Cimice Berlusconi presenta la denuncia

In settimana un dibattito alla Camera. Paissan: chi l'ha messa voleva che fosse trovata In settimana un dibattito alla Camera. Paissan: chi l'ha messa voleva che fosse trovata Cimice, Berlusconi presenta la denuncia «Perché così tardi? C'è stato un problema con il notaio» ROMA. Oggi l'avvocato di Silvio Berlusconi. Giuseppe De Luca, presenta la denuncia-querela contro ignoti per la microspia trovata nello studio del presidente di Forza Italia. Ma la scoperta avvenne mercoledì scorso e, da allora, sono passati sei giorni. Come mai Berlusconi ha aspettato tanto? L'annuncio pubblico lo ha dato solo sabato e la denuncia arriva alla procura della Repubblica di Roma oggi. Come mai così lunghi tempi di reazione di fronte ad una fatto tanto grave? «Era necessaria una procura notarile che è stato possibile fare solo tra la giornata di sabato e domenica mattina», ò la spiegazione che l'avvocato Giuseppe De Luca ha dato al Tg3. Berlusconi non sembra dar molto credito all'ipotesi che la microspia sia stata messa da qualche privato cittadino. Magari da concorrenti. «Sono in tanti, anche privati, a desiderare di conoscere i segreti di casa Berlusconi», sostiene Raffaele Costa, segretario dell'Unione di centro-federalisti liberali. «E' un errore attribuire la microspia ai servizi deviati: dopo le bastonate degli anni scorsi c'è da ritenere che i "servizi" non operino senza una guida. Se deviano è perché c'è qualcuno che li induce a tanto». Il verde Mauro Paissan fa parte, invece, della corrente di coloro che pensano che la microspia Berlusconi se la sia messa da solo. «Il clima del Paese è inquietante. Ho l'impressione che quella microspia nell'ufficio di Berlusconi sia stata messa lì per essere trovata e creare dei mostri, delle emergenze». Sia quel che sia, della storia in casa Berlusconi (e anche degli «agenti provocatori» infiltrati a Montecitorio) si discuterà in settimana alla Camera. La conferenza dei capigruppo, che inizialmente era stata convocata per oggi, si riunirà domani mattina e dovrebbe fissare la data del dibattito per mercoledì o giovedì. Non decolla, invece, la richiesta di avviare l'indagine sullo spionaggio elettronico ad una commissione parlamentare. In realtà, nella capitale, politici, dirigenti, giornalisti sono ampiamente convinti che i loro telefoni sono spiati. Non si sa da chi. Di norma, ci si scherza sopra, come fa ad esempio Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia. «Da tempo ho la certezza di subire controlli sistematici e secondo modalità diverse (attraverso il mio telefono portatile, i telefoni dei miei uffici e intercettazioni ambientali), ma mi prendo gioco di chi mi ascolta raccontando un mucchio di storie. Per mesi li ho presi in giro e continuerò a farlo finché non smettono». Convivere con gli spioni è la normale anormalità della capitale. Un tempo si pensava che fossero i servizi segre¬ ti impegnati a trovare argomenti di ricatto da inserire nei loro dossier. Ora il gioco si fa più pesante. Le indagini in corso da Milano a La Spezia alla Sicilia hanno dimostrato che le intercettazioni possono rivelare realtà impensabili e ignorate da tutti. E, soprattutto, si è presa coscienza che una qualche misteriosa cabina di regia è in grado di impossessarsi dei documenti in mano ai magistrati per usarli sapientemente come strumenti per distruggere ora l'uno, ora l'altro personaggio pubblico. E sempre più i politici si sentono piccoli piccoli, in balia di quelli che definiscono pudicamente «poteri occulti», [r. r.] «Il leader di Forza Italia consegnerà la microspia direttamente al magistrato» Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi mostra la «cimice» trovata nel suo studio A destra: l'avvocato Giuseppe De Luca

Luoghi citati: La Spezia, Lombardia, Roma, Sicilia