Superprocura si ricomincia da tre

Spaccato sul caso del procuratore di Firenze, il Csm rinvia la decisione a giovedì Spaccato sul caso del procuratore di Firenze, il Csm rinvia la decisione a giovedì Superprocura, si ricomincia da tre Convocati Borrelli e Timbra, ma Vigna resta favorito ROMA DALLA REDAZIONE Il «caso Vigna» - messo sotto inchiesta per le sue esternazioni all'epoca della vicenda Brusca spacca i giudici del Consiglio superiore della magistratura e ritarda, se non mette in discussione, la designazione del procuratore di Firenze a capo della procura nazionale antimafia. La quinta commissione del Csm - quella degli incarichi direttivi - ha infatti fatto ricorso ad un escamotage per prendere tempo ed evitare una spaccatura evidente sui nomi dei due più accreditati concorrenti alla poltrona: Piero Luigi Vigna e Francesco Saverio Borrelli. La commissione ieri è arrivata quasi sul punto di votare, pur di fronte alle indiscutibili «obiezioni» sulle «novità» e cioè l'avvio dell'azione disciplinare nei confronti di Piero Luigi Vigna. E' stata una proposta dei consiglieri Francesco Siena (Magistratura democratica) e Italo Ghitti (Uniccst), a fare slittare tutto a giovedì. In sostanza i due hanno proposto di convocare i tre concorrenti rimasti in lizza: Vigna, Borrelli e Giovanni Tinebra, procuratore capo di Caltanissetta. Dalle audizioni è stato escluso Bruno Siclari attuale capo della «Superprocura» - con la motivazione che il candidato non dispone di una caratteristica fondamentale, cioè quella di garantire la copertura dell'incarico per altri quattro anni. Siclari, infatti, è prossimo alla pensione. La proposta è passata con un voto risicato che la dice lunga sullo stato del dibattito interno al Csm: due favorevoli, uno contrario e tre astenuti. E' opinione diffusa, infatti, che la convocazione dei tre sia solo un escamotage per guadagnare tempo e far sì che la diplomazia lavori per ricomporre le spaccature esistenti, che riguardano i due schieramenti contrapposti: da un lato i sostenitori di Vigna, dall'altro i supporter di Borrelli. Tinebra sembra quello tagliato fuori dai giochi: la commissione è orientata verso una maggioranza di tre voti per Vigna, due per Borrelli, uno per Tinebra. Sarà poi il plenum - in ogni caso - a dire l'ultima parola con il voto assembleare. L'inchiesta del procuratore generale della Cassazione su Vigna non pare abbia modificato la maggioranza all'interno della commissione incarichi direttivi del Csm. Se è passata - anche se in modo risicato - la proposta di Siena e Ghitti (sostenitori di Borrelli) ciò è dovuto in parte al clamore suscitato dall'iniziativa del procuratore generale Ferdinando Zucconi Galli Fonseca. Anche se sono in molti a far notare che l'apertura dell'azione disciplinare è arrivata quasi un mese fa, quando i giochi per la poltrona della «Superprocura» erano ancora lontani. Ma il comunicato con cui la quinta commissione del Csm annuncia la convocazione per giovedì lascia intendere che difficilmente la «disavventura» di Vigna potrà avere influenza sulle scelte dello stesso organismo. Secondo i consiglieri, le audizioni sono state disposte «con riferimento esclusivo alle attitudini professionali specifiche richieste dalla legge per tale incarico». In sostanza, secondo i magistrati del Csm, le audizioni non hanno nulla che fare con l'iniziativa disciplinare intrapresa nei confronti di Vigna. «La decisione presa - ammette un consi¬ gliere - ci dà più tempo per riflettere, anche se l'iniziativa del pg della Cassazione era già stata giudicata irrilevante dalla commissione nella precedente riunione ai fini della nomina alla Superprocura». Previsioni? Il candidato più accreditato rimane Vigna. Il capo della procura di Firenza sembra essere in possesso di quelle «specifiche attitudini» richieste dalla legge per aver «trattato direttamente» decine di processi sulla criminalità organizzata. Diverso è il profilo di Borrelli, meno «titolato» dal punto di vista delle inchieste sulle mafie. Chi lo sostiene fa però osservare che il magistrato offrirebbe fondamentali garanzie in direzione della «saggia gestione» di un ufficio delicato come quello di via Giulia e un'indiscutibile capacità di coordinare i collaboratori. Per quel che riguarda il «concerto» del ministro, cioè il gradimento per sottoporre al voto del «pleuum» i concorrenti, è quasi certo che il Guardasigilli lo concederà ad entrambi. Anche se - intervistato ieri dal Tg3 - Flick non ha voluto sbilanciarsi: «Non mi pare corretto anticipare valutazioni che dovrò dare in via Arenula». La proposta del rinvio è passata con una maggioranza risicata E il ministro Flick decide di tacere «Non anticipo le mie valutazioni» g|j .--•:• :v.y ::-.:;v:-.y: Il pentito Franco Di Carlo. A sin. il Palazzo dei Marescialli, sede del Csm. A destra il procuratore di Firenze Piero Luigi Vigna

Luoghi citati: Caltanissetta, Firenze, Roma, Siena