«La sciagura colpa del pilota»

L'Antonov schiantatosi sulle case: pista sufficiente all'atterraggio nonostante i lavori L'Antonov schiantatosi sulle case: pista sufficiente all'atterraggio nonostante i lavori «La sciagura colpa del pilota» La commissione trasporti assolve Caselle TORINO. Il «radiofaro» naturale per gli aerei che si alzano da Caselle è la luce intermittente rossa sul campanile della parrocchia di San Francesco al Campo. L'ha piazzata lì la Sagat, la società che gestisce l'aeroporto. I piloti diretti a Roma la tengono bene in vista perché, poco dopo averlo superata, cominciano a virare a destra, per puntare a Sud. «A volte ci passano così vicini - spiega il prevosto, don Antonio Busso - che fanno tremare le campane». La polemica è garbata, persin timida. Diversa da quella che divampa in municipio dove il sindaco Adriano Coriasso spara sulla Sagat, sottolineando i rischi del traffico cargo, e ricevendo di ritorno pesanti accuse per piani regolatori che non hanno tenuto conto delle esigenze dell'aeroporto e di leggi, fino alla costruzione di ville, e scuole, in zone potenzialmente pericolose. Lontano dalla polemiche, in frazione Sant'Anna, cento metri più in là, i vigili del fuoco scavano ancora: Maria Perucca, la contadina uccisa dal crollo della stalla, è ancora là sotto. «Sappiamo in quale zona cercare - spiegano i soccorritori - ma per raggiungerla dovremo faticare. Il corpo è proprio sotto la carlinga, schiacciata dalle macerie ma soprattutto dal peso dell'aereo». E c'è chi non ha nemmeno perso la speranza di trovarla viva: «C'è una speranza su mille. Perché rinunciarvi?». ' Intanto è stata recuperata la «scatola nera», che in realtà è rossa, e pure doppia. Contiene infatti due differenti contenitori: il flight data recorder ed il cockpit voice recorder. Il primo registra ogni comando dato all'aeroplano dal pilota e le reazioni dell'aeromobile a contingenze atmosferiche, il secondo le voci dei piloti all'interno della cabina. Non sarà facile decodificarla, anche perché gli aeroplani russi adottano una tecnologia diversa da quella degli occidentali. Ci vorranno alcune settimane. Da ieri mattina è all'opera la Commissione d'indagine del ministero dei Trasporti. La presiede Francesco Federico, subito di fronte alle polemiche sulla lunghezza della pista: «C'erano i notam, aggiornati con tempestività I dirigel'aereo aveCi è costato I dirigenti russi: l'aereo aveva due anni Ci è costato 80 miliardi II sindaco: investiremmo 1 quei soldi per interventi I che migliorino le misure I di sicurezza nei centri I Sede di Un aeroporto La ti russi: a due anni 80 miliardi - spiega Federico - e, nonostante i lavori, la pista di Caselle risultava lunga 2350 metri, come quella di Linate». A rendere il problema-pista meno rilevante contribuiscono anche le caratteristiche operative dell'Antonov 124, capace di atterrare su piste di un chilometro. Il relitto è stato esaminato, ieri mattina, anche da due rappresentanti della Aeroflot, la compagnia che aveva noleggiato u cargo: «Non si trattava di un volo sottocosto - ha spiegato l'ingegner Serghiev Zinoviev - a prezzi stracciati, ma di un trasporto di qualità. La scelta è caduta sull'Aeroflot perché solo questa compagnia dispone di aeromobili capaci di imbarcare un numero considerevole di auto». E aggiunge che sabato scorso un altro Antonov 124 ha trasportato un calorifero industriale da 96 tonnellate da Venezia al Kuwait. Nessun dubbio sulla efficienza dell'aereo: «Era stato costruito appena due anni e mezzo fa - ha confermato l'ingegner Alexander Kalinin - ed era quindi praticamente nuovo. Costo: 80 miliardi di lire». L'Aeroflot intanto conferma che i danni verranno ripagati. Ieri mattina si è infatti presentato allo scalo