I mercati vogliono i Boc, il calcio guarda alla Borsa di Valeria Sacchi

/ mercati vogliono i Boc, il calcio guarda alla Borsa NOMI E GLI AFFARI / mercati vogliono i Boc, il calcio guarda alla Borsa Litigano, seppure in guanti gialli, Antonio Fazio e Carlo Azeglio Ciampi. Il governatore di Bankitalia lascia capire che la manovra messa a punto dal predecessore e attuale ministro del Tesoro non ci porterà in Europa. Intanto, nel Nord di quell'Europa agognata, un dissidio neppur tanto mascherato oppone il Cancelliere Helmut Kohl a Hans Tietmeyer. Il presidente di Bundesbank, supercustode di quel Santo Graal che si chiama Moneta Unica, non tollera cedimenti: la porta di Maastricht deve restare strettissima, l'Euro deve nascere robusto e sano. E, affinché il ministro delle Finanze tedesco Theo Waigel non si faccia illusioni, Tietmeyer tiene fermi i tassi (anche qui in sintonia col Il governatore collega italiaFazio no). Kohl contro Tietmeyer A corollario, sulla lira si accende un'altra rissa. Il presidente di Confindustria Giorgio Fossa teme un rientro nello Sme sotto quota 1000, parla di «manovre» occulte da parte di stranieri invidiosi. Lo rimbecca Sergio Cofferati, accusandolo di capeggiare il partito della svalutazione. Perfino sul fronte della Giustizia non siamo soli. Mentre tra intercettazioni, microspie e arresti «eccellenti» la tensione intorno a giudici e tribunali si fa da noi parossistica, in Francia ecco le toghe di prima linea come Erich Halphern e Renaud Van Ruymbeke alzare le barricate contro il progetto di riforma del ministro della Giustizia, Jacques Toubon. Anche Oltralpe i personaggi «eccellenti') sotto indagine formano orvabeneTariroriolamCicanadiè soletigdovediPoMscdocasidr ormai un drappello assai folto, che va dal sindaco di Parigi Jean liberi all'ex re dell'Adidas e padrone del Marsiglia Calcio Bernard Tapie, dall'ex ministro Alain Carignon all'ex presidente delle Ferrovie Le Floch Prigent (altra curiosa sintonia). E dunque, pure lassù si fa urgente la tentazione di mettere la sordina. Tra un anno sapremo se la cura Ciampi ci farà entrare nella prima carrozza dell'Euro, dove ha appena prenotato un posto la Finlandia di Paavo Lipponen. Ma una cosa è sicura: l'Europa c'è già e già assomiglia a un grande cortile dove le massaie litigano secondo le buone, vecchie abitudini. Riuscirà Popolare Milano scrollarsi dosso la storica tutela dei sindacati padroni? Chi ri ¬ Giorgio Fossa Bernard Tapie sulterà vincitore nello scontro che oppone il vicepresidente Roberto Ruozi al presiderie Francesco Cesarini? li faccia a faccia è tesissimo, in ballo ci sono la fusione con Barn e Briantea (cui Ruozi è contrario) e la poltrona di presidente. Cesarini scade con la prossima assemblea, Ruozi aspira a salire di un grado. Alle spalle dei contendenti parecchie tifoserie: il sindacato autonomo Fabi (a sua volta diviso in due correnti: «vecchi» e «giovani») sostiene il rettore della Bocconi; il presidente dell'Associazione banche popolari, Aniceto Vittorio Raineri, e altri presidenti di popolari come Giorgio Zanotto e Giovanni De Censi spalleggiano Cesarini. E infine c'è Bankitalia, che auspica le fusioni. Per assicurare al¬ lsSs la Popolare i ratios utili ad acquistare la Popolare dell'Adriatica. Sulla fusione il consiglio si è già spaccato, ma l'ultima parola spetta all'assemblea sovrana, dove i dipendenti-padroni giocheranno le loro carte. Boc e Bop, le obbligazioni comunali e provinciali, le nuove bombole di ossigeno per le boccheggianti finanze locali, sulle quali ha tagliato per primo il traguardo il sindaco di Napoli, Antonio Bassolino. Tra Napoli, Roma e Forlì ce ne sono già in giro per non meno di 360 miliardi. E un'altra valanga di 2500 miliardi sta per abbattersi sul paese. Al servizio di ospedali, trasporti, teatri. A Milano il presidente della Provincia, Livio Tamberi, ne ha bisogno per la manu- Bassolino tenzione delle re dei «Boc» scuole e per acquistare la sede del Provveditorato. Il Tesoro li sponsorizza, il direttore generale Mario Draghi li giudica convenienti e flessibili. I cittadini ancora non hanno capito bene la cosa, ma qualcuno ricorda il tracollo della Contea di Somora in California. Quotazione delle società di calcio. Ora che si può, tutti si affrettano. In prima fila ci sono Giuseppe Gazzoni Frascara presidente del Bologna, e l'amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani. E naturalmente Inter e Juve. A dare il colpo di acceleratore arriva dalla City il caso del Man¬ chester United, il cui titolo è di colpo più che raddoppiato su voci di una possibile Opa. Per la felicità del suo amministratore delegato e grande azionista, Martin Edwards. Gioco in difesa e in attacco. In finanza è spesso confuso. Come ad esempio nel capitale Cofide, dove non è chiaro se Carlo De Benedetti e Luigi Giribaldi giochino l'uno contro l'altro o d'intesa. O alla Falck dove Alberto Falck, con il nuovo aumento di capitale mirato a tenere a bada il neo grande azionista Romain Zaieski, si è trasformato da lepre in cacciatore. Ma Zaleschi accetterà il cambio di ruolo? Premio Saint-Vincent per l'Economia a Giuseppe Jacobini, caporedattore in Rai e conduttore di «Economia Domani». Peccato che, nel frattempo, la rubrica domenicale sia stata cancellata dai nuovi vertici di Rai 3. Valeria Sacchi Alberto Falck all'attacco linne, uriei Av siIl governatore coFazio n Kohl contro Tietmeyer Giorgio Fossa Bernard Tapie Bassolino re dei «Boc» Gazzoni Frascara Adriano Galliani va in Borsa Alberto Falck all'attacco