«Spia del Ros alla Camera»

«Spia del Ros alla Camera» «Spia del Ros alla Camera» I deputati insorgono: Violante, difendici Il presidente «Ho già chiesto al Guardasigilli di seguire il caso» to imprenditore nel suo ufficio, ha preferito scendere per un caffè in un bar lì vicino. Dunque, quando Taradash pronuncia il suo atto d'accusa quasi nessuno, in aula, è all'oscuro della vicenda. Certo non Clemente Mastella («Ho saputo - spiega mezzo arrabbiato e mezzo divertito - che questo agente provocatore aveva tentato cu incontrarmi alla festa della Vela di Telese»). Tutti, o quasi, sanno ma cala il gelo lo stesso, per mascherare la tensione: l'assemblea guarda a Luciano Violante. Che dirà il presidente della Camera, cui spetterebbe il compito di tutelare i deputati? «Ho già chiesto - spiega lui - al Guardasigilli e al presidente della Commissione giustizia di seguire con attenzione il problema della tutela della libertà dei parlamentari nel caso di inchieste giudiziarie». Intanto si viene a sapere che i questori di Montecitorio stanno «indagando» per scoprire se l'«agente provocatore» è davvero entrato alla Camera. Ma la risposta di Violante non basta a nessuno. Nemmeno ai deputati del pds. Tant'è vero che il capogruppo della Quercia in commissione Affari costituzionali, Antonio Soda, prende la parola per spiegare che una questione del genere va affrontata dall'ufficio di presidenza della Camera. E con questo intervento strappa gli applausi anche ai colleghi di Forza Italia. Del resto, pure Vozza sembra insoddisfatto. «Le guarentigie parlamentari - dice a seduta finita - non devono essere tutelate dal ministro della Giustizia, ma dal presidente della Camera». Il quale presidente, nel primo pomeriggio, incontra il ministro Flick per affrontare insieme a lui la questione. Prima di quel colloquio, Violante ha ricevuto una lettera dello stesso Vozza, in cui venivano spiegati i termini della vicenda. Vicenda che appare tutt'altro che chiusa. Non solo a Napoli, dove l'inchiesta prosegue. Ma anche a Roma, dove il centrodestra medi- Il presidente della Camera Violante ta di presentare una mozione alla Camera per ottenere un dibattito su questa ed altre storie giudiziarie. Nel frattempo, comunque, i deputati di ecd, edu e Forza Itaba presentano un'interpellanza in cui chiedono di sapere se è vero che «alcune intercettazioni telefoniche e ambientali, che potrebbero risultare non autorizzate, abbiano addirittura interessato o interessino sedi istituzionali e parlamentari». E nel Transatlantico, nei capannelli dei deputati, è tutto un gran parlare dell'inchiesta napoletana. «Quel Cordova è un matto», sbotta il pidiessino Claudio Sabattini. Mentre qualche metro più in là la forzitalista Tiziana Parenti spiega: «Qui si tratta di reati istigati dalla procura. Ed è questo il reato vero, che per di più viene commesso con i soldi dello Stato». L'iUtima parola, prima che il Transatlantico si svuoti, è di Filippo Mancuso: «Siamo in imo Stato di polizia - dice l'ex Guardasigilli -, siamo sottoposti all'assolutismo del potere giudiziario, favorito dal capo dello Stato per le proprie paure». Maria Teresa Meli

Luoghi citati: Napoli, Roma