Tonino fu «pulizia» al ministero

Il titolare dei Lavori Pubblici denuncia una serie di gravi irregolarità Il titolare dei Lavori Pubblici denuncia una serie di gravi irregolarità Tonino fu «pulizia» al ministero Giubileo, scoperti 6 miliardi non autorizzati del Dipartimento Aree Urbane, vicino al sottosegretario alla presidenza Enrico Micheli. E' forse ripresa la Guerra del Giubileo, dopo la fragile tregua di quest'estate, tra Prodi e Di Pietro? Come si ricorderà, i due trovarono un accordo affidando la scottante materia al Dipartimento delle Aree urbane, che è un ufficio a metà strada tra presidenza del Consiglio e ministero dei Lavori Pubblici. Evidentemente le cose non erano poi così chiare. Il dirigente dell'ufficio, Cempella, era uno che aveva le credenziali giuste agli occhi di Di Pietro essendosi scontrato duramente con l'ex ministro de Prandini. Ma raccontano i bene informati che presto Di Pietro si era pentito della scelta: Cempella, a capo di un ufficio tanto strategico, dove si comandano gli stanziamenti multimiliardari per Roma Capitale e per il Giubileo, dialogava solo con Micheli e ignorava platealmente sia Di Pietro, sia il sottosegretario Antonio Bargone. Di qui lo scontro. Di qui la sostanziale defenestrazione di Cempella. E dopo l'estate ha trovato a capo dell'ufficio Roma Capitale, competente ROMA. Antonio Di Pietro scatenato, va in Parlamento e denuncia: «C'è una grave irregolarità nel decreto sul Giubileo. Un dirigente ha attribuito quasi sei miliardi al suo ufficio senza che nessuno lo autorizzasse. Ho già provveduto a denunciare i fatti alla magistratura. E il decreto va rifatto. Ci sarà una nuova riunione della commissione Roma Capitale». I deputati della commissione Ambiente e Lavori Pubblici non credevano alle loro orecchie, ieri mattina, quando il ministro ha buttato lì, con «nonchalance», la storia del dirigente che si stanzia miliardi da sé per fantomatici «studi e monitoraggi». Di Pietro ha inserito la storia del Giubileo in un quadro di irregolarità diffuse a tutti i livelli. «Giro la mattina per il ministero almeno mezz'ora. E trovo In cose più strane. Addirittura uffici non adibiti alle funzioni istituzionali». Ricercatori che ha scovato in un ufficio e che non gli hanno saputo spiegare come e perché si trovavano lì. Ma gli addetti ai lavori hanno impiegato poco per capire che l'ex magistrato ce l'aveva soprattutto con Federico Cempella, capo stione di accenti politici. Ha depositato la documentazione, circoscrivendo i fatti all'iniziativa del capodipartimento, e s'è limitato a dire di operare «a tutela degli interessi della pubblica amministrazione». Quelli del Polo però hanno capito subito che c'era da approfondire una crepa nei rapporti Prodi-Di Pietro. Insorge Giuseppe Galati, ecd: «La questione politica è evidente. Con i colleghi del Polo abbiamo chiesto l'acquisizione di tutta la documentazione. Ci accingiamo a chiedere una seduta specifica della commissione su quanto accade ancora oggi al ministero. Ringraziamo Di Pietro per la coraggiosa denuncia». An promette di portare il tutto al magistrato. Ma il deputato Verde Sauro Turroni: «Di Pietro è venuto qui a mostrare il torace con la "D" di Di Pietro stampata a colori come Superman. Ha denunciato un funzionario corrotto? Embé? Ha fatto il suo dovere. Può capitare in tutte le amministrazioni di trovare un mascalzone e non c'è bisogno di fare tanto rumore». anche sul Giubileo, una nuova dirigente, Daniela Barbato, che gode della sua piena fiducia. Il ministro ha aperto questa nuova polemica alla sua maniera. A porte chiuse della commissione, ha guardato i parlamentari e ha cominciato sornione: «I ministri firmano tante carte... Ma io le leggo anche». Hanno tutti drizzato le orecchie. E' finita che in coro i deputati del Polo urlavano: «A verbale! A verbale!». La polemica covava sotto la cenere da una settimana, come si evince dalla documentazione che Di Pietro ha depositato in presidenza: mercoledì 2 ottobre, con lettera diretta, Di Pietro ha scritto a Prodi e gli ha notificato di aver riscontrato «alcune anomalie» nella delibera sulle opere del Giubileo. Nascosto tra le righe di un decreto noiosissimo che evidentemente ha letto solo lui, c'è infatti uno stanziamento fantasma di 5,4 miliardi per il Dipartimento sulle Aree Urbane. E si badi che il decreto, predisposto proprio da Cempella, era stato firmato da Prodi in persona. Nel chiuso della commissione, però, il ministro non ha fatto nomi. Tantomeno ha caricato la que- Francesco Grignetti Il capogruppo Azzurro chiede le dimissioni «E' arrivato il momento bisogna sfrattarlo» Il ministro dei Lavori Pubblici Antonio Di Pietro guire lgali prenieri. Laostanotuta irchiederzionaleSGARBI Sgarbi ha comsottosecola Sm(palese deputaspesso Da sinistra Silvio Berlusconi ed Elio Veltri

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