di Caselle, e ha poi conferito coi membri della commissione d'inchiesta, mister David Gee, manager della Airclaims di Londra, la compagnia che ha stipulato, con Aeroflot, l'assicurazione sull'Antonov. «Non posso rilevare le cifre massime di copertura danni - ha spiegato - ma posso sin d'ora anticipare che prevedono risarcimenti sia per la compagnia, sia per le vittime del disastro. Per danni fisici e materiali». Il pm Tinti ha posto sotto sequestro tutto il materiale riguardante l'incidente e disposto l'autopsia delle vittime, mentre è partita l'indagine interna dell'Ente controllori di volo. Anche se la torre di controllo, l'altra mattina, ha certamente fatto il suo dovere, persino «ricordando» il notam al pilota del cargo. I cui errori restano alla base dell'incidente. Angelo Conti Ezio Mascarino 1 I I I La carcassa dell'Antonov incastrata nella cascina. Sopra a sinistra, il sindaco di San Francesco al Campo, Ad^jgno Coriasso QUATTRO SCALI A RIS Secondo i piloti quello napoletano è la maglia nera degli scali italiani. L'aeroporto di Capodichino sorge in mezzo a un quartiere popolare densamente abitato, Secondigliano, e ai problemi dovuti a questa ubicazione non felice dal punto di vista della sicurezza (viene aggravata da numerose costruzioni abusive che sono state erette ai suoi confini) aggiunge una pista d'atterraggio decisamente corta. E lo scalo napoletano non si può proprio migliorare perché ormai fa parte della città: non c'è più spazio, le case lo soffocano. Se un aeroplano dovesse cadere in questa zona, in atterraggio o in decollo, provocherebbe certamente una catastrofe. Anche l'aeroporto di Napoli è considerato a rischio (nella foto una veduta del centro cittadino) E' una montagna l'incubo dei piloti di linea che ogni giorno scendono sulla pista palermitana: sorge pochi chilometri dopo la fine dell'asfalto della pista. E se si atterra provenendo dal mare, come quasi sempre avviene, quell'ostacolo potrebbe rivelarsi fatale soprattutto se spira un vento da Nord. E' già successo due volte in passato, catastrofi con bilanci tragici, decine di morti. E le attrezzature dello scalo siciliano, specie di notte, servono a poco, anche perché sono antiquate. Questo non impedisce comunque l'atterraggio dei Jumbo, come quello dell'Àlitalia in servizio con New York. L'aeroporto di Palermo Punta Raisi I problemi di Caselle qui vengono moltiplicati per dieci: Linate sorge in mezzo alle case, quelle incluse tra la periferia meridionale di Milano e i Comuni di San Donato Milanese e San Giuliano Milanese. Nelle ore di punta aeroplani di ogni tipo e grandezza atterrano o decollano al ritmo di uno ogni due-tre minuti e passano radenti ai tetti degli edifici. In più, la pista utilizzata è una sola e i rischi di collisione aumentano. In passato sono state centinaia le manifestazioni degli abitanti esasperati dal rumore dei velivoli, e ci sono stati anche alcuni strascichi giudiziari. Proprio come nei dintorni di Caselle. L'aeroporto di Milano Linate L'aeroporto dello Stretto, che serve anche la vicina Messina, è uno scalo non troppo vecchio ma è nato male' la pista è corta e nella fase di avvicinamento i piloti incontrano ostacoli di ogni genere, case ma anche pali della luce posti ai bordi della pista, ora in via di rimozione. Per questo è considerato pericoloso dai comandanti ed è spesso chiuso al traffico notturno. Un «dettaglio»: quando piove la pista si allaga a chiazze, provocando fenomeni di acquaplaning molto pericolosi per i velivoli in atterraggio. L'aeroporto «Dello Stretto» di Reggio Calabria Liceo di Agrigento

Persone citate: Adriano Coriasso, Alexander Kalinin, Angelo Conti, Antonio Busso, Coriasso, Ezio Mascarino, Francesco Federico, Maria Perucca, Raisi I, Zinoviev