non solo), negli ultimi vent'anni. Molti magistrati vorrebbero attingere alle conoscenze di Fiorini, ma il mandato di estradizione impone limiti ben precisi: dalle scorrerie a Hollywood ai segreti dell'Eni, dal rapporto con i politici a quel le- game tra Giancarlo Parretti e Berlusconi che interessa anche i giudici americani che indagano sul fallimento Mgm. Tanto che si sono incontrati in questi giorni con lo stesso Orsi e Margherita Taddei, pm milanese, titolare dell'istruttoria sui presunti falsi in bilancio di Reteitalia... «L'unico collegamento tra Sasea e Mgm - ribatte Fiorini - è un finanziamento di 50 milioni di dollari, ma riguarda la Sasea holding senza che vi siano interessate le filiali italiane. Non credo che sia quella la ragione della visita di magistrati Usa in Italia...». Forse, Fiorini, si può ipotizzare che vogliano sapere qualcosa di più sui rapporti tra Parretti e Berlusconi. A lei cosa risulta? «Almeno all'apparenza, erano rapporti cordiali. Berlusconi mi è stato presentato da Parretti. Ma di questo ho già parlato in un capitolo di un mio libro». Il direttore finanziario della Mgm, Tom Carson, dichiarò nel '91 alla corte del Delaware che l'accordo tra Fininvest e Metro Goldwyn era «anomalo», cioè chiaramente diretto a prestar denaro per la scalata alla Major di Hollywood. «Non so che informazioni potesse avere il direttore finanziario della Mgm, che non conosco, per definire patto anomalo l'accordo tra Mgm e Fininvest. Il contratto per i diritti televisivi in Italia e Spagna prevedeva una clausola di rescissione, anno per anno, che è usuale nei contratti di somministrazione, ovvero di forniture pluriennali. Nel caso specifico, poi, era giustificato dalla necessità di laboriose verifiche sulla disponibilità dei negativi dei film». Fiorini, ma lei si riconosce nella ricostruzione dell'affare Mgm fatta da «Fortune»? Per quanto riguarda Berlusconi il giornale è molto cauto. «Lui - viene scritto poteva ignorare che il suo nome era stato usato da Parretti a sua insaputa in una transazione per aggirare i controlli delle banche...». E' d'accordo? E Fiorini rivela: «La maggior parte delle informazioni dell'articolo di Fortune è stata presa dai giornalisti dal mio libro, ancora in corso di pubblicazione. L'editore americano ha fornito una copia del libro al mensile per vivacizzare il mercato, prima dell'uscita». Chissà come sarà contento Parretti che da Los Angeles minacciava querele perché «Fortune ha scritto fesserie». Ma i rapporti tra Fiorini e Parretti («uno che portava - dice l'ex direttore finanziario dell'Eni - la cravatta come un carbonaio, ben stretta dentro la patta») non sono certo idilliaci. Di certo è più interessante il fatto che Fiorini si riconosca nelle informazioni di «Fortune». Anche, per quegli episodi che tanto interessano i magistrati italiani: treni contro cinema, con la benedizione del psi. Bettino Craxi, scrive il mensile Usa, pensò di scambiare l'appoggio del Crédit Lyonnais a Parretti con l'ingresso dei francesi nei piani dell'Alta Velocità italiana. Fantasie? Forse ma ora i magistrati vogliono vederci chiaro. Un'ultima domanda, Fiorini: ha conosciuto Francesco Pacini Battaglia? «Purtroppo - replica Florio Fiorini - il fenomeno Pacini Battaglia, che è durato 15 anni, è costato migliaia di miliardi al contribuente italiano, che era il proprietario dell'Eni». E a Pacini Battaglia sono dedicati alcuni brani del suo nuovo libro, «anni perduti a Champ Dollon». Si chiude così l'avventura di Fiorini in Svizzera. Da oggi dovrà regolare i conti con la giustizia italiana. Dato il personaggio, sorprese e novità non mancheranno. Ugo Bertone Dal crack Sasea alla scalata con Parretti alla Mgm «La mia storia diventerà un film Io sarò interpretato da Joe Pesci» Il finanziere Florio Fiorini
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