«Fausto la rivoluzione è finita» di Fabio Martini

Il leader di Rifondazione: «Eppure io mi considero un po' conservatore». Accordo solo sui metalmeccanici Il leader di Rifondazione: «Eppure io mi considero un po' conservatore». Accordo solo sui metalmeccanici «Fausto, la rivoluzione è finita» Duello in tv tra D'Alema e Bertinotti ROMA. Noi retropalco del teatro Parioli i due si scambiano convenevoli alla maniera dei lord inglesi. D'Alema: «Mi hanno consigliato il portaocchiali come il tuo...». E Bertinotti: «Porti gli occhiali? Non lo sapevo...». Ma poi, Massimo D'Alema e Fausto Bertinotti salgono sul palcoscenico, si accendono i riflettori e al «Maurizio Costanzo Show» va in onda un match senza colpi bassi, ma che ha messo in luce - come mai era successo prima - la vera novità delle ultime settimane: D'Aleina e Bertinotti oramai parlano a due elettorati diversi. E a metà match, il duetto rivelatore. Maurizio Costanzo a Bertinotti: «Lei sta venendo fuori come il più conservatore. Consigli per gli acquisti...». E Bertinotti, dopo le «mozzarella la donzelletta» stupisce tutti: «Io mi considero un po' conservatore e non solo per la famosa battuta di Berlinguer», che consigliava ai comunisti di saper essere al tempo stesso «conservatori e rivoluzionari». D'Alema ha il tempo di rimuginare la controbattuta e la «piazza» così: «Caro Fausto, il pericolo sai qnal è? Che la rivoluzione è finita e voi restiate conservatori!». Chi ha vinto e chi ha perso? A fine match, pochi dubbi: ai punti (misurabili con la frequenza degli applausi) prevale Bertinotti, ma D'Alema esce dal teatro Parioli di ottimo umore: è riuscito a spedire i messaggi che voleva all'elettorato moderato che oramai è la sua nuova frontiera. E infatti D'Alema era partito proprio su questa onda: «La sinistra non può continuare a parlare a chi ha già ottenuto le conquiste sociali: è giusto che una persona di 40-45 anni abbia una pensione e lavori, mentre un giovane di 27 anni stia a spasso? Non ci dobbiamo stupire se i giovani votano a destra». Bertinotti ribatte con frasi che fanno effetto e producono applausi a cascata: «Prima di intervenire sui pensionati, colpiamo gli evasori!». D'Alema «frigge» sulla sua poltrona, fa segno a Costanzo che vorrebbe ribattere e lo fa con un sapiente attacco-difesa degli evasori fiscali: «Sono d'accordo nel colpire l'evasione, ma se aumentiamo la pressione sulla piccola impresa, dobbiamo saper offrire servizi più efficienti, denaro a costo accettabile». E a D'Alema che sogna di militare un domani nello stesso partito, Bertinotti risponde così: «Sono uomo di grandi ambizioni, ma non fino a pensare che D'Alema si iscrivi a Rifondazione comunista!». Applausi, risate, sembra un punto a favore di Bertinotti, ma lassù sul palco ride (soddisfatto) anche D'Alema. Ma «Fausto il rosso» è in gran serata e attacca di nuovo: «E poi i farmacisti... che fanno pagare a questi poveri diavoli di ammalati!». Applausi e D'Alema piano: «Sono 16.000...», come dire «te la prendi con i farmacisti perché sono pochi». Ma Bertinotti insiste: «Se in Italia ci fossero più farmacie municipali...». Ancora applausi e Bertinotti insiste: «A Bologna ce ne sono 21 e faremo un referendum sulla decisione dell'amministrazione di privatizzarle». D'Alema: «Certo, è gravissima la decisione dei farmacisti, ma la risposta non è quella di tenere tutto in mano allo Stato. Allora perché non privatizzare le drogherie?». Bertinotti: «Ma noi non siamo perché lo Stato controlli tutto. Per esempio siamo per la privatizzazione dei Monopoli di Stato...». Costanzo in versione ecumenica, vorrebbe che i due trovassero «un punto di incontro». E Bertinotti: «Facciamo un appello per il contratto dei metalmeccanici!». D'Alema stavolta è d'accordo e con la «benedizione» di Costanzo, Fausto e Massimo guadagnano il retropalco. Fabio Martini Il segretario del pds: basta con i pensionati quarantenni D'Alema e Bertinotti Sotto: Costanzo

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