In cenere il regno del pandoro
In cenere il regno del pandoro In cenere il regno del pandoro Brucia lo stabilimento Bauli, sospetti di dolo VERONA. Centinaia di migliaia di pandori e panettoni sono andati in fumo ieri pomeriggio nell'incendio, improvviso, violentissimo e di dubbia origine (la Digos sta indagando anche sulla possibilità che sia doloso) scoppiato nel nuovo magazzino dello stabilimento della Bauli a Castel d'Azzano, alla periferia di Verona. L'incendio divampato poco dopo le sedici, si è poi esteso agli impianti di produzione. Al lavoro c'erano muratori che stavano completando i lavori di ampliamento della fabbrica e centinaia di operaie e operai, soprattutto stagionali, che da qualche settimana sono già impegnati a preparare il pandoro, U dolce natalizio di Verona del quale la Bauli ha il primato assoluto del mercato italiano con circa il 23 per cento della produzione nazionale, e il panettone, ereditato da Milano. In dieci minuti le fiamme si sono estese a tutto l'enorme deposito, facendo fucRire i muratori che era¬ no impegnati nel completamento dell'impianto. Poi hanno cominciato ad intaccare anche i laboratori di produzione dai quali, nel frattempo, erano stati fatti sfollare i dipendenti. In aiuto si era chiesto anche un elicottero ma non è stato possibile far raggiugere la zona. I vigili del fuoco dovevano superare notevoli difficoltà di rifornimento d'acqua dovute anche alla conformazione del sistema stradale nella zona. Sono intervenute squadre dei comandi provinciali di Verona ma anche dell'aeroporto scaligero Catullo, da Legnago, da Mantova, Vicenza, Rovigo e da Padova. Le ombre serali si sono poi aggiunte alle difficoltà di accesso compromettendo ulteriormente il lavoro dei pompieri che a tarda notte erano ancora impegnati a circoscrivere le fiamme. Enormi erano le colonne di fuoco, alte centinaia di metri e visibili da grandissima distanza data anche l'infiammabilità del materiale in deposito. Sono stati largamente sal¬ ii presidente assicura: «Soddisferemo tutte le forniture di dolci per le feste di Natale» dustriale, vendute tutto l'anno, che venivano prodotte fino a due mesi fa nello stabilimento della Bauli Ala nel Trentino. La fabbrica è stata però chiusa e tutta la produzione (sono 240 i miliardi di fatturato) è stata così trasferita a Castel d'Azzano. I lavori in corso servivano appunto all'ampliamento degli stabilimenti per adeguarli alle nuove attività. Attività che prevedono il contributo di una cinquantina di operai dello stabilimento di Trento. vati gli impianti di produzione e il presidente Alberto Bauli, 56 anni, da una ventina al vertice del gruppo di famigba, ha assicurato che pandori e panettoni saranno sicuramente in vendita per il prossimo Natale. L'ha garantito anche il fratello Adriano che è responsabile dello stabilimento di produzione. Il gruppo Bauli è nato una sessantina d'anni fa per merito di Ruggero Bauli, maestro pasticciere che era tornato in Italia dopo essere scampato al naufragio della nave che lo stava portando emigrante in Brasile. Ruggero Bauli aveva avviato una pasticceria in centro città e poi aveva scoperto il filone del pandoro, che è diventato il prodotto principale del suo laboratorio. Un grande successo nazionale derivato poi dall'attività dei tre figli (c'è anche Carlo) che hanno saputo cogliere, tra l'altro, la crisi dei concorrenti milanesi del panettone, finendo per imporre il pandoro su tutto il mercato nazionale (ora il dolce di Verona ha due quinti del giro d'affari dei dolci natalizi lievitati). Accanto a queste produzioni la Bauli ha anche sviluppato le linee di prodotto di pasticceria in- Franco Ruffo
Persone citate: Alberto Bauli, Franco Ruffo, Ruggero Bauli
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