Chicchi: ho imbrogliato Borrelli

Chicchi: ho imbrogliato Borrelli Chicchi: ho imbrogliato Borrelli //procuratore: non l'ho mai interrogato Trane, Pacini Battaglia parla dei tentativo Maccanico di formare il «governissimo», e si dice convinto che c'è una battaglia in corso nel pds tra Massimo D'Alema e Luciano Violante. Si augura che vinca il segretario del pds e che abbia «l'appoggio di Tonino». «In quel caso saremmo tutti a posto», dice sbattendo la solita mano sul tavolo. La Procura di Roma Con l'avvocato Gian Domenico Caiazza, Pacini Battaglia si lascia andare ad apprezzamenti sull'ex procuratore di Roma Michele Coirò, definito «un uomo che ha paura di tutti, amico del sindaco di Roma Francesco Rutelli, che "se scoprisse qualcosa sul pds per nasconderla..."». Secondo i due interlocutori, nella Procura romana Coirò sarebbe stato prevaricato da alcuni sostituti, e tra questi citano il pm Giovanni Salvi, fratello del capogruppo pds al Senato: «E' lui che gli dico quello che deve fare». Pacini aggiunge che a far nominare l'ex gip Vittorio De Cesare procuratore aggiunto, sarebbe stato Cesare Salvi. Anche Coirò ha commentato le nuove intercettazioni: «La pubblica opinione ha già avuto modo di va¬ lutare la statura morale di quel Pacini Battaglia che ha fatto le considerazioni che mi riguardano. Resta da valutare il comportamento di chi ha ritenuto di renderle pubbliche». «Il nostro amico milanese» Le microspie della Finanza piazzate nell'ufficio romano di Pacini Inumo continuato a funzionare lino alla vigilia degli arresti ordinati dai magistrati spezzini. Il 20 agosto è stato registrato un colloquio tra il finanziere e l'ex deputato del psi Franco Froio. Pacini riferisce che l'indomani vedrà «il nostro amico... quello importante, poi quello meno importante lo vedo a fine mese». Froio risponde che a lui interessa solo «l'amico importante» e dice di dirgli che «adesso siamo pronti... può richiamare la Setcc... siamo pronti». Pacini aggiunge di aver parlato con Necci e con l'amministratore delegato della Tav Ercole Incalza, dice che «gli ha spiegato tutto o sono tutti d'accordo, rassicurandolo che la situazione i: sotto controllo». Al termine della conversazione Froio chiede notizie «del nostro amico, il milanese di Porta Pia». A Porta Pia c'è il ministero dei Lavori Pubblici guidato da Di Pietro; poco più in là c'è anche quello dei Trasporti. A Froio Pacini risponde: «Quell'altro signore se ne andrà appena tornato dalle ferie», e aggiunge: «Stai tranquillo che se ne va, non passa la fine... non passa i primi di settembre». In molti, ieri, hanno letto in questo brano un riferimento all'ex-capo dell'ufficio legislativo di Di Pietro Mario Cicala, fresco di dimissioni. In una telefonata del 4 settembre, Pacini parla con la moglie e la informa «che ha incontrato Lucibello il quale stava per recarsi dal ministro». Necci e Phoney Money 114 settembre è stata intercettata una telefonata di Lorenzo Necci, inquisito ad Aosta nell'inchiesta Phoney Money, che cerca l'avvocato Federico Stella a Milano. Non lo trova e parla con l'avvocato Massimo Dinoia; lo informa dell'avviso di garanzia ricevuto, «si lamenta del fatto che le sue vicende giudiziarie non vengono seguite in modo soddisfacente, e lo sollecita per una repentina soluzione dicendogli: "Francamente... poi per le cose serie capisco che ci siano i casini, ma per le stronzate"». Necci continua chiedendo a Di Noia di incontrare il procuratore di Aosta e aggiunge: «Guarda pensaci, fai, però mi pare che bisogna andargli a parlare prima di tutto. No?».

Luoghi citati: Aosta, Milano, Roma