Sui servizi è scontro Polo-pds

Palazzo Chigi e il Quirinale frenano. Fini: «Grave spartizione di potere» Palazzo Chigi e il Quirinale frenano. Fini: «Grave spartizione di potere» Sui servili è scontro Polo-pds La Quercia: bisogna rinnovare i vertici ROMA. Mentre il pds e Palazzo Chigi si stavano adoperando per abbassare i toni del dibattito parlamentare di oggi sul caso della «cimice» rinvenuta nello studio di Berlusconi, ieri è scoppiata una nuova «querelle», questa volta sul rinnovo dei vertici dei servizi segreti. Il pds spinge in questo senso. Come testimoniano le dichiarazioni del sottosegretario alla Difesa Massimo Brutti e del responsabile della Quercia per i problemi dello Stato. Dice il primo: «Non occorre solo una riforma, bisogna anche cambiare gli uomini». Spiega il secondo: «In un Paese normale sarebbe un fatto scontato il rinnovo dei vertici dei servizi da parte del governo». E anche Massimo D'Alema è tornato a parlare dell'argomento. Ma il Polo non la pensa così e spara contro questa ipotesi accusando la maggioranza di voler lottizzare i servizi. Gianfranco Fini parla di «grave spartizione di potere», il leader del ccd Pierferdinando Casini invita il governo ad «agire con cautela»; il segretario del Cdu Rocco Buttiglione invoca la «correttezza istituzionale»; Silvio Berlusconi assicura che la microspia che ha trovato nel suo studio non è stata messa dai servizi e lascia quindi intendere che non può essere usata come un alibi per rinnovare i vertici di Sismi e Sisde. Questo è il quadro. 0 meglio solo una sua parte. Perché per completarlo vanno aggiunti due particolari di non poca importanza. Innanzitutto, l'arrabbiatura del presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro che ieri - e l'episodio non ha certo il sapore della casualità - ha ricevuto il comandante della Guardia di Finanza. Il capo dello Stato, infatti, non ha gradito il can can che si è fatto sul rinnovo dei vertici dei servizi, e lo ha fatto sapere. Secondo l'inquilino del Colle non è così che si agisce in una vicenda tanto delicata. Il secondo elemento di questa ennesima «querelle» riguarda il presidente del Consiglio, che sarebbe sì intenzionato a procedere ad un cambio della guardia nei servizi, ma che lo vuole fare con grande cautela e senza troppo clamore. Quindi, le posizioni del pds e del presidente del Consiglio su questa materia non collimano perfettamente. Palazzo Chigi, per una scelta tattica, frena, mentre Botteghe Oscure accelera. E infatti l'altro ieri, nella riunione dei capigruppo della maggioranza con il governo, pare sia stato Walter Veltroni, cioè il capo delegazione della Quercia nell'esecutivo, a porre la questione del rinnovo dei vertici dei servizi, seppure con un breve accenno. Con Scalfaro e contro il pds si schiera il segretario del ppi Gerardo Bianco, che dice: «In questo campo il governo agisca con tranquillità, non sotto l'effetto di fatti contingenti». Se la questione dei servizi segreti presenta degli aspetti anche gravi, e se quella dell'«agente provocatore» in Parlamento è stata ritenuta degna di un dibattito ad hoc, a Montecitorio, a cui interverrà il Guardasigilli Giovanni Maria Flick, quella della microspia, ieri, ha assunto dei caratteri quasi farseschi. Prima hanno cominciato i leghisti, in mattinata, mettendo una «cimice», acquistata per la modica cifra di diciottomila lire alla stazione Termini, nei bagni della Camera. Poi è partita la caccia all'untore. Ossia al parlamentare del Polo che secondo l'anonimo autore di un floppy disk inviato lunedì all'agenzia di stampa AdnKronos avrebbe commissionato la costruzione di una microspia. Di nomi, nel Transatlantico, ne sono girati molti, seguiti da smentite, indignate o divertite. Tant'è vero che nella maggioranza, come nell'opposizione, c'è il timore che la seduta di oggi, dove Giorgio Napolitano interverrà a nome del governo, si trasformi in una sorta di «pochade». Maria Teresa Meli Il presidente di Alleanza nazionale Gianfranco Fini

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