la fabbrica della celebrità

Così funziona la macchina che in 15 anni ha scovato decine di personaggi strani ì SEGRETI DEL PROGRAMMA Così funziona la macchina che in 15 anni ha scovato decine di personaggi strani la fabbrica della celebrila Costanzo show, passaporto per il successo Lm ROMA m ULTIMO caso è quello di Carla Liotto, presto sposa del calciatore del Milan Marco Simone. Stufa di fare l'operaia, voleva incontrare un miliardario. Ma invece di piangere davanti ai negozi illuminati, come la piccola fiammiferaia, è entrata nella moderna vetrina televisiva. Ha raccontato la sua storia al Maurizio Costanzo show e il sogno, a differenza che nella favola, si è avverato. Magica televisione, che illumina d'immenso personaggi sconosciuti e anonimi vicini della porta accanto. E irresistibile salotto, padre di tutti i talk show d'Italia, fabbrica di popolarità a buon mercato. Macchina scopritrice di talenti. Come Gioele nix, cabarettista che ora fa l'attore di fiction per la Rai. Come Enzo Iacchetti, che declamava poesie-bonsai e adesso affianca Ezio Greggio in Striscia la notizia. E Federico Salvatore, che ha poi inciso un disco intitolato «'Azzo» ed è finito pure al festival di San Remo. E David Riondino con le sue schitarrate, anche lui ora, sulla scena. La premiata ditta Maurizio Costanzo e C. ha lanciato alla grande il critico Vittorio Sgarbi, il sessuologo Willy Pasini e il mago Otelma, ha tolto Fiorello dalla gavetta alla Valtur, dove faceva l'accompagnatore, e dai karaoke in piazza, ha permesso allo scrittore e giornalista Romano Battaglia di dirigere la Versiliana, ha dato momenti di gloria all'ufologo strampalato, alla medium bulgara che parla coi morti, al generale che saluta tutte le sere dalla platea. Per non parlare delle centinaia di politici e scrittoli, e delle migliaia di sconosciuti che tali sono restati. Eppure Maurizio Costanzo minimizza. Riflette: «In quindici anni saranno passati da noi quindicimila persone: un intero villaggio. Ma i fortunati, gli emersi, sono un'infima parte. E poi - aggiunge io non faccio mica il sensale. Ci limitiamo a dar loro l'occasione di farsi vedere. Se poi sono bravi, camminano con le loro gambe. E li facciamo anche ritornare». Costanzo non rinnega il suo ge nio di talent scout. «Villaggio lo vi di a Genova e lo portai a Roma do ve, con Umberto Simonetta, in ventammo Fracchia». Ma era anni prima del Costanzo Show, prima di Bontà Loro, il primo salotto che, giusto l'ottobre di venti anni fa, segnò l'ingresso del privato in tv, con un bel po' di scalpore. «Chiesi a Tina Alselmi perché non si era mai sposata e lei mi rispose senza problemi. E se fu scandalo, fu perché avevamo un giornalismo in ginocchio, che faceva domande concordate». Il privato ora dilaga. «Siamo al punto che una telefonata diventa pubblica e viene sbattuta sui giornali. Se io faccio una domanda a una persona e questa risponde, almeno il gioco è palese». Adesso, nella macchina oliatissima del programma, c'è un redattore addetto ad arare i cabaret. («Ma da un anno non portiamo più a casa nessuno, perché in giro ci sono solo imitatori»). Per il resto, lo show è così noto ormai, che basta aspettare e organizzarsi. Tutti i giorni arrivano 3-400 tra lettere e fax. Tre redattrici le leggono e fanno una prima scrematura. Il resto va a Alberto Silvestri, coautore del programma. Un maestro nell'individuare la personalità tra le pieghe delle parole scritte. Sonia Cassiani, per esempio, quella che si dichiarava vergine: «Nella lettera appariva come una ragazza ingenua che però scriveva un po' sopra le righe e usava strane espressioni come "gregarismo massificante". Decisi di chiamarla. E rivelò quella dialettica rigorosa e straripante. Tornò finché non divenne troppo litigiosa. Melchiorre Gerbino inve¬ ce descriveva infiniti viaggi in modo dettagliatissimo e insieme brillante. E finimmo per invitarlo varie volte. E controllammo anche attraverso agenzie e ambasciate: quel che raccontava era tutto vero». Costanzo a questa fase non partecipa. «Gli ospiti li vedo tre minuti prima della trasmissione. E' l'u¬ nica strada per provare curiosità nei riguardi delle persone da intervistare. E la curiosità è il segreto». E la malizia? «C'è chi ce l'ha e chi non ce l'ha». In compenso alla fine i due autori sono insieme davanti al video, per la selezione «a posteriori». Spiega Costanzo: «Rivediamo il programma e valutiamo chi ha funzionato e chi no». E chi funziona? «Chi ha qualche stravaganza non fittizia ma reale ed è capace di comunicare un'emozione, in qualsiasi direzione, positiva o negativa. Se è un comico, deve avere un minimo di repertorio». Tutti gli altri, i noiosi, o magari i timidi, gli emozionati, appaiono e scompaiono. Fieri di aver partecipato, di essere stati una volta in tv, ma senza esser diventati personaggio. A volte capita anche che qualcuno funzioni a metà. Racconta Silvestri: «Eleonoire Casalegno tiene bene la scena e balla bene la macarena, ma non sa ancora parlare perché si emoziona trop po. Ma si sta sciogliendo». Eppure, ai tanti personaggi che pure contribuisce spesso a creare, Costanzo non può affezionarsi. «Certo, qualcuno mi fa perfino tenerezza. Come la madre di quella ragazza spastica. Ma il giorno dopo me li sono già dimenticati. A volte li incontro e non li riconosco nemmeno. Il mio medico mi ha spiegato che è una reazione normale. Se accadesse il contrario, ne sarei travolto». Maria Grazia Bruzzone Ultimo episodio quello dell'operaia che cercava (e ha trovato) un miliardario da sposare Il giornalista: «Il mio segreto è avere tanta curiosità» Wm LO SHOW NON VENGONO FATTI PROVINI MAURIZIO COSTANZO STUDIA DI VOLTA IN VOLTA, CON I SUOI COLLABORATORI, COME ORGANIZZARE LA PUNTATA 15.000 PERSONAGGI OSPITATI IN CIRCA 15 ANNI 400 LETTERE ARRIVANO IN MEDIA OGNI GIORNO REDATTRICI SONO INCARICATE DI LEGGERE E SELEZIONARE LE LETTERE SORA LELLA FEDERICO SALVATORE 20 REDATTORI SI OCCUPANO DI CONTATTARE LE PERSONE WILLY PASINI «Ma da un anno non portiamo più a casa nessuno, perché in giro ci ono solo imitatori»). Per il resto, o show è così noto ormai, che basta aspettare e organizzarsi. Tutti giorni arrivano 3-400 tra lettere e fax. Tre redattrici le leggono e fanno una prima scrematura. Il resto va a Alberto Silvestri, coautore del programma. Un maestro nell'individuare la personalità tra le pieghe delle parole scritte. Sonia Cassiani, Il comico Giobbe Covatta, uno dei personaggi lanciati dal salotto di Costanzo

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