Serra «Ci vorrebbe una bomba N sulla tv»

«A Saxa Rubra trionfa la noia Si dovrebbe azzerare gli umani e lasciare intatti i microfoni» Serra: «Ci vorrebbe una bomba N sulla tv» IL POLEMISTA DELL'UNITA' SMILANO ARA' per disincanto, ancorché sanguinario, che dopo meazoretta di chiacchiere sull'amletico «La Rai è di sinistra o solo sinistra?», Michele Serra dica più o meno così: «In definitiva ci vorrebbe la Bomba N, quella che azzera gli umani e salva le cose, vaporizza i viventi e lascia intatti i microfoni». Benedetto Serra. E dire che l'esordio era stato assai moderato, restio, titubante: «Io la tv la vedo pochino e distrattamente, perciò idee originali su ciò che sta succedendo non ne ho, al massimo qualche impressione...». Vada per le impressioni. «L'impressione numero uno è la noia. La numero due è la delusione. La numero tre è l'incazzatura. La numero quattro è che forse non dovremmo fare questa intervista». Perfetto. Passiamo alle domande. «Giusto». Quanto e come si sente annoiato, deluso, incazzato? «Un terzo di tutto». Cioè cento per cento? «Salverei le partite, qualche film per nottambuli, e un po' di Tgl che guardo alle 20, mentre vado scolando il riso». Questo è tutto dal suo dorato isolamento? «Più piovoso che dorato». Dunque il suo pessimismo... «Lasci stare il pessimismo. Insomma, passano 50 anni, cioè mezzo secolo, e la sinistra va al governo. Dopo tanta attesa finalmente c'è la svolta. Uno pensa: cambieranno il Paese e cambierà la Rai». In quest'ordine o anche viceversa. E invece? «Invece mi pare che prevalgano timidezze e conformismo, per dirla in modo gentile». Non sia troppo gentile. «Mi atterrò a un giudizio realistico: constato che rispetto alla Rai di Berlusconi c'è meno militarizzazione, che un allucinante corrispettivo di Vigorelli grazie al cielo non c'è più. Constato che qualche barbaglio di genialità qua e là spunta ancora, ma che il difetto sta sempre e comunque nel manico». Sarebbe a dire? «Che fino a quando le nomine saranno fatte per via politica, la Rai non ha e non avrà scampo. Prevarrà il grigiore e l'intoppo». Come ci insegna la fuga di Renzo Arbore. «Appunto. Un creativo, lì dentro, è destinato a essere macinato e nullificato. La decisione di Arbore mi ha fatto venire in mente Leonardo Sciascia quando se ne andò dal consiglio comunale di Palermo. Disse: "Me ne vado perché mi annoio"». Quindi la Rai non si libererà mai dal suo giogo? «E come? Provi a pensarci. La soluzione potrebbe essere man- dare via i direttori dei tg o quelli di rete. Ma anche i vice sono lottizzati. E se mandassimo via loro ci sarebbero pur sempre i capiredattori lottizzati e così via...». Sino agli uscieri. «Il che determina una buromacchina infernale e pervasiva, aggravata dalla propensione suicida ad appiattire i contenuti sul modello della tv commerciale, che vuol dire risolini, fatuità, divani, telepromozioni, sponsor... Prenda le previsioni del tempo». A che proposito? «A proposito del fatto che trovo intollerabile essere informato sulla pioggia da un chinotto o da un reggipetto». Che poi sarebbero gli sponsor. «Sarò pure un vetero, ma credo che un colonnello dell'aeronautica abbia più competenza di un salvaslip, almeno nel campo della meteorologia». Sono i prezzi della concorrenza. «Ma quale concorrenza. Ci hanno sfinito ripetendoci che la competizione migliora e diversifica l'offerta. Mi pare che, al contrario, l'abbia unificata. Un tempo Raitre mandava in onda i bellissimi documentari di Geo...». Ci sono ancora. «Momento. Ci sono, ma incapsulati da una brava signorina bionda che tra un filmato e l'altro, infila telefonate, quiz, giochi. Hanno ridotto gli animali a uno show». Se è per questo hanno ridotto anche la politica a uno show. «Con la differenza che i politici hanno più consapevolezza degli animali. Forse». Quindi? «Mi pare che in questa guerra, alla fine dei quindici anni di competizione Rai-Fininvest, il vincitore sia uno soltanto: Berlusconi». Il suo non sarà solo snobismo? «Il che non mi salva dalla depressione. Magari è solo snobismo, ma rimpiango l'affascinante noiosità della primissima Raitre, quando non era ancora stato varato questo cretinismo linguistico che ci bambinizza». Il suo non sarà solo ribellismo? «E dai! Se ci fa caso il tono in cui ci parlano dalla tv è identico a quello che adottano nell'asilo dove va Teresa, mia figlia. E adesso Teresa, vai a lavarti le mani. Carissimi ascoltatori, adesso pubblicità e non cambiate canale». Lei ce l'ha con la Tv in generale non con la Rai in particolare. «Per essere più precisi ce l'ho con il fatto che la Rai, il servizio pubblico, non è differente dalla tv in generale». Alla faccia dell'Ulivo. «Ahimé, sì». Quindi? «La soluzione potrebbe essere la Bomba N». Appena? «La trova un po' troppo radicale7 Idee migliori non me ne vengono in mente, salvo continuare a leggere, scrivere, vivere. E scolare il riso in santa pace». Pino Corrias «A Saxa Rubra trionfa la noia Si dovrebbe azzerare gli umani e lasciare intatti i microfoni» no essere approsidente del ppi «incamminarsi », e dal pds il seel dialogo», Giupiano editoriale 4 «sì», 5 schede ti, su 152 aventi ore si chiude nel imissioni. La sin perdere un ece», commenta al o, e poi nel braczzato col neodi di Brancoli per Michele Serra Eppure anchmolti anni, e consi «dispiaciuto»fessionale» per Rai», riconosce che cova nel prmugugni nei cotolineano cometo a fattori umacaratteriale a cuin assemblea; dtaggi e interi serebbe stata fatagliaro: un alleatpiù inviso alle sSeunEnzcpe Renzrd j Michele Serra A destra: Enzcr'Siciliano presidente della Rai e Renzo Arbore che ha rinunciato alla direzione artistica di Radio Rai

Luoghi citati: Palermo, Saxa Rubra