Martini piena illegalità di Flavia Amabile
«Nella prima Repubblica chiedevo le autorizzazioni ai magistrati» Martini: piena illegalità «Cossutta spiato? Era nel Cominform» L'EX CAPO DEL SISMI ROMA ON è stata una mano dei servizi a mettere quella microspia nell'ufficio di Silvio Berlusconi. Ad affermarlo è una persona che di servizi se ne intende, l'ammiraglio Fulvio Martini, per sette anni, fino al febbraio del '91. a capo del Sismi. «Lo escluderei. In questo momento in Italia tutte le regole stanno saltando e non mi sembra impossibile che qualche matto possa aver tentato quest'operazione spericolata agendo per interessi personali che nulla hanno a che fare con organismi dello Stato». A chi si riferisce? '(Berlusconi non è solo un uomo politico. Possono esserci motivazioni finanziarie o potrebbe essere un caso di spionaggio industriale». Cosa le fa escludere con tanta sicurezza i servizi? «li mio servizio si occupa di questioni esterne più che interno, e dopo il crollo del Muro di Berlino comunque è andato perdendo importanza. Il Sisde avrebbe avuto invece bisogno dell'autorizzazione del ministero dell'Interno. Per poter essere più preciso, però, avrei bisogno di saperne di più. In ogni caso, Berlusconi farebbe bene a stare più attento al personale che ha accesso al suo ufficio. Come è possibile che si possa entrare indisturbati e mettere una microspia?». Potrebbe trattarsi di una messa in scena? «Escluderei anche questo. Sarebbe un abbassarsi, una mossa poco dignitosa». Lei come si sarebbe comportato in un caso come questo? «Ai miei tempi era diverso. Non si lavorava tanto come oggi con le microspie. Non erano ancora sufficientemente avanzate. Io lavoravo soprattutto con le intercettazioni telefoniche». E che cosa accadeva in pratica ai tempi della prima Repubblica? «Se per motivi di controspionaggio dovevo operare contro un cittadino italiano, chiedevo alla magistratura l'autorizzazione. Quando l'ottenevo, nella piena legalità, dunque, effettuavo i controlli. Se si trattava di un cittadino straniero o di un'organizzazione, ad esempio le ambasciate, era il presidente del Consiglio l'autorità a cui rivolgersi. E' lui ad incarnare l'autorità nazionale per la sicurezza, i capi dei servizi agiscono solo su sua delega». E nel caso specifico di Berlusconi? «In questo caso, è necessaria l'autorizzazione del Parlamento. Berlusconi è un onorevole, non può essere messo sotto controllo senza il parere favorevole della comissione per le autorizzazioni a procedere». Un'autorizzazione che nessuno ha chiesto... «Infatti mi sembra che chiunque sia dietro l'operazione abbia operato nella completa illegalità». Il senatore Cossutta sostiene che quando lei era a capo del Sismi, il suo servizio ri¬ spondeva prima alla Cia e poi al governo italiano e che lui era continuamente pedinato e controllato. «Se Cossutta fosse controllato oggi, certo, questo sarebbe irregolare ed ingiustificabile, ma fintantoché è rimasto in piedi il Muro di Berlino i servizi dovevano occuparsi istituzionalmente di lui e del partito comunista in quanto organo di controspionaggio. Era dunque mia pratica del tutto giustificata e corretta ai tempi della guerra fredda: Cossutta era membro di un partito collegato direttamente al nemico. Faceva notoriamente il tifo per la parte avversa. Era oggetto di attenzione da parte di tutti i servizi della Nato e catalogato come "noto agente Cominform". Quanto al mio operato, durante la mia gestione, la Cia non ha mai impartito direttive o provato ad interferire». Flavia Amabile «Nella prima Repubblica chiedevo le autorizzazioni ai magistrati»
Persone citate: Berlusconi, Cossutta, Fulvio Martini, Silvio Berlusconi
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