l'ex leader della dc di Augusto Minzolini

Le accuse di Miniateci, Rossella e Vigorelli Le accuse di Miniateci, Rossella e Vigorelli aveva denunciato in assemblea pressioni commerciali della Rai, anche Vigorelli, allora direttore del Tg regionale, e l'ex direttore del Tgl, Carlo Rossella, oggi direttore de «La Stampa», accusano la direzione commerciale. «Di sicuro ho firmato qualcosa, mi mandavano sempre un mare di carte. Ricordo - ha dichiarato Rossella al "Mondo" - che la direzione commerciale mi aveva parlato di un accordo per trasmettere alcuni pezzi di servizio. Uno sugli orari dei treni per il Tgl economia. C'era in ballo anche Tv7, ma poi non se ne fece niente». ROMA. «Sì, ricordo di avere firmato il contratto. Tuttavia nessuno mi ha mai mostrato gli allegati, e mi pare che il problema sia proprio lì. Né ho mai sentito parlare di contatti tra la direzione commerciale e i direttori dei telegiornali prima della firma dell'accordo. La verità è che mi hanno tenuto all'oscuro di tutto». E' questa la versione dell'accordo fra la Rai ed Efeso, la società di comunicazioni delle Ferrovie, che l'ex direttore generale della Rai, Raffaele Minicucci, ha dato al settimanale «Il Mondo». E dopo che il direttore del Tgl Brancoli Parlamento Di Pietro ha già stancato. Certo c'è ancora chi suona per lui la grancassa come Veltri, pronto a perdonare tutto al suo conducador: «Ancora una volta - ha detto ieri ha mostrato di avere le palle». Ma dentro l'Ulivo, cioè nella maggioranza di governo, tutte le ultime sceneggiate dell'expm sono state accolte con il silenzio, solo per evitare che le critiche al ministro inneschino un processo di autodistruzio¬ ne in un governo già debole di suo. Ieri il presidente pidiessino della commissione Lavori Pubblici, Maria Rita Lorenzetti, dopo l'ultimo show del ministro in commissione si è cucita la bocca solo per carità di patria. Lo scudiero di Romano Prodi in Parlamento, Gianclaudio Bressa, si è limitato a sibilare: «Questo è pazzo». Sergio Soave, un pidiessino che non ha peli sulla lingua, ha posto una domanda ad alta vo¬ L'EX LEADER DELLA DC IROMA O non so se questa presa di coscienza sulla giustizia avviene perché qualcuno teme qualcosa. Ma a me va bene lo stesso. Solo che mi pongo un problema che ho spiegato l'altro giorno a Bruno Tabacci: "Tu sei stato prosciolto ma hai passato quello che hai passato. Salvatore Vozza che ha le tue stesse accuse - e spero che non c'entri niente -, invece, è già considerato una vittima". E allora mi chiedo: quale risarcimento storico-politico c'è per chi in questi anni è stato tirato in ballo ingiustamente?». Passeggiando su via Del Tritone, Ciriaco De Mita, fa alcune riflessioni sulla giustizia. La Camera è in rivolta contro l'intraprendenza di alcuni magistrati: si parla di telefoni sotto controllo, Clemente Mastella denuncia visite notturne a casa sua («c'era anche mio figlio in casa» si lamenta) e, addirittura, viene denunciato in aula il fatto che un agente provocatore, un ufficiale dei carabinieri, ha con- Ciriaco De Mita tattato un deputato pidiessino, cioè proprio Vozza, dentro il Parlamento per incastrarlo nell'ambito delle inchieste sulla Tav. «In realtà - ha spiegato l'esponente del pds - lui non è mai entrato. Mi aveva chiesto un incontro per promuovere un'iniziativa politica sull'alta velocità e io gli ho detto di vederci nel mio ufficio in Parlamento, all'ultimo momento, però, si è accorto che doveva dare i documenti e allora il personaggio ci ha ripensato. Mi ha telefonato e mi ha dato appuntamento al bar Gio- poggiare il lavoro del ministro, lo tollera appena. Chi lo odia, invece, si accorge con piacere che l'atmosfera intorno all'expm sta mutando. Ieri quando Silvio Berlusconi ha saputo delle intercettazioni di Pacini su Di Pietro ha fatto un sorriso a trentadue denti eppoi si è lasciato andare a questo commento: «Son cose che si sanno. Basta che uno prenda un taxi a Milano...». Il capogruppo di Forza Italia, Giuseppe Pisanu, invece, ha fatto un ulteriore passo, ne ha chiesto le dimissioni: «Bisogna sfrattarlo - ha annunciato -, è arrivato il momento. Durante Tangentopoli bastava un sospetto ed uno era costretto a dimettersi. Si cambiava un ministro al giorno. Su di lui ci sono delle intercettazioni che lo tirano in ballo, questi rapporti con la Società Autostrade che non sono chiari. E lui per reagire va in Commissione e dice che son tutti ladri. Questa è la tipica mossa di chi si getta avanti per non cadere indietro». Eh sì, un tabù è stato violato. Anche se non avrà conseguenze qualcuno ha chiesto le dimissioni dell'inviolabile Di Pietro. I prossimi mesi ci sveleranno quale sarà il destino dell'ex-pm più famoso d'Italia: se l'uomo salirà sul patibolo come Robespierre, o si siederà sul trono come Bonaparte. ce in mezzo al Transatlantico: «Ma è possibile che Di Pietro non capisca che non si fa il ministro usando i metodi dello sceriffo?». Mentre il verde Sauro Turroni dopo aver promesso che «lo marcherà stretto», ironizza sull'uomo: «Ieri gli è andata male col decreto, e oggi è venuto a mostrare il torace, con la "D" di Di Pietro stampata a colori, come Superman». Insomma, chi dovrebbe ap¬ Augusto Minzolini

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