Rai vanno in onda i carabinieri di S. Mar.

Indagato anche Andrea Roncato: «Ma io ho sempre fatturato ogni compenso» Indagato anche Andrea Roncato: «Ma io ho sempre fatturato ogni compenso» Rai, vanno in onda i carabinieri Inchiesta sugli sponsor, perquisiti gli uffici MILANO. Dopo aver perquisito le case delle note presentatrici finite sotto inchiesta (Mara Venier e Rosanna Lambertucci), ieri i carabinieri sono arrivati alla Rai, a Roma. E ci sono rimasti più di tre ore alla ricerca dei documenti richiesti dalla procura di Milano; tre ore finite con il sequestro di un voluminoso dossier su tutto quanto riguarda le sponsorizzazioni televisive e i contratti di lavoro stipulati dalle conduttrici di «Domenica in» e «Più sani, più belli». E' anche tra quelle carte che la pm Giovanna Ichino pensa di trovare il bandolo della matassa, la dimostrazione che Venier e Lambertucci avrebbero ottenuto pagamenti non dovuti per prestazioni che invece erano già comprese nel loro rapporto con la Rai e nei relativi compensi. Su quali e quanti possano essere stati questi pagamenti extra, continua l'alternarsi delle voci. In particolare sembra che per Mara Venier ci siano stati diversi casi di compensi concordati ma mai realmente effettuati. In pratica, almeno tre aziende avrebbero dato il loro consenso a versare somme al di là del contratto ufficiale, ma poi non avrebbero sborsato una lira. E in un caso la «regalia» richiesta sarebbe stata assai modesta: due televisori. In mezzo a queste voci (che sembrano sminuùe anziché accrescere la portata dei fatti) resta da capire perché la procura abbia deciso di contestare a due conduttrici televisive e al manager di una di loro (Vincenzo Marangoni rappresenta solo Mara Venier) un reato grave come il concorso in concussione. Da quanto si è capito la pm Ichino considera chiunque lavori per la Rai un «incaricato di pubblico servizio». Lo aveva già fatto per Pippo Baudo, che però aveva in Rai un incarico dirigenziale (direttore artistico), ora ha allargato la nozione anche a chi conduce i programmi. Equiparate Venier e Lambertucci a «pubblici ufficiali», quale potere avevano queste presentatrici di costringere a pagare (la concussione è esattamente questo) aziende che avevano già sottoscritto i contratti con la Sipra? Secondo quanto si è appreso sarebbero stati i rappresentanti di alcune di queste aziende a raccontare di una specie di ricatto, che faceva ventilare la possibilità da parte delle presentatrici di far perdere la sponsorizzazione; quasi un «diritto di veto» sulla conduzione delle trasmissioni che poteva scavalcare la stessa Sipra. Tutte ipotesi che i legali degli indagati si apprestano a smontare, sia nel merito delle accuse che nell'interpretazione giuridica di quanto accaduto. La prima «battaglia legale» si dovrebbe avere con gli interrogatori già previsti per il fine settimana; almeno per Mara Venier si dà per certo l'arrivo sabato nell'ufficio di Ichino. Intanto la solidarietà con la collega («Se Mara è colpevole allora lo sono anch'io»), e la relativa ammissione di un compenso extra per venti milioni, è costata ad Andrea Roncato, che fa parte del cast di «Domenica in», l'iscrizione sul registro degli indagati. Anche se per ora - specificano in procura - non è partito nei suoi confronti alcun avviso di garanzia. Lui replica: «Per contratto, tutto quello che faccio in trasmissione deve essere approvato dalla Rai: come potrei aver fatto qualcosa ai danni dell'azienda?. Spiegare, se i giudici vorranno, sarà facile. Perché tutto quello che ho fatto è stato regolarmente fatturato e, soprattutto, approvato dall'azienda, cosa che è prevista dal mio contratto. Si è mai visto un rapinatore che rilascia regolare fattura alla banca dopo la rapina? Ecco, secondo una certa logica, io allora sarei così». L'ingresso di nuovi personaggi tv nella sua inchiesta non fa però dimenticare alla pm il suo nome di maggior spicco, Pippo Baudo. Ieri ha mandato i carabinieri a Pesaro, presso l'azienda dei fratelli Bertoni, per acquisire il materiale sull'acquisto da parte di Baudo del 20 per cento di una loro società e la successiva rivendita del 15 per cento. «Tutto regolare fanno sapere i Bertoni - non c'è mai stata da parte nostra alcuna forma di pagamento in nero». Altrettanto fa sapere la Galbani, altra azienda tirata in ballo per le sponsorizzazioni: «Abbiamo sempre stipulato regolari contratti; mai pagato o promesso soldi a personaggi tv». [s. mar.]

Luoghi citati: Mara, Milano, Pesaro, Roma