I posti delle note di S. Ca.

I posti delle note I posti delle note Come si sono evoluti nel corso dei secoli i luoghi dedicati all'ascolto musicale LA sala del Lingotto a Torino è l'unico esempio italiano di vero Auditorium, cioè di un luogo per la musica sinfonica costruito ex novo pensando alla sua funzione primaria. Le dimensioni e lo scopo lo rendono adatto in particolare all'esecuzione del grande repertorio orchestrale. Gli autori, l'architetto Renzo Piano e il fisico acustico Helmut Muller, hanno progettato assieme anche il nuovo Auditorium di Roma, i cui lavori procedono lentamente, tra scoperte archeolo¬ giche e polemiche. Sono previ ste tre sale di diverse dimensioni, per rispondere alle diverse esigenze della musica sinfoni ca, cameristica e corale. L'architettura applicata al suono deve conciliare l'occhio, l'orecchio, il rituale atteso dal pubblico e la funzione sociale a cui quella musica è destinata La maggior parte delle sale odierne nasce nell'Ottocento, per soddisfare le sonorità «trascendentali» di Franz Liszt, della grande orchestra roman tica e delle sue esuberanze so- Dal Lingotto a un caso esemplare di restauro acustico: il Teatro Regio nore, gradite a un pubblico non più contenibile, per numero e per ceto sociale, nei saloni dei palazzi nobiliari. La musica «da camera» deve la sua stessa definizione al luogo in cui veniva eseguita: sale piccole, musica per pochi strumentisti e per pochi spettatori, spesso molto competenti, per un piacere più intimo. Una derivazione della «musica reservata» che si faceva nei palazzi rinascimentali, per una cerchia di principi, artisti, intellettuali. Ridotta nelle dimensioni, l'orchestra del melodramma barocco consentiva il protagonismo delle voci. Alle origini del teatro d'opera, la platea, dove oggi curiosamente si paga il prezzo più alto, era il luogo meno considerato, privo perfino delle poltrone. Il palcoscenico era rialzato perché il canto doveva raggiungere soprattutto i diversi ordini dei palchi, dove sedeva il pubblico nobile. Separati uno dall'altro, come tante stanzette, i palchi garantivano, complice la semioscurità, discrezione e riservatezza. La stessa disposizione della sala «a ferro di cavallo», nata in Italia perché in Italia è nato il melodramma, si rivela funzionale a questa fruizione. La rivoluzione drammaturgica di Wagner, la sua concezione del teatro lirico come «opera d'arte totale», porterà a nascondere l'orchestra, sistemandola nel «golfo mistico» a vantaggio della concentrazione sull'aspetto visivo dello spettacolo. La sala resterà completamente al buio, l'esecuzione sarà interrotta dagli applausi soltanto alla fine degli atti. Nel nostro secolo raramente la nuova musica ha potuto approfittare di sale adeguate. Il primato del repertorio tradizionale - che occupa l'80 per cento della programmazione - penalizza la ricezione di composizioni pensate per luoghi diversi. Spicca come" " un'eccezione l'esempio del Póème Electronique di Edgad Varese, pensato per il Padiglione Philips progettato da Le Corbusier con la collaborazione di Iannis Xenakis per l'Esposizione Universale di Bruxelles nel 1958. Il pubblico camminava lungo il percorso scandito dalla musica nello spazio del padiglione, poteva scegliere quale suono seguire. Più recente, la realizzazione dell'espace de projection nelle sale dell'Ircam di Parigi, dove per la prima volta una sala musicale non è concepita in maniera statica: le sue mura, lo spazio riservato al pubblico, la disposizione degli strumenti diventano parametri mobili, docili alle richieste del compositore. Intanto, il Centro per la Tecnologia dell'Arte e dei Media di Karlsruhe annuncia per il 1997 l'apertura del primo Museo virtuale degli spazi sonori. Percorrendo le sue sale entreremo in un parlante libro di storia, ascoltando come nel corso del tempo si sia realizzato e modificato il rapporto tra suono e spazio. [s. ca.]

Persone citate: Franz Liszt, Helmut Muller, Iannis Xenakis, Le Corbusier, Renzo Piano

Luoghi citati: Bruxelles, Italia, Parigi, Roma, Torino, Varese