«Questo è uno Stato di polizia» di Antonella Rampino

«Questo è uno Stato di polizia» «Questo è uno Stato di polizia» De Luca: un attacco al capo dell'opposizione L'AVVOCATO DEL CAVALIERE GROMA 1USEPPE De Luca, che iniziò la sua carriera di penalista difendendo Piero Piccioni nel caso Montesi, è l'avvocato al quale Silvio Berlusconi ha chiesto di stilare la denuncia contro ignoti per la microspia trovata mercoledì nel suo ufficio di presidente di Forza Italia. «Saro in Procura a Roma per presentare la querela lunedì mattina, a mezzogiorno», dice l'avvocato, che insegna diritto e procedura penale alla Sapienza, smentendo l'ufficio stampa forzisi a che aveva indicato, in una nota, le 9 del mattino. Avvocato, come avete individuato i molti reati indicati nella denuncia? «Abbiamo prospettato alcune ipotesi delittuose: dalla intercettazione sonora abusiva, all'abuPO di potere, e violazione di domicilio». Una gamma molto ampia... «Sì. Perché tra le ipotesi non possiamo escludere che tra gli autori del reato ci siano schegge impazzite degli apparati dello Stato. Devo precisare pero che non abbiamo prove sufficienti di questo. Ma questa è la nostra personale convinzione». Ma se avete scelto questa chiave, nel formulare la querela, avrete almeno dei sospetti... «Nella denuncia bisogna indicare le norme del codice violato. A parte questo, noi partiamo dall'ipotesi del privato, che riteniamo la meno probabile, e arriviamo a quella assai meno peregrina che la microspia sia stata messa da chi tendeva a spiare Silvio Berlusconi in quanto uomo politico, e in quanto capo dell'opposizione». Quando l'ha contattata Silvio Berlusconi per chiederle di sporgere querela? «Venerdì, due ore prima della conferenza stampa». Lei gli ha chiesto come mai ha aspettato, per sua stessa ammissione, da mercoledì fino a venerdì, prima di denunciare la cosa? «Io e Silvio Berlusconi non ci siamo incontrati. Ci siamo solo sentiti al telefono. Secondo lei, questa è una domanda che potevo fargli al telefono?». Che opinione si è fatta, però, su questa circostanza? «Credo, ma è appunto solo un'ipotesi, che Berlusconi abbia tentato d'individuare la fonte di ascolto. Anche perché la microspia è stata trovata perfettamente funzionante». E perché, a suo avviso, Berlusconi si è rivolto a una ditta privata e non al 113? «Probabilmente per gli stessi motivi che le dicevo prima. Silvio Berlusconi consegnerà la microspia direttamente al magistrato che dovrà fare le inda¬ gini su questo caso». Vuol dire che, dato che si sospetta anzitutto che a mettere la microspia siano stati apparati deviati dello Stato, non si poteva consegnarla alle forze dell'ordine? Lei non gli ha consigliato di farlo? «Le ripeto, non ho parlato di questo con Berlusconi. Ma certo, tutto lascerebbe pensare che le cose stiano come lei dice. Anche se di questo non siamo sicuri. E' però del tutto normale che Berlusconi tenga a sua disposizione la microspia. E viceversa, chiunque metta una sonda per intercettazioni sonore, usa tutte le precauzioni del caso. In¬ somma, la scientifica non troverebbe nemmeno le sue impronte digitali». Tutti gli esperti consultati dai giornali, in questi giorni, sottolineano che microspie di quel tipo sono usate soprattutto dai privati, dai detective che indagano di solito sugli adulteri. Lei che ne pensa? «La realtà è che le microspie sono sempre microspie. Non esistono cimici con un uso particolare. Quello che cambia, è l'uso che se ne fa. La microspia era occulta: e quello è il marchio che ci dice da dove proviene. E poi Silvio Berlusconi lo aveva detto, giusto un anno fa: in Ita¬ lia c'è uno stato di polizia. Il ritrovamento di quella microspia conferma il suo pensiero». Lei, come penalista, ha attraversato la storia nera dell'Italia, dal caso Montesi al leader dell'opposizione messo sotto controllo. Cosa pensa, alla luce della sua esperienza, di quanto sta accadendo? «Siamo a un punto kafkiano, perché si va profilando una sorta di Leviatano moderno. Oggi, il potere è dappertutto, la responsabilità in nessun luogo. Lo stato di polizia di cui parla Berlusconi, appunto». Antonella Rampino

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