Dalle piante energia per le imprese

L'agroalimentare recupera Nuove tecniche di scottamento garantiscono costi ridotti e approvvigionamento sul posto Polle piante energia per le imprese «Servono facilitazioni burocratiche e finanziarie» TORINO. Che l'agricoltura sia, oltre che consumatrice, anche produttrice di energia è ormai risaputo. Ma un fatto che forse non si tiene in sufficiente considerazione è che l'energia che si produce sui campi - o con i prodotti della terra - è quasi sempre utilizzabile «sul posto», quindi con ridotti costi di trasporto e maggior facilità d'impiego. Questo è uno dei principali concetti riguardanti il mondo agricolo emersi a un convegno tenutosi a Milano sulle «fonti di energia rinnovabili e il mercato europeo dell'energia», organizzato dalla Provincia di Milano con la collaborazione della federazione delle associazioni scientifiche e tecniche e di Eurofores. Come hanno fatto osservare, tra gli altri, Pietro Piccarolo, Stefano Bechis e Remigio Berruto, del Dipartimento ingegneria agraria e forestale dell'Università di Torino, in genere si parla poco di questo ruolo importante che potrebbe avere l'agricoltura, basta pensare alla fotosintesi, processo primario che rende disponibile sulla Terra nuova energia in forma chimica. In un anno le piante verdi possono sfruttare - prelevandola da aria ed acqua ■ 700 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, trasformandola in carboidrati, proteine e grassi. E oggi si riconosce che un uso più razionale delle biomasse vegetali potrebbe offrire alcune soluzioni al problema dell'energia. Un processo rilevante potrebbe anche riguardare la produzione di idrogeno da parte dei sistemi vivi. Ma gli esempi pratici, in cui sia consigliabile l'uso di energie rinnovabili e di produzione di energia rinnovabili, in agricoltura non mancano. Ci sono i collettori solari, che possono essere usati per essiccare i prodotti agricoli, da noi quasi ignorati per mancanza di informazione e per scarsità di esempi applicativi. Ma vi sono altri esempi da imitare: il combustibile verde ricavato dalle oleaginose (biodiesel), già realtà di un certo rilievo in alcuni Paesi (ad esempio la Francia); e anche le altre colture energetiche legnose e non, che potrebbero essere coltivate in terreni «set aside», ma che sono poco conosciute e che hanno poco mercato perché - secondo il professor Pietro Piccarolo - non si realizzano impianti di trasformazione e utilizzazione dei prodotti di queste colture». Due ostacoli impediscono il diffondersi degli utilissimi impianti microidroelettrici, soprattutto in zone non raggiunte dall'Enel: la difficoltà per ottenere la concessione per l'uso delle acque e gli scarsi finanziamenti per costruire gli impianti. Eppure l'utilità di questi microimpianti appare subito enorme, soprattutto nelle zone di montagna. La conclusione - secondo Piccarolo - è che vi sono due azioni importanti da intraprendere in questa direzione: una deregolamentazione delle pratiche di concessione d'uso delle acque (ora occorrono fino a cinque anni), e l'attivazione di misure finanziarie adeguate per sostenere gli investimenti. Gianni Stornello

Persone citate: Gianni Stornello, Piccarolo, Pietro Piccarolo, Remigio Berruto, Stefano Bechis

Luoghi citati: Francia, Milano, Torino