Consob indaga su Olivetti

Berlanda alla Camera. Il 18 sciopero in tutto il gruppo Berlanda alla Camera. Il 18 sciopero in tutto il gruppo Consob indaga su Olivetti In un mese passato il 23% mmmjm commissari mwméb Procedura d'inchiesta in Commissione Il salvataggio Alitalia non convince Bruxelles Magli aiuti non verranno bloccati Veto della Cgil sul contratto-piloti ROMA. Che traffico. Valanghe di azioni Olivetti hanno cambiato padrone. «Negli ultimi trenta giorni è transitato sui mercati regolamentati circa il 21% del capitale ordinario e nel solo mese di settembre il 23%», rivela Enzo Berlanda, presidente della Consob, la commissione che vigila sulla Borsa, ascoltato ieri dalla commissione Attività produttive della Camera. Insomma, mentre il gruppo di Ivrea, attivo nell'informatica e nelle telecomunicazioni, è precipitato sempre più in basso, le compravendite di azioni si sono moltiplicate in Italia come all'estero. E l'elenco dei soci, guidato da Carlo De Benedetti con circa il 15%, è rivoluzionato. Ora la Consob vuole vederci chiaro anche in questi movimenti azionari che riguardano un gruppo zoppicante sotto il peso di perdite e debiti e i cui dipendenti sciopereranno in tutta Italia venerdì 18 ottobre per sollecitare il rilancio ed evitare la vendita di alcune parti, a cominciare dalle attività produttive dei personal computer. Nell'intervento in commissione alla Camera, Berlanda rende noto di aver avviato «un'indagine sull'andamento del titolo Olivetti sul mercato italiano e estero». Gli accertamenti, avviati con la collaborazione delle autorità di controllo delle Borse straniere, mirano a «verificare se, e in quale periodo, vi siano state acquisizioni di partecipazioni rilevanti ai sensi della normativa vigente di cui sia stata omessa la comunicazione». L'aumento del numero dei titoli scambiati è notevole. Da aprile a giugno sono state trattate in media 12,3 milioni di azioni ogni seduta della Borsa; dal primo luglio al 15 agosto si è passati a 17,3 milioni. Dal 16 agosto, sui mercati di Milano e Londra, sono transitati oltre 1.257 milioni di titoli. Nell'ultimo mese, cinque operatori hanno intermediato da soli il 13,8% delle azioni acquistate e altrettanti hanno intermediato sempre da soli il 21% dei titoli venduti. In poche mani si è quindi ROMA. Salvatore Bragantini è entrato ufficialmente nella Commissione di vigilanza e controllo sulle società quotate in Borsa (Consob). L'altro ieri ha infatti partecipato alla sua prima riunione della Commissione, dopo la firma da parte del Presidente della Repubblica del relativo decreto di nomina. Lo ha annunciato lo stesso presidente dell'istituto di vigilanza, Enzo Berlanda, conversando con i giornalisti prima della sua audizione alla commissione Attività produttive di Montecitorio sul caso Olivetti. Con la nomina di Bragantini l'organigramma della Consob è ormai al completo: oltre al neonominato commissario, fanno parte della Commissione lo stesso Berlanda, Marco Onado, Mario Di Lazzaro e Antonio Zurzolo. BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il piano di ristrutturazione presentato a luglio dall'Alitalia non ha convinto la Commissione europea, secondo cui la prevista ricapitalizzazione prefigura un aiuto di Stato illegittimo. L'esecutivo ha così aperto ieri una procedura di inchiesta, affermando però che ciò «non pregiudica in nulla le conclusioni, e permetterà semplicemente di esaminare più in dettaglio» il piano, per stabilire se è compatibile con le norme Ue. La Commissione ha riconosciuto che «Alitalia è attualmente la sola compagnia aerea di Stato a non aver ancora sottoposto un piano di ristrutturazione» a Bruxelles. L'esecutivo ha invece autorizzato in passato aiuti di Stato a Sabena (950 miliardi di lire), Iberia (1420 miliardi nel '92 e 1120 