lady D un giorno da spot di Gabriele Romagnoli

Al Grand Hotel con centocinquanta agenti della sicurezza Al Grand Hotel con centocinquanta agenti della sicurezza lady D, un giorno da spot Principessa «blindata» a Rimini BENEFATTRICE DI CARTA RIMIMI DAL NOSTRO INVIATO Mai visto tanto entusiasmo per una gerontologa. Lady Diana Spencer, che stamattina terrà una relazione di otto minuti sul tema «Le sfide della terza età», atterra alle 16,18, forando con l'aerotaxi un cielo dal quale il sole, per non rubarle la scena, si è eclissato, portando con sé nel cono d'ombra tutti gli altri invitati al convegno del centro Pio Manzù: Nicholas Negroponte e Christian Barnard, Edward Luttwak e Sergio Cofferati, nonché, comete disperse in una polvere di stelle, Alessandro Meluzzi e Carmen Lasorella, Eleonoire Casalegno e Renato Zero. I media hanno occhi solo per la principessa triste. 11 popolo, pure. O, in subordine, le trenta persone vanamente accalcate davanti ai cancelli del Grand Hotel per fotografare la principessa invocano: «Dateci almeno Cristina Parodi». A loro che non l'hanno potuta vedere, cosa si può adesso raccontare? Che lady Diana è scesa dalla scaletta su alti tacchi, indossando una giacca rosa che metà delle autorità presenti hanno definito «rosa polvere», l'altra metà «rosa confetto». Che le sono andati incontro il segretario generale del centro Pio Manzù, Gerardo Filiberto Dasi, e Cristina Parodi la quale, dopo essere stata sul punto di trasmettere a «Verissimo» il falso filmato dello spogliarello principesco, ora le chiede un'intervista da donna a donna. Poi via, sulla Mercedes blindata che un tempo appartenne a Raul Gardini (comprata all'asta pochi giorni fa per 40 milioni), verso la suite che fu di Federico Fellini, accompagnata da sirene e scaramanzie. Al suo fianco, il nuovo proprietario dell'auto, Walter Giovannetti, avvocato e presidente del club di vitelloni «I galli del Conca», che le apre la portiera e le dice, in perfetto inglese: «Principessa, lei è come il sole ("the sun", ndr) che splende sulla Riviera». Bel complimento, nel giorno dell'eclisse. L'arrivo al Grand Hotel è un'altra sequenza di inchini e baciamani, microfoni tesi a captare il silenzio e flash che colpiscono uno sguardo abbassato. Una responsabile dell'organizzazione osserva e dice: «Abbiamo portato qui Bush e Gorbaciov, premi Nobel e uomini che cambiavano il mondo: mai visto niente del genere». Mai visto nessuno che fendesse con sprezzo del pericolo la ressa e il cordone di 150 agenti di sicurezza per mettere nelle mani dell'illustre ospite un pacchetto regalo, come fa Alberto Caimi per consegnarle una guida di Rimini di cui è fiero editore e che contempla tra i monumenti romani vanto della città anche Aquafan, parco giochi acquatico. «For you, lady princess». E lei, interdetta, riceve e si gira verso l'ascensore perdendo l'attimo, le porte che si chiudono a un soffio dal naso, lasciandola ancora ostaggio di tutti quelli che l'hanno portata qui: una principessa nelle stanze dove la «Gradisca» si offriva al principe straniero; una ex anoressica a una cena con ventisette portate, seppure a buffet; un cuore infranto a tavola di fianco a Christian Barnard; una romantica nobildonna inglese alloggiata proprio sopra il night club «Lady Godiva», pudicamente chiuso per l'occasione. Su, in stanza con la dama di compagnia, mentre decine di fotografi si accampano in giardino con gli obiettivi puntati verso le finestre protette dalle tende, aspettando di cogliere il baleno di uno sguardo che punti verso il mare alla ricerca dell'antidoto della malinconia. Invece, niente. La principessa non appare, per la delusione del cronista del «Sun» che presidia la hall e per quella della signora di Vcrrucchio che si sposò nel 1982, ebbe due figli e, poiché credeva alle favole e ai rotocalchi, li chiamò Carlo e Diana perché potessero vivere felici e contenti. Anche lei avrebbe una demanda da fare a lady Diana, migliore di tutte quelle che circolano tra i media («Sapete se stia facendo fitness?», «Ha preso il tè alle 5?», «Indosserà un modello di Versace?»). Vorrebbe chiederle: «Com'è che si è rotto l'incantesimo?». Una di quelle cose che possono accadere in tutte le vite: a Verrucchio come a Buckingham Palace, a Mazara del Vallo come a Malibu. Un bacio sbagliato e puf, la favola non c'è più. La principessa disamata ritorna donna, magari con figli a carico e un lavoro da trovare. A lady Diana è andata ancora bene: ai figli fa da baby sitter la regina; di lavoro fa lo spot viaggiante. Da un canale all'altro, da un continente all'altro. Oggi a Rimini, domani a Sydney. Per l'Unicef, contro la fame del mondo, milady, si accomodi: il pranzo è servito. Gabriele Romagnoli Questa mattina l'ex moglie di Carlo d'Inghilterra parlerà per otto minuti sulla terza età Lady Diana (accanto) è arrivata ieri a Rimini e la sua sicurezza è stata subito garantita da 150 agenti Sotto, Fellini, a destra, il Grand Hotel

Luoghi citati: Mazara Del Vallo, Rimini, Sydney, Verrucchio