In una botola le carte che «scottavano»

In una botola le carte che «scottavano» In una botola le carte che «scottavano» MILANO. Il «giallo» di Gemina, almeno nella prosa della Procura milanese, viene raccontato anche così. ««Siamo nel primo semestre del '95 - si legge nella richiesta al Gip - quando, preoccupati per l'emergere delle notizie sulle perdite Rcs, viene dato allo Strano l'incarico di prelevare i documenti compromettenti e di portarli al sicuro presso la sua abitazione». Ma Federico Strano, ex dirigente di Gemina, sa che quelle carte scottano. E allora le riporta in ufficio. Che fine fanno? Finiscono, come prova la stessa testimonianza di Strano, in mi'mtercapedine ricavata nella sala operativa al quarto piano di Gemina... Sembra un romanzo, magari dal titolo «Le segrete di Gemina». E, come in tutti i romanzi che si rispettano, i confini dell'immaginabile sono quasi infiniti. Le intercapedini, tanto per cominciare, sono più d'una. Non è possibile, poi, stabilire quanti documenti siano stati nascosti in questa cassaforte «inquietante e per certi versi grottesca». Né, soprattutto, a quali affari le carte si riferissero. La dimensione dei misteri, lascia intendere l'ordinanza di custodia cautelare, potrebbe esser sterminata. Basti citare ancora la testimonianza dello Strano per cui i floppy disk da cui poter leggere «le operazioni anomale della finanziaria riguarderebbero ben 8 dischetti per un totale di 70 mila operazioni...», tu. b.]

Persone citate: Federico Strano

Luoghi citati: Milano