Esautorato il giudice anti-mostro

Tolta l'inchiesta al procuratore Connerotte per una cena con i parenti delle vittime Tolta l'inchiesta al procuratore Connerotte per una cena con i parenti delle vittime Esautoralo il giudice anti-mostro La notizia esplode in tutto il Belgio come una bomba BRUXELLES. «Assassini, assassini, la giustizia è marcia». Sotto il pronao del monumentale palazzo di giustizia di Bruxelles centinaia di persone urlano contro la decisione, presa questo pomeriggio dalla corte di Cassazione, di togliere l'inchiesta sul mostro pedofilo di Marcinelle Marc Dutroux a Jean-Marc Connerotte, il pm incorruttibile. Connerotte, infatti, è il «piccolo giudice» coraggioso di Neufchateau (Ardenne), colui che voleva andare fino in fondo nell'inchiesta, l'unico forse tuttora in grado di ridare fiducia nella giustizia all'opinione pubblica del Paese. Ora la palla è nel campo dei cittadini. Migliaia di persone, deluse dalla sentenza, sono attese domenica nella capitale, per protestare contro la difficile decisione presa dalla massima autorità giudiziaria del Paese. Secondo gli esperti, la corte non poteva prendere un provvedimento diverso. Connerotte, che doveva rimanere imparziale, ha commesso un'ingenuità accettando di partecipare ad una spaghettata organizzata dai parenti delle piccole vittime del mostro pedofilo. Ma i «saggi» hanno lasciato una porta aperta, decidendo di mantenere l'inchiesta a Neufchateau e non ricusando il giudice istruttore Michel Bourlet, considerato anche lui incorruttibile. Sarà l'altro pm di Neufchateau, Jacques Langlois, il nuovo responsabile dell'inchiesta. «Assolutamente deplorevole». Così Anne-Marie Lizin - la senatrice e sindaco del Comune belga di Huy che per prima ha denunciato la presenza di esponenti della politica e della polizia come spettatori nei video dell'orrore di Marc Dutroux - ha commentato la decisione della corte di Cassazione. Negli ambienti politici di Bruxelles si era sperato fino all'ultimo in un verdetto della Cassa- zione favorevole al «piccolo giudice». I politici belgi, compreso il primo ministro Jean-Luc Dehaene, avevano invitato Eliane Liekendael, il procuratore generale della corte di Cassazione, a «dar prova di creatività e immaginazione» per trovare una via d'uscita al caso Connerotte. Ma non è stato possibile. «Per quattordici mesi abbiamo lasciato liberi Dutroux e i suoi amici. E' stato permesso loro di violentare e uccidere Julie e Melissa. Per noi questa decisione equivale a scoperchiare le tombe di Julie e Melissa», ha commentato Gino Russo, padre di un'altra bambina sequestrata e uccisa dal pedofilo assassino. L'avvocato della famiglia Russo ha reso noto che sta prendendo in esame l'opportunità di presentare ricorso contro la pronuncia della Cassazione. La ricusazione di Connerotte è stata criticata da tuui i partiti politici. «Comprendo la rabbia della gente. Speravo molto in una decisione diversa», ha dichiarato Marc Van Peel, presidente del partito cristianodemocratico, cui appartiene anche il premier. Louis Tobback, leader del partito socialista, che fa parte della maggioranza di governo, si è detto «atterrito dalla spaccatura prodottasi fra il sistema e la popolazione». Anche il presidente del partito liberale, all'opposizione, Louis Michel «comprende l'emozione» dei cittadini ma senza per questo dimenticare che il potere legislativo «non deve pronunciarsi sulla fondatezza di un deliberato della giustizia». Nella speranza di placare le polemiche, il ministro della Giustizia Stefaan De Clerck ha sottolineato che è stato ricusato soltanto il giudice istruttore. «Possiamo ancora andare avanti con lo stesso pool investigativo», ha dichiarato. [e. st.] Socialdemocratici e liberali uniti nella condanna «Le indagini devono proseguire»

Luoghi citati: Ardenne, Belgio, Bruxelles