Star e plebei le vittime del «Grande Orecchio» di Massimo Gramellini

Star e plebei, le vittime del «Grande Orecchio» Star e plebei, le vittime del «Grande Orecchio» IL «VIZIETTO» ITALIANO IROMA L Grande Orecchio è fra noi, passaparola. A proposito, passala sottovoce. O magari a gesti, che è meglio. Il Grande Orecchio è fra noi: Berlusconi lo mostra in tv, ma stavolta nessuno dei suoi detrattori fa dell'ironia. Non ha bisogno di troppe chiacchiere né della solita enfasi per trasmettere la sua angoscia: forse perché è sincera e condivisa da tutti. In poche settimane la nuova sindrome orecchiuta ha contagiato il Paese, colpendo in primo luogo la categoria più a rischio: i possessori di telefonini. Basta stare in ufficio o al bar e drizzare le nostre antiquate antenne di cartilagine per captare un cambiamento profondo nelle conversazioni. Sesso e soldi, le due «esse» preferite dagli italiani, sono scomparse all'improvviso dai dialoghi che invece abbondano di «tesoro» e «dottore» (i nomi meglio evitarli), di «poi ne parliamo» e di mugugni contorti, ^decifrabili anche dalla cimice più astuta, e che di solito si concludono con un perentorio: «Ti dirò a voce». Ma il problema è proprio lì: la voce. Dove darle fiato senza il rischio di essere pizzicati da un animaletto in agguato? Diffidare dei luoghi chiusi, specie se si tratta di ritrovi abituali. L'altra notte, verso le due, un plotone di una trentina di dirigenti d'a- zienda passeggiava a gruppetti sui marciapiedi deserti di via Veneto, scambiandosi confidenze d'affari. Ce n'era uno che diceva: «Lo so che fa freddo, però qui in teoria si sta tranquilli». In teoria. In pratica, uno si difende come può. Nei ristoranti romani del centro sono quasi scomparse le cene riservate. Al loro posto, allegre tavolate di massa: il rumore del gruppo garantisce un brusio di fondo che disturba l'eventuale microspia. Lo psicodramma si insinua sotto le coperte: il Grande Orecchio, in fondo, è un ricattatore con la missione involontaria del moralizzatore. Così nei registri degli hotel di lusso incominciano a latitare le coppie proibite, che si trasferiscono a telefonini spenti in alcove più marginali e defilate. Anche chi non l'ha letto, par¬ la in toni cupi ma informatissimi di «American Tabloid», il duro bestseller di James Ellroy su John «Maldischiena» Kennedy, un fedele resoconto in diretta dalle lenzuola presidenziali affollate di donne e di cimici che registravano fedelmente i frequenti ma brevi exploit di JFK, con il suo invariabile commento finale: «Scusami, cara, è colpa del mal di schiena». Il Grande Orecchio non rispetta neanche i miti. Figuriamoci i potenti italiani, che infatti sono terrorizzati. Insidiati nell'ultimo isolotto di privacy che ancora erano riusciti a preservare da quell'esposizione perenne a riflettori, telecamere e microfoni che è diventata la loro vita. Si preoccupano per le cimici loro, certo, ma anche per quelle altrui. Perché la frase proibita, la battuta scollacciata, l'allusione maledetta potrebbero essergli scappate dovunque, magari proprio nell'ufficio del concorrente o dell'avversario, quella disgraziata volta in cui ci andarono, e la cimice messa per spiare lui può finire per inguaiare loro. Così ci si sente tutti affratellati, come dimostrano le prime reazioni dell'Ulivo alla denuncia berlusconiana. Tutti uniti contro il Grande Orecchio, un pericolo sordo, misterioso ma sicuramente cattivo che aleggia sulle nostre teste e dentro le coscienze come l'astronave marziana di Independence Day: pronta a far fuoco e a distruggere amori, reputazioni, carriere. Contro l'intruso auricolare non esistono difese, se non la banalità. Di solito chi dice cose ovvie in pubblico le ripete anche in privato. Durante il recente vertice italo-francese di Napoli, un errore all'impianto audio ha permesso ai giornalisti di sentire un brano dei colloqui riservati. Pensavano di sorprendere Romano Prodi e Jacques Chirac nel bel mezzo di una zuffa. Invece, hanno captato Walter Veltroni mentre proponeva ai francesi uno show televisivo. Se c'era una cimice, povera lei. Massimo Gramellini E nei ristoranti romani del centro sono scomparse le cene «riservate» Meglio le tavolate un po' chiassose A sinistra: l'ex presidente degli Stati Uniti John Kennedy A destra: Walter Veltroni

Persone citate: Berlusconi, Jacques Chirac, James Ellroy, John Kennedy, Kennedy, Romano Prodi, Walter Veltroni

Luoghi citati: Napoli, Stati Uniti