quest'anno), Air France (1300 miliardi nel '92 e 5800 nel '94), Aer Lingus (420 miliardi), Olimpie (3620 miliardi) e Tap (1700). Anche se Bruxelles deciderà negativamente, Alitalia si vedrà autorizzare gli aiuti. Gli italiani considerano però che «il piano di ristrutturazione è ineccepibile», che non prefigura aiuti di Stato perché in linea con il comportamento di un qualsiasi investitore privato, e che «la procedura della Commissione è un atto dovuto». Il piano prevede l'iniezione di 1500 miliardi entro il 31 dicembre, ed altrettanti entro giugno '97. Altri 313 miliardi dovrebbero venire dai dipendenti. La situazione tuttavia è pesante. «Alitalia presenta da numerosi anni bilanci in perdita - ammette l'azienda -, la situazione finanziaria e patrimoniale è ormai insostenibile, il costo operativo è mediamente più alto della concorrenza del 12-15%». Con 8000 mi- Karel Van Miert Enzo Berlanda alla società di dare «comunicazioni, anche intermedie, da qui alla fine dell'anno» sull'effettiva situazione del gruppo. Per il passato, Berlanda osserva che per «l'aggravarsi dell'andamento gestionale» in antitesi con le previsioni «le colpe e le responsabilità devono essere addossate al management» e non alla Consob che ha solo compiti di vigilanza. Per il futuro sarà oggi il nuovo amministratore delegato Roberto Colaninno a indicare le strategie delineate alla commissione Industria del Senato e al ministro dell'Industria Pierlugi Bersani, con il quale avrà un colloquio. C'è molta preoccupazione intorno all'Olivetti. La giornata di lotta indetta per il 18 da Fiom, Firn e Uilm punta a «impedire scelte distruttive». Per i sindacati, «l'Italia non può permettere che Olivetti venga smantellata». Con lo sciopero viene sollecitato un diverso piano di risanamento del gruppo. La vendita del settore pc annunciata da Colaninno non piace né ad Alfiero Grandi, responsabile lavoro del pds, né al segretario della Cgil, Sergio Cofferati. Per Grandi non è «né comprensibile né accettabile la frantumazione del gruppo» Cofferati teme invece una «sorta di vendita all'incanto dell'azienda, pezzo per pezzo». Roberto Ippolito Karel Van Miert liardi di fatturato, la compagnia ha quasi 4000 miliardi di debiti e, pur con 150 miliardi di utile operativo, resta in rosso per gli oneri finanziari. Dopo la cessione di Aeroporti di Roma, il patrimonio resta di 150 miliardi, ma lo sforzo di ristrutturazione è dimostrato dalla riduzione del personale: 22.600 nel '90, 17.400 oggi (scenderanno a 16.100 nel'98). La Commissione sostiene però che gli azionisti privati non condividono il piano, che l'iniezione di 1500 miliardi nel '97 «non è coperta dal genere di garanzie che un investitore privato sarebbe condotto ad esigere», e che il piano «non tiene sufficientemente conto dell'evoluzione ulteriore del mercato». Alitalia ribatte che le previsioni indicano un mercato in crescita del 6% annuo da qui al 2014, insiste sulle potenzialità del nuovo scalo di Malpensa. E fa valere l'accordo dei sindacati. Quest'ultimo è dubbio, perché ieri la Filt-Cgil ha detto che non ratificherà il nuovo contratto dei piloti, finché non saranno chiariti due punti: l'una tantum, che potrebbe nascondere i 28 milioni promessi da Schisano, e l'introduzione del salario d'ingresso, inferiore rispetto a quello degli attuali dipendenti. Ma il vero punto critico è un altro: l'In è già nel mirino della Commissione, e deve ridurre i suoi debiti dagli attuali 26 mila miliardi a 5000 entro giugno '97. L'Istituto parrebbe disposto ad offrire 1500 miliardi, gli altri dovrebbe tirarli fuori il governo. Aiuti di Stato, indubbiamente. E in Alitalia pensano già alla solu zione di ripiego: chiederne l'auto rizzazione sulla base del principio comunitario «la prima volta è an che l'ultima». Fabio Squillante